Ospedali, paziente che fa causa dimostri sbagli del medico

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2015 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Ospedali, paziente che fa causa dimostri sbagli del medico

Ospedali, paziente che fa causa dimostri sbagli del medico

ROMA – Se il medico sbaglia deve essere il paziente a dimostrarlo. Questa la proposta del ministero della Salute per ridurre le spese della sanità. Sempre più medici prescrivono farmaci ed esami inutili per il timore di essere denunciati, applicando quella che ormai viene definita la “medicina difensiva“. Esami inutili e costosi che gravano sulla spesa pubblica per 10 miliardi l’anno, circa lo 0,75% del Pil.

Margherita De Bac sul Corriere della Sera scrive che i medici a cui viene chiesto il motivo delle prescrizioni inutili risponde di temere che i pazienti possano fargli causa, ora che le denunce sono in aumento e nonostante le condanne siano solo nel 2% dei casi:

“Il fenomeno si chiama «medicina difensiva» e costa allo Stato circa 10 miliardi all’anno, lo 0,75% del Prodotto interno lordo, secondo l’indagine della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari. Per allentare la pressione dei contenziosi sulla classe medica e ridurre il surplus di spesa legato all’inappropriatezza il ministro della Salute spera di ricorrere ad uno strumento rapido. Nella legge di Stabilità, da varare entro l’anno, potrebbero rientrare, almeno in parte, proposte contenute in un documento consegnato a Beatrice Lorenzin prima della pausa estiva da Guido Alpa, il giurista che ha presieduto una apposita commissione ministeriale nominata a marzo. Tra i punti chiave, l’inversione dell’onere della prova. Spetterà al malato dimostrare che il medico ha sbagliato e non a quest’ultimo di aver agito correttamente.

In ambito civile, riduzione dei tempi di prescrizione da 10 a 5 anni ma solo per i dipendenti del servizio sanitario e per quelli convenzionati (ad esempio gli ambulatoriali). I liberi professionisti mantengono con i pazienti un rapporto cosiddetto contrattuale e rispondono direttamente di eventuali responsabilità. Per gli altri colleghi invece viene suggerito il passaggio al rapporto extracontrattuale che fa scivolare la responsabilità sulla struttura. E ancora. Limiti all’azione di rivalsa sul singolo professionista. Non si dovrebbero ripetere, così, storie come quella di cui è stato di recente protagonista uno psichiatra del servizio pubblico che si è visto sequestrare la proprietà dopo essere stato denunciato come responsabile del suicidio di un suo malato. La commissione Alpasuggerisce poi di dare specifica definizione alla colpa grave dei sanitari e di prevedere «una fattispecie autonoma di lesioni e omicidio colposo». Oggi un chirurgo denunciato per la morte di un paziente durante un intervento viene equiparato al pirata della strada che uccide un pedone. Si profila anche un giro di vite sull’obbligo di assicurazione per ospedali, case di cura private e operatori sanitari. Infine un albo di super periti cui i giudici dovranno necessariamente attingere per contare su consulenze tecniche il più possibile attendibili.

La medicina difensiva incide sulla spesa sanitaria per il 10,5%, le voci più significative riguardano eccesso di farmaci (1,9%), visite (1,7%), esami di laboratorio (0,7%) e strumentali (0,8%), ricoveri (4,6%). Una ricerca di Agenas (agenzia del ministero della Salute) svolta fra 1.500 medici ospedalieri ha indicato tra le cause principali del difensivismo la legislazione sfavorevole (31%), il rischio di una citazione in giudizio (28%), lo sbilanciamento del rapporto con il paziente caratterizzato da eccessive pressioni e le aspettative dei familiari (14%).
La Lorenzin spera di riuscire a introdurre nella legge di Stabilità una parte di queste norme, tenendo presente che alla Camera è pronto un testo unificato sulla responsabilità professionale, di cui è relatore Federico Gelli, Pd. I camici bianchi attendono come una manna le misure preannunciate. «Vogliamo operare serenamente, senza lo spauracchio di denunce penali che ci minacciano pur agendo in scienza e coscienza. I cittadini che hanno subito un danno ingiusto devono poter contare su tempi brevi per i risarcimenti in sede civile», sintetizza il pensiero dei sindacati medici Massimo Cozza, Cgil funzione pubblica. Critico il Tribunale del Malato-Cittadinanza attiva”.