Pa, licenziamenti come privati. Dirigenti a contratto ridotti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Aprile 2015 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA
Pa, licenziamenti come privati. Dirigenti a contratto ridotti

Carlo Cottarelli (LaPresse)

ROMA – Riduzione dei dirigenti pubblici a contratto. Licenziamenti nella p.a. come nel privato. Taglio secco delle partecipazioni e aumento delle tariffe dei servizi pubblici. Soggetti aggregatori negli appalti per garantire la riduzione dei prezzi. Sono alcuni cardini della spending review ipotizzata dall’ex commissario Carlo Cottarelli i cui dossier sono stati pubblicati sul portale revisionedellaspesa.gov.it.

Scrive Luigi Oliveri su Italia Oggi.

Dirigenza pubblica. Il dossier punta a una dirigenza con maggiori poteri datoriali, capace di assumersi la responsabilità di valutare e anche licenziare. Ma, Cottarelli aveva manifestato forti dubbi sull’opportunità di una dirigenza incaricata, senza concorso, direttamente dalla politica, nello stile dei dirigenti «a contratto» che troppo spesso appaiono come protagonisti in inchieste su appalti e corruzione. Il dossier scrive in maniera chiara: «Andrebbe, altresì, considerato un abbassamento delle percentuali di incarichi conferibili a contratto a soggetti esterni alle pubbliche amministrazioni, viste le note distorsioni da essi prodotte sul piano dei rapporti tra politica e amministrazione e sull’effettiva garanzia del principio di separazione/distinzione tra i due ambiti». Proprio mentre Cottarelli scriveva queste parole, Governo e Parlamento approvavano e convertivano in legge il dl Madia, che negli enti locali triplicava il numero dei dirigenti esterni (dal 10 al 30% del totale). E il ddl all’esame del Senato pare decisamente orientato a favorire la dirigenza esterna.

Lavoro pubblico. Il dossier va in rotta di collisione con le idee ancora in questi giorni manifestate dal Governo, quando chiede una revisione della normativa sul licenziamento individuale nella p.a. evidentemente in modo da allinearla a quella privata. Per quanto alcune idee in merito alla mobilità siano presenti nel dl 90/2014, non è passata quella dell’eliminazione del nulla osta preventivo ai trasferimenti volontari dei dipendenti. Ma il Governo ha anche trascurato un’idea che, oggi, col problema dei 20 mila sovrannumeri delle province, sarebbe stata utilissima: quella di assegnare alla Funzione pubblica il potere di disporre mobilità d’ufficio di dipendenti in esubero presso amministrazioni con vacanze d’organico.

Partecipate. Sulle partecipate era noto l’intento del commissario di ridurre drasticamente il numero delle società «non conosciuto ma maggiore di 10 mila», per portarlo a non oltre un migliaio, come ad esempio, si legge nel dossier, in Francia. Anche su questo punto la sintonia col Governo è presto caduta. Il commissario aveva rilevato l’esistenza di perdite di esercizio «palesi» nel solo 2012 ammontanti a circa 1,2 miliardi, rilevando che nel sistema vi sono molte perdite «non palesi» finanziate da contratti di servizio e trasferimenti in conto corrente e conto capitale «in eccesso a quanto sarebbe necessario se le partecipate fossero efficienti». Per questo aveva suggerito due misure molto drastiche. Un taglio secco e netto alle partecipazioni, ipotizzando una soglia minima di presenza pubblica nel capitale tra il 10 e il 20%. Dall’altro, rafforzare le previsioni contenute nell’art. 3, comma 27, della legge 244/2007, secondo il quale le amministrazioni debbono dismettere le partecipazioni non utili allo svolgimento delle proprie funzioni, norma considerata da Cottarelli «non efficace» perché la valutazione delle condizioni per dismettere le partecipate è lasciata interamente alla amministrazione partecipante. Cottarelli aveva suggerito, allora, una sorta di controllo preventivo sulle decisioni delle amministrazioni. Non se ne è fatto nulla. Il dossier sulle partecipate, per altro, non fa affatto mistero di voler puntare su incrementi delle tariffe, per esempio, nei trasporti pubblici locali (…)