“Papa Francesco ha pensato alle dimissioni”: rivelazione choc dell’ex capo dei gesuiti

L'ex capo dei gesuiti: "Anche francesco ha pensato alle dimissioni"
L’ex capo dei gesuiti: “Anche Francesco ha pensato alle dimissioni”

ROMA – Anche Papa Francesco, come il suo predecessore, Benedetto XVI, avrebbe accarezzato l’idea delle dimissioni. La rivelazione choc è di padre Adolfo Nicolàs, ex capo dei Gesuiti che alla rivista spagnola Mensajero ha parlato di una sua conversazione avuta con Bergoglio poco dopo le sue dimissioni dalla Compagnia di Gesù. In quella circostanza il Papa gli avrebbe confessato di aver preso “in seria considerazione la sfida di Benedetto”.

Del resto, da quell’11 febbraio 2013, quando Joseph Ratzinger ha sconvolto il mondo intero con la sua decisione di abbandonare il soglio pontificio, il precedente si è creato. E in Argentina sono in molti quelli convinti che Papa Francesco farà ritorno in patria, in una casa del clero di Buenos Aires, una volta ultimato il suo grande progetto di riforme.

L’analisi di Paolo Rodari sul quotidiano la Repubblica

Del tema aveva parlato lui stesso anche nel maggio del 2016, quando fece una «confidenza» – così la chiamò lui stesso, ai ragazzi di Schola Occurrentes ricevuti in udienza. Alla domanda se da quando è Papa avesse mai pensato di lasciare a motivo dell’enorme responsabilità rispose: «Non ho mai pensato di lasciare a causa della responsabilità. Però vi faccio una confidenza. Non pensavo neppure che mi avrebbero scelto. È stata una sorpresa ma da quel momento Dio mi ha dato una pace che dura fino a oggi. Questa è la grazia che ricevo. D’altra parte, per natura sono un po’ incosciente e quindi continuo». In sostanza, con queste parole smentì alcune voci uscite proprio in quei mesi in merito a una sua possibile rinuncia al compimento degli ottant’anni.

Le parole riportate da Nicolás lasciano intendere che il pensiero di Bergoglio non si discosta nel merito da quello di Ratzinger. Benedetto XVI in sostanza non volle ripetere quanto accaduto con il suo predecessore, che trascorse gli ultimi anni di vita ammalato e di fatto quasi impossibilitato a governare. Di qui le parole: «Chiedo al buon Dio che mi porti con sé quando i cambiamenti saranno irreversibili».

Ma cosa accadrà nel caso davvero un giorno Bergoglio dovesse ammalarsi non lo sa nessuno, e probabilmente nemmeno lui. La rinuncia, insomma, è soltanto una possibilità.

Nel libro-intervista curato da Peter Seewald Luce del mondo Ratzinger affermava: «Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi». Francesco, nel dialogo con i giornalisti sul volo di ritorno da Rio de Janeiro nel luglio 2013, aveva detto del predecessore: «Anche quando lui ha dato le dimissioni, è stato per me un esempio … un grande! Un grande. Un grande fa questo. Un uomo di Dio e un uomo di preghiera». Nella primavera 2014, di ritorno dal viaggio in Terra Santa, Papa Francesco era stato più esplicito su questo, rispondendo alla domanda di un giornalista sull’ipotesi dimissioni: «Io farò quello che il Signore vorrà cercando di fare la sua volontà. Benedetto XVI non aveva più le forze, e onestamente, da uomo di fede e umile qual è, ha preso questa decisione. Settant’anni fa i vescovi emeriti non esistevano. Cosa succederà con i Papi emeriti? Dobbiamo guardare a Benedetto XVI come a un’istituzione, ha aperto una porta, quella dei Papi emeriti. La porta è aperta. Ce ne saranno altri o no? Dio solo lo sa. Io credo che un vescovo di Roma se sente che le forze vanno giù deve farsi le stesse domande che si è fatto Benedetto».

Nell’agosto di quello stesso anno, al termine del viaggio in Corea, Francesco aveva risposto a una nuova domanda sullo stesso argomento. «Torno a questa idea, che forse non piace a qualche teologo – io non sono teologo –: penso che il Papa emerito non sia un’eccezione, ma dopo tanti secoli, questo è il primo emerito… Oggi i vescovi emeriti sono una istituzione. Io penso che “Papa emerito” sia già un’istituzione. Perché? Perché la nostra vita si allunga e a una certa età non c’è la capacità di governare bene, perché il corpo si stanca, la salute forse è buona ma non c’è la capacità di portare avanti tutti i problemi di un governo come quello della Chiesa… Ripeto: forse qualche teologo mi dirà che questo non è giusto, ma io la penso così. I secoli diranno se è così o no, vedremo. Lei potrà dirmi: “E se Lei non se la sentirà, un giorno, di andare avanti?”. Farei lo stesso, farei lo stesso! Pregherò molto, ma farei lo stesso. Ha aperto una porta che è istituzionale, non eccezionale».

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