Pd, Renzi sarà segretario ma niente voto fino 2015. Stefano Folli sul Sole24Ore

Pd, Renzi sarà segretario ma niente voto fino 2015. Stefano Folli sul Sole24Ore
Pd, Renzi sarà segretario ma niente voto fino 2015. Stefano Folli sul Sole24Ore

ROMA – Con molta probabilità il nuovo Pd sarà guidato da Matteo Renzi che sarà incoronato segretario già domenica sera. “Tra attese e incognite”, Stefano Folli sul Sole 24 Ore, traccia il sentiero stretto sul quale Renzi dovrà destreggiarsi per dimostrare di essere non solo l’uomo nuovo in grado di vincere le elezioni, strappando voti a destra senza perdere consensi a sinistra. Ma anche quello giusto, capace di tenere saldo il partito nelle proprie mani fino alle elezioni che, secondo Folli, con la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta, non potranno esserci prima del 2015.

Finora Renzi sembrava voler usare il motto di Giulio Cesare: “veni, vidi, vici”. Segretario del partito come passo necessario per diventare al più presto candidato premier e poi elezioni entro pochi mesi, magari prima del giugno 2014. Le circostanze generali e poi la sentenza della Corte hanno mandato all’aria tale prospettiva, peraltro non molto convincente (Napolitano ha sempre detto che non avrebbe sciolto le Camere con il “Porcellum”, il che adombrava una vera e propria crisi istituzionale). Ne deriva che oggi Renzi deve camminare lungo il sentiero tracciato da Letta (e dal Quirinale): voto non prima del 2015 e fino ad allora riforme e ancora riforme. Compresa la legge elettorale, certo, ma anche il pacchetto del rinnovamento istituzionale e le misure per l’economia.

Seppure Renzi ha già promesso fedeltà ad Enrico Letta solo se “il Governo farà quello che vuole il Pd”, sulle riforme il coltello resta in mano al premier. Al momento, l’incognita maggiore per Renzi è l’affluenza alle primarie:

vedremo con quale percentuale il leader sarà eletto. Avrà bisogno di una forte legittimazione, sia nella percentuale sia per quanto riguarda l’affluenza ai seggi. È evidente infatti che egli dovrà conquistarsi la fiducia di un apparato che non lo ama e nella migliore delle ipotesi lo aspetta al varco. Soprattutto nei gruppi parlamentari, dove la contrarietà alle elezioni è ovviamente forte, le mosse del segretario saranno osservate con diffidenza. Ci saranno da conquistare molti cuori.

Ma sopra ogni cosa, Renzi dovrà fare i conti con la questione più spinosa: la legge elettorale. Sintetizza Folli:

Il modello proporzionale spegne Renzi, ma lo schema maggioritario-bipolare oggi è palesemente in crisi. Occorre una straordinaria abilità politica per aggirare l’ostacolo e rimodellare il sistema secondo le aspirazioni di un giovane leader.

Senza tralasciare il rischio Berlusconi che si annida dietro l’angolo: il leader di Forza Italia, come scriveva sabato Francesco Verderami sul Corriere della Sera, all’indomani delle primarie Pd cercherà un asse preferenziale con Renzi.

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