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Pd Ostia contro il Comune di Roma per una palestra del clan Spada

di Emiliano Condò |3 Giugno 2015 12:09

Il sindaco di Roma Ignazio Marino (foto LaPresse)

ROMA – Il casus belli è una palestra. E a discutere sono il Pd di Ostia e il Campidoglio. Non si tratta però di una palestra qualsiasi, ma quella di via dei Forni. Che di particolare ha un cosa: era stata sequestrata a quello che secondo la magistratura è il clan Spada e poi restituita allo stesso clan Spada, perché nessun ufficio del Comune ha accettato di prenderla in carico. A raccontare la storia, che ha portato il Pd di Ostia ad accusare parte del Comune di “remare contro la legalità” è Fabio Rossi per il Messaggero:

Scontro tra Pd e dirigenza capitolina sulla questione della palestra di via Forni a Ostia, recentemente sequestrata e poi riconsegnata in custodia al clan Spada, a causa del rifiuto di un ufficio comunale di prendersi in carico lo stabile. Ad aprire il fronte è il senatore Stefano Esposito, commissario del Partito democratico sul litorale romano, che ha denunciato la vicenda sulla sua pagina Facebook. «In Campidoglio una parte della dirigenza non riesce a comprendere quanto la battaglia per la legalità intrapresa dal sindaco Marino richieda precisione, impegno e competenza – ha scritto Esposito sul social network – Ieri, ad Ostia, abbiamo avuto la riprova che senza una struttura amministrativa, seria e competente, l’azione della giunta Marino per ripristinare la legalità farà più fatica del necessario».

In realtà il Campidoglio, con una nota, ha fatto sapere che non c’è stato alcun dissequestro della struttura. Ancora Rossi:

«La Procura di Roma – ha spiegato il comandante del X gruppo della polizia municipale, Antonio Di Maggio – ha condiviso la nostra richiesta di riassegnare lo stabile all’amministrazione comunale e per liberarlo il tempo previsto dall’ordinamento è di 30 giorni. Nel caso in cui non ci fossero restituite le chiavi, ci muoveremo con tutti i poteri che l’ordinamento ci consente». Una volta terminata questa fase, i locali dovrebbero tornare a disposizione dell’amministrazione comunale, che dovrà poi deciderne la destinazione d’uso e procedere, eventualmente, a nuova assegnazione. Ma le cose, evidentemente, non sono così semplici. «Dopo la decisione del tribunale di Roma, sui locali occupati dagli Spada, di consentirgli, entro 30 giorni, di svuotarli dalle attrezzature, l’assessore Sabella ha chiesto alla direzione del Patrimonio di prendersi in carico la struttura. In apparenza una cosa semplice – spiega Esposito – Purtroppo i fatti avvenuti denotano come una procedura semplice si sia trasformata in un pasticcio e quindi in un regalo all’illegalità».

E’ ancora Stefano Esposito a spiegare a che punto sia la situazione:

 «Di fronte alla richiesta dell’assessore alla legalità, il funzionario incaricato si è rifiutato, di prendere in carico lo stabile, voglio ricordare occupato abusivamente da anni, consegnando agli abusivi, la famiglia Spada, le chiavi – sottolinea l’esponente del Partito democratico – Questa scelta è stata assunta senza che né il sindaco Marino, né l’assessore Sabella, né l’assessore Cattoi ne venissero informati». Secondo Esposito, «questo modo di operare non è tollerabile, parliamo di Dirigenti che guadagnano almeno 80 mila euro anno – scrive ancora il senatore sul suo profilo Facebook – Mi risulta del tutto evidente che con questo livello di incompetenza nessun sindaco potrà riportare legalità e trasparenza nella capitale d’Italia. Per questo chiedo al sindaco Marino di sanzionare duramente il responsabile di questa scelta, a tutela dei tantissimi dipendenti comunali che ogni giorno lavorano con serietà

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