Pensionati? Si “ostinano” a non morire: Maria Novella De Luca su Repubblica

Pensionati? Si "ostinano" a non morire: Maria Novella De Luca su Repubblica
L’aspettativa di vita nelle principali città italiane
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ROMA – Forse la chiave dell’odio per i pensionati da parte di Matteo Renzi si trova nell’articolo di Maria Novella De Luca su Repubblica: i vecchi si ostinano a non morire, anzi pare vogliano vivere sempre di più. Se poi si somma questa notizia impudica con quello che ha scritto Roberto Petrini sulla inutilità degli anziani, sempre su Repubblica, si ha la spiegazione di tanto accanimento.

Scrive Maria Novella De Luca:

“Dopo averla definita “rivoluzione grigia”, ormai i demografi la chiamano “rivoluzione bianca”. Rappresentazione cromatica di una quarta età di ottanta- novantenni in discreta buona salute, che sovvertiranno radicalmente la società italiana negli anni a venire. Se si pensa che la metà dei neonati venuti alla luce nel 2007 avrà concrete possibilità di vivere fino a centoquattro anni, è evidente come il sogno (non sempre felice) della longevità secolare, sia ormai qualcosa di tangibile, di statisticamente rilevante.

Basta scorrere le nuove tabelle dell’Istat sulla mortalità della popolazione italiana per accorgersi, anno dopo anno, quanto si siano allungate le speranze di vita. In cinque anni ad esempio i maschi sono passati da una media di 78,6 anni a 79,6, e le donne da 83,9 a 84,4. Insomma quasi un anno a testa, e non poco. Ma ci si può spingere più in là: leggendo i numeri dell’Istituto italiano di statistica, possiamo addirittura calcolare quanta vita ancora avremo ancora la fortuna di vivere. E in un’epoca ossessionata da test che promettono di rivelare se ci ammaleremo, di scoprire a 30 anni se abbiamo quel gene che causa l’artrosi o peggio l’Alzheimer, questa specie risiko anagrafico può dirci ancora di più qualcosa di noi.

Attraverso una complessa equazione che per ogni classe d’età tiene conto anche dei fattori di rischio, malattie, stile di vita, si vede ad esempio che oggi un quarantenne in buona salute, può serenamente proiettarsi fino agli ottanta, con un rischio di mortalità che è dell’uno per mille. Mentre a 50 la prospettiva è di altri 31,2. Ma ancora più interessante è osservare che una donna di 90 anni, esponente appunto della “rivoluzione bianca” può contare su altri cinque anni di vita, arrivando così a sfiorare il secolo. Si tratta naturalmente di esistenze fragili (il rischio di mortalità è del 137 per mille), ma resta comunque un campione non indifferente di centenarie lucide e ben presenti all’usura del tempo. Del resto le donne sono sempre più longeve degli uomini, anche se il divario si accorcia. Se nel 2001 il “vantaggio” femminile della speranza di vita sugli uomini era di 5,8 anni, nel 2011 è sceso a 5,1 anni”.

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