ROMA – Pensioni rivalutate: sarà di poche decine di euro il risultato da tanti annunci, tira e molla e demagogia. Michele Di Branco sul Messaggero di Roma spiega cosa succederà:
Il congelamento di molte pensioni sta per finire. A tre anni di distanza dalla riforma Fornero, il 2014 porta buone notizie per chi è andato a riposo dal lavoro.
Nulla di esaltante, sia chiaro, perché il meccanismo messo a punto dal governo con la legge di Stabilità prevede una rivalutazione piena o quasi solo per i trattamenti fino a circa 2.000 euro al mese lordi, e parziale per gli altri. E inoltre l’incremento dei prezzi calcolato sulla base dei primi 9 mesi dell’anno (l’1,2 per cento ) non spingerà certo molto in alto gli adeguamenti.
Solo le pensioni lorde che non superano tre volte il trattamento minimo di 495,4 euro al mese avranno il recupero al 100 per cento. Mentre tra questo importo e quello corrispondente a quattro volte il minimo (1.981,7 al mese) l’incremento si ferma al 95%. Una novità, quest’ultima, spuntata in extremis in quanto nella versione del maxiemendamento che aveva ricevuto l’ok del Senato era prevista, per le pensioni tra 1500 e 2000 euro lordi al mese, una rivalutazione pari al 90% del dovuto.
La scaletta degli incrementi
Al crescere della pensione, la percentuale di rivalutazione scende: fino a 2.477 euro mensili (cinque volte il minimo) sarà del 75 per cento, oltre questo limite del 50, sempre con riferimento all’intero importo. Poi, a partire da sei volte il minimo (2.972 euro al mese) scatta un altro tipo di decurtazione: l’incremento è limitato al 45 per cento, ma si applica solo alla quota di pensione che non supera questa soglia. Questo schema durerà fino al 2016: dall’anno successivo dovrebbe essere ripristinata quello in vigore in forza di una legge degli anni ’90 che prevede rivalutazioni differenziate tra il 100 e il 75%, percentuali applicate però solo sulle fasce di pensione che superano i limiti.
Uno sguardo alla curva delle pensioni, ricordando che gli aumenti in arrivo da gennaio sono lordi, fa emergere con molta chiarezza che non ci si deve aspettare una pioggia di denaro. Il raffronto 2013-2014 dice, ad esempio, che una pensione da 500 euro di quest’anno salirà a 506 il prossimo con un incremento di 6 euro mensili. Per arrivare ad un incremento a doppia cifra occorre essere beneficiari di un trattamento di 900 euro, destinato a salire a 910,8 (+10,8 euro mensili ).
Al crescere degli importi, salgono anche le rivalutazioni. Fino a raggiungere l’aumento massimo: vale a dire quello che spetterà a chi oggi incassa 1800 euro mensili. Questo pensionato godrà dal 2014 di un beneficio di 20,52 euro. A questo punto la curva, per effetto del meccanismo prima descritto, comincerà a flettere. Tanto che dai 3mila euro in su l’aumento sarà per tutti di 14,27 euro. Dal punto di vista dei conti pubblici, la rivalutazione parziale vuol dire nel 2014 un risparmio di 580 milioni, che diventano 380 al netto degli effetti fiscali (…)
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