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Pensioni. Matteo Renzi demagogo dice “parole vigliacche” – Michele Carugi

di Marco Benedetto |11 Novembre 2013 9:14

Matteo Renzi pensa ai giovani di Amici e dimentica i pensionati

Pensioni: Matteo Renzi che slitta verso demagogia di bassa lega e vetero comunismo ha trovato Miche­le Carugi, pensionato, trasformato in uno scoglio che gli ha fatto male. L’episodio, avvenuto nello studio di Michele Santoro, è stato rilevato da più osservatori. Seguiamo la ricostruzione di Gabriele Villa sul Giornale, con il titolo:

“Il pensionato che manda in tilt Matteo Renzi, il dema­gogo”.

“Quattro frasi ben asse­state messe a segno da uno che «ha pagato i contributi» per tutta una vita, e non si sente affatto in colpa se percepisce una pensio­ne più che sostanziosa, ed ecco che (l’ormai ex) enfant prodige del Pd, Matteo Renzi, ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti e non è riuscito più a proferire pa­role e proposte di senso compiu­to.

“Du­rante la puntata di Servizio Pub­blico , il programma condotto su La7 da Michele Santoro, è intervenuto dalla balconata l’ingegner Michele Carugi, che, dopo aver lavorato per quasi 40 anni, oggi percepisce una pensione di 7 mila euro lordi.

Che co­sa ha contestato, dati alla mano, Carugi a Renzi? L’iniquità a cui potrebbero portare, se fatti indi­scriminatamente, i tagli delle pensioni d’oro,tanto carial Pd e allo stesso Renzi, visto che non c’è una definizione chiara e net­ta di tali pensioni. E, sempre dati alla mano, il rischio che si pena­lizzi chi è già penalizzato.

E a so­stegno della sua tesi ecco che puntualmente Carugi ha citato le differenze sostanziali tra i bu­rocrati di Stato, premiati e arric­chiti da certi contributi figurativi da sogno,e chi,come lui,ha sem­plicemente lavorato e versato i contributi per sperare poi di es­sere ricambiato da un sistema pensionistico corretto.

A questo punto Renzi, in evidente difficol­tà e decisamente impreparato sull’argomento, ha cercato di puntare la sua replica su quattro frasi inzuppate di de­magogia tipo: «Togliere poche centinaia di euro a chi ha pensio­ni altissime, consentirebbe a molti di viver meglio. Uno che prende 7 mila euro al mese può anche prenderne 6.500 e campa lo stesso. Il pensionato con 600 euro invece non può fare a meno di 50 euro».

Ma quello che ottie­ne Renzi in studio è un effetto boomerang visto che anche gli altri interlocutori in studio lo contestano, come lo contesta con ancor più veemenza lo stes­so Michele Carugi che lo accusa di pronunciare «parole vigliac­che ».

«Perché – come ha puntualiz­zato ieri, raggiunto telefonica­mente dal Giornale , lo stesso Ca­rugi- è lo Stato, sono i governi, che non vogliono uscire dal­l’equivoco dei termini e operan­do, indiscriminatamente, tagli li­neari sulle pensio­ni, come sulla sanità come in altri com­parti, attuano scelte vigliacche. La vi­gliaccheria dello Sta­to ci ammazza, per­ché invece di opera­re scelte coraggiose e ragionate si preferi­sce dire “ecco taglia­mo indiscriminatamen­te il dieci per cento a tutti”. Rimango sorpreso perché sul tema delle pensioni non ve­do una campagna di resistenza considerando che anche il Go­verno precedente, fatto di bocco­niani, ci ha provato. Che senso ha dire “tagliamo gli stipendi a tutti i dipendenti pubblici”? Ci sono dipendenti pubbli­ci creativi e produtti­vi che, al contrario meriterebbero, di venir pagati di più non di meno».

Obie­zioni precise e pun­tali, come si diceva, che però ieri, sul web, hanno scate­nato frasi non pro­prio di congratulazioni all’indi­rizzo di Carugi. E l’ingegnere come l’ha pre­sa?

«Accuse tipo “paga e taci” non mi sorprendono da parte di chi, all’insegna del populismo più trito, vuole far passare il mes­saggio che anche i ricchi devono piangere».

Soddisfatto di aver messo Renzi all’angolo?«A volte Renzi sembra esprimere idee in­novative però cade del traboc­chetto di non analizzare le pro­blematiche. Come molti, se non tutti i politici, ha dimostrato di conoscere ben poco la materia di cui si dibatteva. Quello delle pensioni d’oro non sarà il primo problema in Italia ma è la carti­na di tornasole di come chi go­verna o vuole governare si muo­va a tentoni ».

 

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