Perché Berlusconi vuole il voto anticipato a giugno? Lo Papa su Repubblica

ROMA – Perché Silvio Berlusconi vuole elezioni anticipate a giugno? Il retroscena di Carmelo Lopapa sul quotidiano la Repubblica, offre alcune delucidazioni in merito. Il rifiuto di Napolitano di vederlo come suo successore al Colle e tre processi pendenti, con una sentenza (Mediaset) che tra meno di un anno potrebbe diventare definitiva, con tanto di eventuale interdizione dai pubblici uffici, hanno convinto Berlusconi che nuove elezioni a giugno-luglio siano la sua ultima occasione di rifugiarsi nelle riparate stanze  di Palazzo Chigi.

Scrive Lopapa:

C’è stato uno spartiacque decisivo, nel colloquio lungo oltre un’ora tra la delegazione di centrodestra e il presidente della Repubblica. Ed è coinciso col momento in cui Berlusconi ha offerto, anzi chiesto, per l’ennesima e ultima volta a Giorgio Napolitano la ricandidatura al Colle. Ma di fronte al prevedibile rifiuto dell’inquilino del Quirinale, allora si è chiuso per l’ex premier lo spiraglio residuo. Il Cavaliere dà ormai per persa la corsa per la carica più alta e le sue speranze di piazzare una figura «terza», di garanzia. Ecco perché le urne diventano l’ultima spiaggia per tentare la scalata a Palazzo Chigi, per un leader gravato da tre processi pesanti e una sentenza (Mediaset) che tra meno di un anno potrebbe diventare definitiva, con tanto di eventuale interdizione dai pubblici uffici.

Questa la tabella di marcia di Berlusconi per approdare alle urne a giugno, secondo Lopapa:

Raccontano che Berlusconi da giorni sia entusiasta, scorrendo isondaggi. Ultimo ieri l’Swg che attesta il Pdl in crescita di due punti in una settimana e primo partito col 26,2. Per le prossime settimane sta già mettendo a punto un calendario di apparizioni tv serrate, come quelle con cui ha martellato per due mesi prima del voto. E poi ci sono le manifestazioni di piazza annunciate. Bari sabato 13 aprile, con Raffaele Fitto e la sua macchina operativa che ruota a pieno regime. Seguiranno, due settimane dopo, una kermesse al Nord, probabilmente a Milano, e una terza in una città ancora da definire. Daniela Santanché, da pochi giorni ha preso in mano su delega del capo, non a caso, l’organizzazione del Pdl. La ristrutturazione è in cantiere, sarà illustrata nei prossimi giorni. Intanto, si sbilancia, «la macchina elettorale è già partita, per noi la campagna è ormai aperta: per i fondi necessari lanceremo un fund raising», la raccolta di risorse tra privati. C’è pur sempre Berlusconi, ma sono tempi di magra per tutti, come spiegava ieri aRadio24 Maurizio Bianconi, tesoriere Pdl: «Avevamo un bilancio di 28 milioni, lo abbiamo ridotto a 21e dobbiamo ridurlo a 6. Taglieremo tutto il possibile, l’assetto delle sedi, la sede centrale, le sedi più grandi, la sede di Milano». E se la rimonta è andata quasi in porto in poche settimane, spiega sicuro Ignazio Abrignani, responsabile elettorale del partito, «figurarsi da ora a giugno».

Spera che a questo punto, il capo dello Stato però aiuti il percorso, «magari con dimissioni anticipate che aiuterebbero a non ritrovarci col voto a luglio: un gesto di responsabilità che sarebbe nelle sue corde». Intanto, da Abrignani e altri dipende la macchina di volontari tenuta in caldo. «Siamo ormai in grado di mobilitare, grazie ai 20 coordinatori regionali Pdl e le loro centinaia di referenti, circa 50 mila volontari in tutta Italia». È la struttura a piramide che ha funzionato nella campagna di febbraio e riattivata per Piazza del Popolo il 23 marzo. Ora si riparte.

Ma Giorgio Napolitano, ahiloro, ha deciso di restare in sella al Quirinale fino alla fine del suo mandato, il 15 maggio. Anche se, di elezioni anticipate non vuole sentir parlare: “Non mi riguardano, è una decisione che spetta al mio successore”, ha detto Napolitano in sala stampa, dopo aver smentito le ipotesi di dimissioni circolate in seguito alle consultazioni di venerdì.

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