ROMA – Piazza Navona occupata dai vu comprà. Scomparse le bancarelle i venditori abusivi di marchi taroccati “sbucano ovunque”. Chi andasse in cerca del bue e dell’asinello, scrive Alessia Marani del Messaggero “delle statuette del presepe e di befanelle con le scope di saggina, si arrenda: al massimo potrà comprare (niente scontrino, ovvio) una Chanel taroccata”.
Mentre si attende il pronunciamento del Tar sul ricorso dei bancarellari contro il nuovo bando del I Municipio che (su input della Soprintendenza statale ai beni architettonici) tenta di azzerare anni di illeciti e proroghe a catena. «Eppure sarebbe bastato che chi doveva controllare finora avesse fatto il proprio lavoro», tuona Palmerino Tucci, ristoratore dal ’65. Il cartello dei banchi che in larga parte fa capo alla famiglia Tredicine si è opposto alla riduzione delle postazioni da 115 a 72 e, al momento di ritirare le concessioni, «per solidarietà agli esclusi», in blocco ha deciso di presentare ricorso lasciando, di fatto, la piazza, i romani, bambini e turisti, a bocca asciutta. Niente fiera, una tradizione fin dal 1875 che rischia di spegnersi. E intanto i vu cumpra’ sbucano da ogni angolo, in barba ai controlli e ai divieti. Come la metti la metti, insomma a piazza Navona, regna l’illegalità.
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