Pierluigi Bersani, il fratello Mauro: “Non diamo colpe allo stress da politica”

Pierluigi Bersani
Pierluigi Bersani

ROMA – “Non diamo colpe allo stress da politica”, queste le parole di Mauro, il fratello di Pierluigi Bersani, intervistato da Repubblica:

«Ero lì anche quando Pierluigi, prima di entrare in sala operatoria, ha chiesto alla figlia Elisa di registragli la partita Juventus-Roma. Ho capito bene perché l’ha fatto. Voleva dire: stai tranquilla, ci vediamo dopo. Voleva dare un tono di normalità a una cosa che normale non è». Mauro Bersani, il fratello medico dell’ex segretario del Partito democratico, è stato vicino a Pierluigi in tutta la drammatica prima giornata.
Come l’ha trovato?
«Ha reagito molto bene. Sempre controllato, lucido, collaborativo e con il morale alto. Insomma, era lui a fare coraggio agli altri. Lo dimostra l’idea della partita da registrare. Un autocontrollo davveroimpressionante».
Il 2013 è stato un anno pesante, per suo fratello. Pensa che abbia avuto qualche parte nella sua improvvisa ma-lattia?
«Le ultime vicende non lo hanno certo aiutato, anche se lui è abituato da sempre alle tensioni. Ma voglio essere chiaro per non innescare assurde polemiche. C’è chi vive con un aneurisma o altre malformazioni, nemmeno lo sa e arriva a fine vita senza problemi. Qualche volta invece l’aneurisma si rompe e provoca sanguinamento. Elementi che possono provocare queste rotture sono il susseguirsi di crisi, gli sbalzi di pressione, l’ipertensione… E questo riguarda tutti, dal politico al chirurgo, al pilota… Più sono presenti ansia e preoccupazione, più sei esposto. Per questo non voglio incolpare nessuno: anche l’infortunio fa parte del mestiere, e Pierluigi il mestiere di politicose lo è scelto».
Quando ha saputo che suo fratello stava male?
«Ero al supermercato, domenica verso le 11 del mattino. Mi telefona la moglie Daniela, mi racconta che mio fratello è sul divano con unfortissimo mal di testa, che non l’aveva mai visto soffrire così. Per fortuna anch’io sono un medico, ho capito che doveva essere portato immediatamente all’ospedale. La velocità dell’intervento, in questi casi, è importantissima».
Lei l’ha poi accompagnato in ambulanza all’ospedale Maggiore di Parma.
«Si parla della sanità quasi soltanto quando le cose vanno male. Io invece ho visto una bellissima collaborazione fra l’ospedale di Piacenza, dove Pierluigi è stato sottoposto a una Tac, e quello di Parma. Dopo i primi risultati,mentre il paziente veniva avviato verso l’ambulanza, i medici dei due ospedali si stavano parlando in teleconferenza. Quando è arrivato al Maggiore, avevano già le prime indispensabili informazioni».
Ma suo fratello è un paziente con un nome famoso.
«Guardi, con il mio mestiere ho conosciuto tante persone che hanno avuto problemi simili e possono dire che per tutti c’è stato questo trattamento. Dovremo aspettare ancora non pochi giorni, prima di conoscere il futuro di Pierluigi. Ma già oggi si può dire che siamo di fronte a un caso di buona sanità. E non solo perché il malato si chiama Pierluigi Bersani».

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