Pina Picierno, ritratto di gaffeuse. Da De Mita a “cameriera” di Renzi. Il Fatto

Pina Picierno, ritratto di gaffeuse in carriera. Da De Mita a "cameriera" di Renzi
Pina Picierno, ritratto di gaffeuse in carriera. Da De Mita a “cameriera” di Renzi

ROMA – Pina Picierno, ritratto di gaffeuse in carriera. Da De Mita a “cameriera” di Renzi. Al netto dei toni e della solita virulenza televisiva, l’accusa con cui Vittorio Sgarbi (guarda il video) liquidava Pina Picierno (“non hai idee sei la cameriera di Renzi”) appare un po’ ineducata ma non del tutto infondata, almeno nella ricostruzione della sua resistibile ascesa che ne fa Carlo Tecce su Il Fatto Quotidiano. Cresciuta politicamente nell’Irpinia del mito De Mita (di cui è stata sostenitrice accanita ed esegeta con tesi di laurea dedicata), Picierno è stata demitiana, veltronian-franceschiniana, bersaniana e infine renziana di ferro.

Generosa quanto ad autostima, molto meno quanto a riconoscenza, ha inanellato parecchie gaffe e altrettante conversioni ad U. Da renziana ha recitato un peana in difesa del bonus 80 euro che nel suo piccolo è rimasto negli annali quando ha fornito la lista della spesa per la massaia più virtuosa del mondo, capace con 80 euro, appunto, di far mangiare un esercito caffè compreso.

Un paio di anni fa, un po’ assente in tv, Picierno s’inventò movimentista, da striscione, da protesta e da corteo. Era per una causa nobile: liberare Scampia, cacciare la camorra. È una dimensione che sfrutta, da casertana, giovane, dem. E con lo zio Raffaele Achille Picierno, ex sindaco di Teano, coinvolto in un’inchiesta per associazione a delinquere, abuso d’ufficio e certificazioni illegittime. La Picierno vuole occupare Scampia, perché in quel periodo la moda era occupare: Wall Street, Madrid, ovunque.

Dove ci sono le orribili case a vele, Picierno voleva piantare le tende. Risultato: una sfilatina di 10 persone. Riesce a entrare per il secondo giro in Parlamento: ormai una veterana. Quando ha avvertito la debolezza dei bersaniani, si è avvicinata al renzismo. Pur di punire Rosy Bindi, un pezzo del partito la propose per la presidenza in Commissione Antimafia e tra i meriti citavano il suoi impegni nelle associazioni. Roberto Saviano, con la galanteria di un uomo che fa investiture senza essere troppo esplicito, fece intuire la sua preferenza per la Picierno.

Sarà per la prossima. Pina ha la testa dura, e non s’arrende. Vuole fare “ammuina”. E urlò con un cinguettio su Twitter: “Il gassificatore di Capua non s’adda fare”. Il fiume Adda non c’entra nulla, semmai c’entra il lago di Como, perché Giuseppina detta Pina voleva citare Alessandro Manzoni, “non s’ha da fare”. Sul comodino, a casa, dice di avere sempre le poesie di Neruda e il Pinocchio di Collodi. E forse anche Topolino. Perché una volta in radio, interrogata su un’alleanza con l’Udc, rispose giammai: “Solo se smettono con la politica del dolce forno”. Ma erano i due forni, quelli di Casini.

E non il forno elettronico, reclamizzato su Topolino, per scaldare i cornetti, fa notare Lanfranco Palazzolo. Per le Europee, Renzi voleva una donna per ogni circoscrizione. Solito dilemma Pizzaballa al Sud, Picierno presente: sarà l’unica capolista ad arrivare seconda. Ma Strasburgo è riduttiva per Pina. Questo fine settimana, dopo che Landini e Sgarbi l’hanno sbertucciata in tv, celebra le “Fonderie” a Bagnoli di Napoli, 72 ore di incontri per ricevere gli omaggi di un gruppo di sottosegretari e ministri (Delrio, Martina, Orlando) capitanati da Francechini (ovvio) e buttar giù un programma per la regione Campania.

Sarà molto complicato tenere a casa Vincenzo De Luca e poi correre per la Regione, fare ambo con Gennaro Migliore, l’ex di Sel che vuole scalzare De Magistris. Non è facile rottamare De Luca. Impossibile rottamare Giuseppina detta Pina: non c’è nulla da rottamare. Ma questo lo dicono i detrattori. (Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano)

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