Rassegna stampa. Fiorito: “Polverini sapeva”. Conti pubblici, tagliate le stime

Il Corriere della Sera 21-9-12

I partiti si spartivano i soldi. Il Corriere della Sera: “Fiorito: Polverini sapeva, ecco la lettera con cui la informai”. Tutte le accuse di Fiorito “Ecco la lettera che informò Polverini”. Articolo di Fiorenza Sarzanini:

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“Ci sono i «ladri» che si facevano saldare le fatture false e i vertici che avallavano la distribuzione irregolare dei fondi. Ci sono le spese folli di chi avrebbe invece dovuto controllare la regolarità dei finanziamenti. E poi ci sono i parenti assunti come dirigenti, i consulenti pagati a peso d’oro, le vacanze da sogno trasformate in «missioni» politiche. Ma ci sono anche le cifre che lui stesso è accusato di aver rubato. Le prime verifiche dimostrano che è molto più di quanto si credeva: oltre un milione di euro spostato sui propri conti in Italia e all’estero”.

Per approfondire: Spese pazze Pdl? Polverini incalza: “Ma ho abolito carte prepagate di Marrazzo”

Conti pubblici, il governo taglia le stime. Scrive Lorenzo Salvia:

“Il segno più davanti al Pil, il prodotto interno lordo, dovrebbe tornare solo nel 2014. Ma il ministro dell’Economia Vittorio Grilli dice che già il 2013 «sarà un anno di crescita» e solo a «causa dell’effetto trascinamento» del calo registrato in questi mesi, il dato medio sarà di poco negativo. Il Consiglio dei ministri ha approvato la nota di aggiornamento al Def, il documento di economia e finanza con il quale viene disegnato lo scenario possibile dei prossimi mesi. Rispetto al documento approvato ad aprile, le stime del Pil vengono riviste al ribasso: per l’anno in corso si raddoppia, dal -1,2% della stima precedente al -2,4%. Ma il vero nodo era la previsione per il 2013, specie dopo che il presidente del Consiglio Mario Monti aveva detto di aspettarsi per quel periodo un ritorno alla crescita. Dopo l’aggiornamento di ieri, il Def prevede nel 2013 un flessione dello 0,2% contro l’incoraggiante +0,5% stimato ad aprile”.

I poster in metrò. L’ultima sfida della ricca ereditiera nemica dell’Islam. Articolo di Guido Olimpio:

“Pamela Geller è una guerriera. Che abusa del diritto di espressione trasformandosi nella pasionaria dell’islamofobia. Se c’è un’occasione per provocare, lei non la perde. Ex manager a New York, un ricco conto in banca grazie ad un’eredità e ad una polizza sulla vita, 54 anni, Pamela ha vinto anche la sua ultima battaglia. Potrà affiggere in dieci stazioni del metrò di New York dei poster con frasi non troppo distensive: «In ogni guerra tra un uomo civilizzato e un selvaggio, schierati con l’uomo civilizzato», frase della nota scrittrice Ayn Rand, musa della vestale anti—islamica. Poi a fianco una scritta in sostegno di Israele e un appello «a sconfiggere la Jihad». L’azienda dei trasporti si era opposta ma un giudice ha data ragione alla Geller e al suo gruppo, l’American Freedom Defense Initiative”.

La Repubblica: “Fiorito: così si rubava alla Regione”. La Polverini per ora non molla “Sono stata tradita dal sistema io mai con le mani nel sacco”. Articolo di Mauro Favale:

Per approfondire: “Fiorito ai pm: ‘Polverini sapeva, sistema per spartire fondi’”. Poi smentisce

“Dopo le dimissioni di Battistoni, sacrificato sull´altare della ragione di partito, resta al suo posto Mario Abbruzzese, presidente dell´assemblea verso il quale, però, potrebbe presto partire la «fase due» richiesta dalla governatrice: azzeramento dell´ufficio di presidenza con conseguente pressing per invitarlo a dimettersi e completare così il quadro di rinnovamento. A quel punto, a prendere il suo posto potrebbe essere Francesco Storace, ex presidente della Regione, leader della Destra, che in questi giorni ha giocato sempre di sponda con la governatrice. 
Per la Polverini sarebbe la chiusura del cerchio, per il Pdl una resa senza condizioni. Ieri, per tutto il giorno, i dirigenti del partito hanno continuato nel loro accerchiamento alla governatrice. L´unico ad avvertirla di «calcolare bene tutte le mosse» è stato Pier Ferdinando Casini, leader dell´Udc, in maggioranza alla Pisana”.

Borse di Gucci, Apple store e ristoranti. Inchiesta di Maria Elena Vincenzi:

“C’è da perdersi nella lista dei movimenti del conto su cui transitavano i fondi destinati a coltivare i legami con gli elettori. E pare strano che, per raccogliere voti sul territorio, fosse necessario, il 27 dicembre del 2010 (forse un regalo di Natale fatto con qualche giorno di ritardo?), pagare 515 euro nel negozio di Gucci in via dei Condotti, la strada romana del lusso. Così anche per i 39 euro spesi all´Apple Store di Roma Est, uno dei mega centri commerciali della capitale e per i 50 euro, tondi tondi, spesi in un negozio di fiori di Anagni. Acquisti che può aver fatto chiunque, forse con l´eccezione di quelli effettuati ad Anagni, ma, di certo, con i soldi del partito”.

Addio ai miti Patria e Onore gli ex Msi nell´orgia del potere tra case di lusso, cene e auto blu. Scrive Filippo Ceccarelli:

“Sono cresciuti con il mito della Patria, dell´Ordine, della Gerarchia, dell´Onore, della Tradizione e via dicendo. E ora perché sono lì ad abboffarsi senza requie nei ristoranti di lusso? Quale maligno incantesimo, quale invincibile demonio li obbliga oggi a smaniare e a vendersi l´anima e la reputazione per una casa con un buon indirizzo o per una villa, un Rolex d´oro, una macchina di alta cilindrata, un autista servizievole, uno champagne millesimato, una vacanza esotica, una consulenza alla Rai, una escort che lo è, ma non lo sembra?
Quando Francone-Batman rivendica di sentirsi «il federale» non viene più nemmeno in testa quella fantastica pellicola con Ugo Tognazzi (1961). E a guardare tanti suoi ex camerati, quegli stessi che in gioventù rischiavano o prendevano le botte nelle scuole o sotto casa, si resta attoniti come dinanzi a un sogno che è svanito”.

Il Giornale 21-9-12

Il Giornale: “Stanno per arrestare il direttore de Il Giornale”. Scrive Vittorio Feltri:

“Un giornalista in carcere per motivi professionali è la negazione della democrazia. Infatti l’Italia non è un Paese democratico né liberale: l’unico in Occidente a non esserlo. Noi siamo uguali alla Corea del Nord, simili alla fallita Unione Sovietica. Tutto dalla vita mi sarei aspettato, tranne che di scrivere questo artico­lo. Mi tremano le mani sulla tastiera della Oli­vetti. Vi racconto ciò che sta per accadere: il no­stro direttore responsabile, Alessandro Sallu­sti, è sul punto di essere arrestato. Ha ucciso un persona, premeditando il delitto? Ha rapi­nato una banca? Ha violentato una bambina? Ha scritto un articolo contro Gesù o contro Ma­ometto? Nossignori. Nel 2007, in quanto ge­rente di Libero , aveva la responsabilità ogget­ti­va di quanto quel quotidiano pubblicava. Poi­ché un dì vennero stampati sul medesimo fo­glio un pezzo e un commento su una vicenda giudiziaria, nei quali era citato un giudice tute­lare, Giuseppe Cocilovo, questi, ritenendosi diffamato, sporse querela. Il commento in questione non era stato ver­gato da Sallusti, ma da un altro autore che lo aveva firmato con uno pseudonimo. Non im­porta. La legge considera responsabile di ogni riga storta (uscita sul giornale) il direttore. Il quale pertanto è stato processato a sua insapu­ta. Perché a sua insaputa? L’avvocato del­l’azienda editoriale si era distratto e non aveva tutelato l’imputato”.

Fini e le spese pazze per le foto In soli sei mesi 180mila euro. Scrive Paolo Bracalini:

“Se la Polverini spende in un anno 75mila euro in foto, Gianfranco Fini fa molto me­glio: 180mila euro in «servizi foto­grafici »spesi dal servizio«Cerimo­niale » della Camera dei deputati (che si occupa soprattutto della presidenza) nel primo semestre 2012. Nel rendiconto pubblicato dal sito Il Portaborse si leggono tre cifre con altrettanti nomi. Primo, 93.574, 26 per «Impero fotografico Srl», quindi 69.706,76 per «Image Communication Net Srl» e infine 18.214,60 euro a favore di «Luxar­do foto di A. Sulpizi»,tre spese rela­tive ai primi sei mesi dell’anno. Certo, la Camera è più importante della Regione Lazio, i deputati so­no dieci volte di più, e il presidente della Camera è in fondo la terza ca­rica dello Stato, merita un book fo­tografico di tutto rispetto. Ma che ci faranno con tutte quelle foto? E quale urgenza istituzionale può aver convinto Fini a comprare, ol­tre a quella sterminata serie di scat­ti, anche 44.770,00 di clip? C’è an­che questa spesa tra le uscite della Camera nel primo semestre 2012. Il destinatario è la«Ovo Srl»,socie­tà fondata dall’ex deejay di Mtv An­drea Pezzi. La Ovo produce conte­nuti multimediali, in particolare vi­deoclip di pochi minuti su storia e personaggi, anche politici. Il con­tratto con la Camera consistereb­be nella fornitura di clip da tra­smettere sul canale satellitare del­la Camera dei deputati”.

Il Fatto Quotidiano: “Quelli della “. Polverini di stalle. Editoriale di Marco Travaglio:

“Guardate che me ne vado, eh?”. “Lo sapete che potrei andarmene?”. “Avete capito o no che potrebbe darsi che me ne vada?”. Dopo una settimana trascorsa a minacciare di andarsene, ieri sera si è finalmente capito dov’era diretta Renata Polverini: in televisione. Precisamente a Piazza Pulita (per cambiare un po’: fino all’altroieri era un arredo di Ballarò). Intanto, in stereo, Francone Fiorito in arte Er Batman e il suo avvocato Carlo Taormina facevano il loro ingresso trionfale a Porta a Porta. Per Fiorito, si trattava di una lieta new entry. Per il vecchio Tao, un gradito ritorno, dopo i fasti del delitto di Cogne col contorno di plastico dello chalet e calunnie ai vicini della porta accanto. Mancava soltanto il figlio di Vespa, immortalato nella festa trimalcionica in stile antico romano, con Partenone (che sta in Grecia, ma fa lo stesso) di cartapesta e otri di finta pietra piene di vodka e mojito (tipiche bevande del tardo impero). Si conferma così uno dei tanti spread che dividono l’Italia dal mondo civile: nei paesi seri chi ruba va in galera e poi a casa (o viceversa), in Italia va a Porta a Porta. Che è pur sempre una pena, ma un po ’ meno afflittiva”.

La sprecopoli renziana. Inchiesta di Davide Vecchi:

“Aragoste, vini pregiati, soggiorni negli Stati Uniti, biglietti aerei, cene, pasticcini e fiori: il giovanissimo Matteo Renzi, quando era presidente della Provincia di Firenze, si è adeguato con estrema disinvoltura al modus operandi dei politici di professione. E così, tra gli spaghetti al caviale di Luigi Lusi e gli sprechi della giunta regionale di Renata Polverini per la comunicazione, l’attuale sindaco di Firenze e possibile candidato premier per il centrosinistra si insinua tra i due esponenti simbolo dello sperpero del denaro pubblico. Anche la Corte dei Conti vuole vederci chiaro sui conti della Provincia dell’era renziana: ci sono troppi rimborsi senza giustificativi adeguati e un uso allegro delle carte di credito da parte del rottamatore. Dal 2005 al 2009, nel periodo in cui Renzi è stato presidente, la Provincia ha speso 20 milioni di euro”.

Il Messaggero: “Lazio, inchiesta su tutti i partiti”. La politica e il servizio perduto. Editoriale di Piero Alberto Capotosti:

“Ci siamo già assuefatti agli scandali politici? Il rischio c’è, considerato che ormai i titoli di testa di giornali e telegiornali non fanno altro che descrivere le vicende più indecorose e incredibili di abusi di potere con sperperi e appropriazione del pubblico denaro. Adesso sono gli esponenti della Regione Lazio sulla scena, ma in passato erano in primo piano, tanto per citare le più recenti, le vicende dei tesorieri della Lega e della Margherita, o gli esponenti della Regione Lombardia per i loro oscuri rapporti con il mondo degli affari lombardo. 
È inutile tentare di fare qui una classificazione degli scandali politici degli ultimi mesi: sono così numerosi che si corre il rischio di dimenticarne qualcuno. L’unica cosa certa, oltre al ripetersi di scene di contorno incredibili, come faraonici banchetti a base di champagne e ostriche, o favolose vacanze ai Carabi, o ville meravigliose in località esotiche, o addirittura sacchetti di diamanti, è la provenienza di questi scandali dal mondo del potere politico, o, per meglio dire, da un certo tipo di sottopotere politico”.

Scuola, a dicembre il concorso test da 50 domande in 50 minuti. Articolo di Pietro Piovani:

L’iscrizione. Il bando di concorso sarà pubblicato martedì prossimo (un giorno dopo il previsto). Chi ha i requisiti potrà iscriversi solo online. A quanto si è capito, dal giorno della pubblicazione ci saranno 30 giorni di tempo per iscriversi.
La preselezione. Entro dicembre si svolgerà la prima prova scritta. I candidati risponderanno a un quiz con domande a risposta multipla: 50 domande, 50 minuti per rispondere. Le domande di tipo logico deduttivo saranno 36, quelle di informatica 7, quelle di lingua altre 7. Tutto l’esame si farà al computer, in aule appositamente attrezzate, ogni candidato avrà la sua password. Una risposta giusta vale un punto, una sbagliata meno uno, zero punti se non si risponde. Stando a quanto hanno appreso i sindacati, il punteggio minimo per superare la selezione sarà di 35 punti. Le 50 domande saranno scelte in modo casuale da una batteria di 3.500 domande che verranno rese pubbliche in largo anticipo così che i candidati possano esercitarsi”.

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