Le Poste Italiane ingolfate, “1.200 tonnellate di lettere ferme al centro di smistamento”

Le Poste Italiane ingolfate, "1.200 tonnellate di lettere ferme al centro di smistamento"
Le Poste Italiane ingolfate, “1.200 tonnellate di lettere ferme al centro di smistamento”

ROMA –  Una montagna di lettere sta ingolfando Poste Italiane. Da Milano a Napoli a Palermo, le giacenze aumentano di ora in ora, ma Poste Italiane minimizza: si tratta solo di un “parziale rallentamento”. Il motivo? La manutenzione: non va come dovrebbe. Rallenta tutto, anche la lettera inviata da Giorgio Napolitano per annunciare la sua disponibilità a deporre nel processo sulla trattativa Stato-Mafia, ma la mattina del 7 novembre quella lettera ancora non si trova. “La lettera – dichiara il Quirinale – è stata spedita tramite Poste e indirizzata direttamente al presidente della sezione della Corte d’Assise”. Poche ore dopo la missiva presidenziale viene recuperata.

Scrive Antonio Massari sul Fatto Quotidiano:

La manutenzione non è un dettaglio: è necessario affidarla a personale qualificato. Un colosso delle pulizie Poste Italiane – con l’ultima gara d’appalto – l’ha affidata alla Ph Facility: un colosso da mille dipendenti, sì, ma in tutt’altro ramo, quello delle pulizie. Tra i suoi clienti può vantare il Senato e la Camera dei Deputati, il ministero della Giustizia e i Monopoli di Stato, l’università di Genova e Finmeccanica. Soprattutto, Finmeccanica. Con l’azienda di piazza Monte Grappa – dice Anna Giuntini, amministratrice delegata di Ph Facility – gli affari sono floridi da ben 12 anni: “Abbiamo accumulato un fatturato di circa 200 milioni di euro”. Bene: ma Ph Facility s’è mai occupata della manutenzione di un Cmp? “No”, risponde Giuntini, “perché finora – in regime di monopolio – il settore era in mano a due aziende: Stac Italia al nord e Logos al sud”. “Non abbiamo esperienza” Stac e Logos – fino a due settimane fa – lavorano in subappalto per la Selex Es (società del gruppo Finmeccanica): da trent’anni questi operai si occupano della manutenzione delle macchine costruite proprio da Selex. Dal primo novembre l’appalto passa a Ph Facility. Lo vince con Selex Es che – abbandonando Stac e Logos – la sceglie come partner, accaparrandosi una gara da circa 90 milioni di euro pubblici. Stac e Logos provano a gareggiare, alleandosi con Siemens, ma perdono perché il ribasso di Selex e Ph Facility è superiore. Il punto, però, è che Ph Facility non ha alcuna esperienza nel settore che, per stessa ammissione della ad Giuntini, è monopolio degli operai di Stac e Logos. C’è un dettaglio in più. A detta della Fiom già da gennaio – quindi prima di vincere l’appalto” Selex e Ph facility iniziano contrattazioni individuali per assumere operai Stac e Logos. Possibile? “Contratti ribassati” Ph Facility e Selex Es smentiscono, gli operai Fiom ribattono: “Ancor prima della gara, già a fine gennaio 2013 – dice Silvano, ex operaio Stac – il personale Selex ha annunciato che non avrebbe più rinnovato il subappalto a Stac: se volevamo lavorare, ci hanno spiegato, dovevamo recarci presso la sede della Manpower di Padova dove avremmo trovato personale Ph Facility”. (…)

Alla redazione del Fatto Quotidiano però continuano a giungere immagini di giacenza – che pubblichiamo – dai vari Cmp sparsi per l’Italia. Abbiamo rintracciato una raccomandata che, spedita il 5 novembre, sei giorni dopo era nella sede di Italposte, che è un operatore privato, quindi concorrente di Poste Italiane. Anche oggi gli operai saranno davanti ai cancelli per presidiare i Cmp: “In questo momento, con la politica aziendale di Ph Facility, 190 operai sono rimasti per terra”, conclude Omiciuolo, “noi lotteremo fino all’ultimo, fino a quando non avremo ottenuto l’assunzione di tutti i lavoratori, con contrattazione collettiva – non individuale – e attraverso il mantenimento del contratto da metalmeccanici e delle condizioni economiche pregresse”.

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