“Poste lumaca, controlli col trucco”, l’inchiesta del Fatto Quotidiano

"Poste lumaca, controlli col trucco", l'inchiesta del Fatto QuotidianoROMA – Il Fatto Quotidiano pubblica in esclusiva il racconto del viaggio all’inseguimento delle lettere e delle cartoline spedite e mai arrivate. Un’inchiesta sui centri di smistamento dove si ammassano milioni di buste. Mentre le Poste si dedicano ad altri affari, perfino all’Alitalia.

Scrive Antonio Massari:

Poste lumaca, controlli col trucco. “Carta di qualità”. “Controllo di qualità”. “Qualità del servizio”. La parola chiave è “qualità”. Inclusa quella del lavoro e della vita d’un centinaio di operai in lotta da mesi. Questa storia si può racchiudere in una busta da lettera affrancata con 70 cent. Ma quanti elementi concorrono alla qualità del servizio? Le mani dei portalettere, gli operai dei centri di smistamento, la manutenzione di macchine complesse, autisti e furgoni e aerei che viaggiano fino all’angolo più sperduto del Paese. Un servizio che – proprio perché Poste ci garantisce la qualità del servizio – paghiamo con circa 300 milioni di euro. Se il servizio non rispetta gli standard di qualità, Poste Italiane deve pagare una sanzione, che può valere milioni. Per questo motivo – al costo di 1,2 milioni di euro – l’Agcom ha affidato a un controllore, la Izi spa, il compito di verificare se Poste si comporta in modo conforme al contratto (…)

Gli standard certificati dalla Izi spa raccontano infatti un’altra realtà. L’obiettivo del 2011, per la consegna della posta prioritaria in un giorno, era dell’89 per cento: poste Italiane può vantare di aver raggiunto il 94,7. Lievissima flessione nel 2012: consegna in 24 ore raggiunta nel 92,9 per cento dei casi. Ma come funziona il sistema di controllo? Esiste una rete di 450 persone – incaricata dalla Izi – che riceve e spedisce quotidianamente lettere, annotando data di spedizione e di ricezione, in modo da testare i tempi di consegna (…)

Una nostra fonte – che chiede l’anonimato – ci spedisce 4 fotografie, scattate da una macchina di smistamento postale, che inquadrano lettere non identificabili. Le fotografie inquadrano un macchinario che smista le lettere in questione: segno che, queste lettere, sono state immortalate all’interno di un centro di Poste. “Sono certo che si tratti di lettere civetta – dice la fonte – perché è stata data una precedenza assoluta rispetto a tutte le altre: sono entrate in una sorta di corsia preferenziale”. Dalle fotografie è visibile il display della macchina in dotazione ai servizi di meccanizzazione postale: è attivo un programma Elsag in “turno aperto”. C’è poi la data – 23 ottobre 2013 – e l’ora del passaggio: le quattro lettere transitano nella macchina tra le 19.32 e le 19.33. E soprattutto: le fotografie indicano nome, cognome e indirizzo dei destinatari. Ne abbiamo rintracciati due: entrambi ammettono – le loro registrazioni sono disponibili su ilfat  toquotidiano.it   – di ricevere lettere, che poi consegnano ai capizona dell’ente di controllo, per verificare la qualità dei tempi di consegna di Poste Italiane.

La nostra fonte non mentiva: quelle fotografie, immortalate in un centro di meccanizzazione postale, ritraggono due lettere civetta. Eppure: Poste non dovrebbe conoscere questi indirizzi. (…) Sarà senza dubbio marginale, ma il Fatto Quotidiano ha verificato che il sistema di segretezza, almeno in due occasioni, è stato “perforato”. Sarà altrettanto marginale, ma la nostra rilevazione empirica dimostra che, rispetto alle dieci lettere che ci siamo inviati, ben cinque sono in viaggio da 23 giorni. Accatastate in chissà quale centro.

(…) Due mesi fa Selex Es – abbandonando Stac e Logos – sceglie come partner Ph Facility: vince una gara da circa 90 milioni. È logico affidare la manutenzione dei cmp a una società di pulizie senza alcuna esperienza nel settore? Per Poste Italiane, sì. D’altronde, l’importante, è garantire la qualità. (…) Selex Es ha un’esperienza di 8 anni sul campo, ha costruito i macchinari dei Cmp, ma quali operai lavoreranno alla manutenzione? Il Fatto Quotidiano è in grado di rivelare che Poste ha scelto un’azienda che metteva a disposizione soltanto 18 tecnici. I Cmp italiani ne impiegano circa 300. Il 18 marzo 2013, con il progetto di servizio offerto a Poste, dopo il bando di gara indetto nel dicembre 2012, Selex Es e Ph Facility propongono la seguente organizzazione del lavoro: 30 operai di Selex Es e soltanto 18 di Ph Facility; E il resto degli operai?

Il 40 per cento – propongono Selex Es e Ph Facility – sarà acquisito dalle aziende che, precedentemente, avevano lavorato in sub appalto con Selex: parliamo di Stac e Logos. In sostanza Ph Facility – partner di Selex es – si propone di assumere gli operai di altre aziende, non avendone di propri, e lo dichiara a Poste Italiane. Che accetta. Ma sono molti gli operai a rifiutare. Non tutti, almeno. Perché la qualità ha molti significati. C’è anche la dignità del lavoro e il rispetto dei diritti che, ad avviso dei circa 170 operai Fiom in lotta, Ph facility non intende rispettare: i 170 operai della Fiom non hanno accettat l’assunzione con contratto multiservizi e la perdita della qualifica di metalmeccanici. La loro lotta si combatte ogni giorno, dal primo novembre, con gli ex operai Stac e Logos in presidio permanente dinanzi ai cmp di tutt’Italia (…)

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