Processo Mediaset, caso Ablyazov, redditometro: rassegna stampa e prime pagine

ROMA – Verdetto su Berlusconi. I legali: “Il reato non c’è”. La Stampa: “Attesa per oggi la sentenza del processo Mediaset Coppi ai giudici: “Al massimo una maxi-evasione”.

Coppi: il reato di Berlusconi non c’è. L’articolo a firma di Paolo Colonnello:

“La logica, in fondo, è quella del contenimento del danno. Che deve superare però una montagna di false fatture e società off shore argomentate finora nelle sentenze di condanna. Sentite cosa dice nel finale della sua arringa il prof. Franco Coppi in un crescendo di fuochi d’artificio che mandano in solluchero il presidente della Corte Antonio Esposito: «Al massimo possiamo dire che questa è una gigantesca evasione fiscale, si metta una pietra al collo all’evasore lo si butti giù da un ponte, se proprio si vuole (si volge sorridente verso Ghedini, ndr) ma qui non c’è in alcun modo un profilo penale». E sentite adesso come serve su un piatto d’argento la soluzione per la quadratura del cerchio giudiziario-politico del caso Berlusconi ai giudici della Suprema Corte che oggi, a metà pomeriggio, dovranno finalmente emettere la sentenza: «Siamo abituati a due categorie: il contribuente fedele, e l’evasore che froda il fisco. Ma in questo caso ne dobbiamo aggiungere una terza: l’evasione per abuso di diritto. Ovvero quando ci si serve delle norme di legge, esasperandole, per evadere il fisco. Una condotta che però non costituisce reato». Quindi le conclusioni: «Annullamento della condanna perché il fatto, integrando l’abuso di diritto e in mancanza di una norma antielusiva, non è previsto dalla legge. In subordine l’annullamento con la riqualificazione del reato in base all’articolo 4 della legge 74 del 2000 sui reati tributari anziché dell’articolo 2». Ovvio che Ghedini e Coppi preferirebbero la prima: assoluzione secca.”

Blitz della polizia francese. Preso Ablyazov a Cannes. L’articolo a firma di Gianni Micaletto:

“Si era rifugiato in Costa Azzurra, a Mouans-Sartoux, tra Nizza e Cannes, il dissidente kazako Mukthar Ablyazov. L’hanno scovato ieri in una villa le forze speciali francesi, che hanno fatto irruzione arrestando il banchiere ed ex ministro inseguito da un mandato di cattura internazionale firmato dagli ucraini. Aveva un passaporto della Repubblica Centrafricana a nome di Marat Ayan. Come la moglie Alma Shalabayeva, prelevata in una villa di Casal Palocco, Roma, il 29 maggio e poi rispedita nel giro di due giorni in Kazakhstan con la figlia Alua. Il commando entrato in azione vicino a Nizza non ha avuto dubbi sull’identità dell’uomo ricercato in mezza Europa. Secondo alcune fonti gli inquirenti sarebbero arrivati sulle tracce di Ablyazov partendo dal telefono del suo ex collaboratore Pavlov espulso poche settimane fa dalla Spagna. Il cellulare dell’ex addetto alla sicurezza del dissidente kazako sarebbe misteriosamente sparito. Da lì, potrebbe essere partita la svolta che ha portato i francesi da Ablyazov. Ieri per qualche ora, le autorità francesi hanno negato l’arresto. Poi, anche grazie alla conferma dell’avvocato di Ablyazov, e soprattutto grazie a un post su Facebook del figlio Madiyar, si è aperta una breccia nel muro delle smentite. «Mio padre è stato arrestato in Francia, dove si trovava legalmente – ha scritto il figlio su una pagina a lui attribuita -. Secondo quanto ci è stato riferito dalla polizia, l’arresto è stato eseguito su richiesta dell’Ucraina. Sappiamo che le azioni delle autorità ucraine sono conseguenza di un ordine del regime kazako».”

“Nostro padre è in pericolo Non datelo a Nazarbayev”. L’articolo a firma di Maurizio Molinari:

“Nostro padre in questo momento si trova in grave pericolo, temiamo che la Francia lo consegni nelle mani del dittatore del Kazakhstan, preghiamo le autorità francesi di non farlo». Madina Ablyazov parla dalla Svizzera, dove vive con il marito e dove ha accolto i famigliari fuggiti da Roma il 31 maggio scorso, dopo l’espulsione della madre Alma e della sorellina Adua verso il Kazakhstan. Legge una dichiarazione scritta, redatta assieme al fratello Madiyar. Il testo che hanno preparato, e il tremore della voce nel leggerlo, descrivono la tensione dell’intera famiglia. «Alle 3 del pomeriggio in Francia nostro padre Mukhtar Ablyazov è stato arrestato» esordisce la figlia. A farglielo sapere è stata «la polizia», che ha anche motivato il provvedimento con «una richiesta di arresto giunta da parte delle autorità dell’Ucraina». Per Madina e Madiyar si tratta di un arresto che stride con il fatto che «nostro padre è legalmente in Francia» ma ciò che più li atterrisce è il mandato emesso dalla giustizia di Kiev.”

PARLA SABRINA DE SOUSA. L’ex agente Cia: date la grazia a chi sequestrò Abu Omar. L’articolo a firma di Maurizio Molinari:

Come ha passato gli oltre dieci anni trascorsi dalla rendition? «Appena tornata negli Stati Uniti, iniziarono le indagini, il mio nome uscì e temetti molto per la mia famiglia, che si trova in India. Pensavo solo a loro, mio padre era malato di tumore e io avevo difficoltà a raggiungerlo. Non potevo attraversare l’Europa a causa dei mandati italiani. Un sabato seppi che stava morendo. Presi un volo dagli Stati Uniti per l’India che faceva tappa a Parigi, sapevo di rischiare, mi andò bene ma arrivai troppo tardi, era agli ultimi attimi di vita. È stato un costo umano alto. Eravamo molto legati anche dalla fede cattolica: quando nel 1986 Giovanni Paolo II, primo Papa nella storia, visitò l’India, fu mio padre a disegnare una delle strutture religiose, alta 7 piani, create per l’occasione».

Perché si è dimessa dalla Cia? «Dopo la morte di mio padre, mia madre era rimasta in India da sola, volevo andare a trovarla per Natale ma la Cia me lo ha impedito. Mi disse che non potevo andare all’estero perché avrei messo in pericolo la sicurezza di altri agenti. Allora chiesi di far venire mia madre. Feci la richiesta a luglio per Natale, mi risposero a gennaio: “Non è possibile”. Non solo: diedero disposizione al nostro ambasciatore a New Delhi di non autorizzare il mio ingresso nel Paese dove avevo la mia famiglia. È stato il momento in cui ho compreso che volevano me ne andassi. Così ho fatto, ora le dimissioni sono pubbliche».

Che cosa significa non poter transitare per l’Europa? «È un danno soprattutto per le possibilità di trovare lavoro, date dalla mia esperienza e dalle lingue che conosco».

Com’è iniziato tutto questo?  «Nel 2002 , mentre ero a Milano come diplomatica, partecipai come interprete a una missione Cia-Sismi per indagare su Abu Omar. Fu il mio unico coinvolgimento, perché quando vi fu la “rendition”, in febbraio, ero in settimana bianca con mia figlia. Ma tanto è bastato per farmi includere negli americani coperti da immunità che sono stati condannati dalla Cassazione».”

La Camera accelera “A ottobre via il Porcellum”. L’articolo a firma di Amedeo La Mattina:

“Adesso i tempi sono questi: a settembre il provvedimento che cambia le attuali regole elettorali verrà esaminato in commissione e a ottobre è previsto il voto in aula. Ma ha un significato politico questa accelerazione? C’è chi ci vede la preoccupazione che tutto possa precipitare in caso di condanna di Berlusconi in Cassazione oppure per la mancanza di intese sulle questioni economiche. Insomma, la riforma delle legge elettorale è la classica clausola di salvaguardia che consente di andare a votare con un sistema diverso dal Porcellum, odiato (a parole) da tutti i partiti. Anche da quelli che l’hanno voluto (il centrodestra). Su questa riforma ha sempre insistito il Capo dello Stato, il quale ha più volte chiarito che non manderà più gli italiani a votare con questa legge. Ora è chiaro, come ha spiegato il deputato del Pd Giachetti che su questo tema si è molto battuto fino a fare diversi giorni di sciopero della fame e della sete, si tratta o di abolire tout court il Porcellum o di correggerlo.”

Berlusconi, le carte della difesa. Il Corriere della Sera: “Il giorno della Cassazione è arrivato. I giudici decideranno oggi sulla sentenza della Corte d’appello nel processo Mediaset diritti tv che ha condannato a 4 anni l’ex premier Silvio Berlusconi con interdizione dai pubblici uffici per 5. Ieri è stato il giorno della difesa del Cavaliere. «Chiedo che la sentenza sia annullata perché il fatto, così come prospettato, è penalmente irrilevante», ha detto l’avvocato Franco Coppi. Il Pdl mette lo stop alle manifestazioni pro Silvio. Intanto la Camera vara la procedura d’urgenza per la riforma elettorale.”

Maroni-Kyenge, la diplomazia segreta. E Bossi attacca il suo successore. L’articolo a firma di Tommaso Labate:

“Il ministro Cécile Kyenge? «È lei che fa di tutto per non essere amata». E no, «io non l’avrei invitata alla nostra festa». E visto che Roberto Maroni ha già attivato un canale di contatto con il ministro dell’Integrazione perché confermi la sua partecipazione alla festa del Carroccio di Milano Marittima in programma dopodomani, «allora Maroni sbaglia. Non si dialoga con chi vuole distruggere la legge Bossi-Fini, che è l’ultimo baluardo rimasto contro l’immigrazione clandestina». Non è un leghista qualsiasi a pronunciare queste frasi. L’esponente del Carroccio che sferra l’ennesimo attacco contro Kyenge si chiama Umberto Bossi. E queste parole, che il Senatur pronuncia ieri in un angolo appartato di Montecitorio, sono destinate a complicare la sfida tra la Lega e il ministro, vittima due settimane fa dell’insulto razzista di Roberto Calderoli. Quella stessa partita che Bobo Maroni sta facendo di tutto per chiudere. Sa farsi capire bene, il Senatur. Molto bene. Sono le 18 di ieri pomeriggio. Qualche ora prima, Maroni aveva attivato con Kyenge un canale diplomatico attraverso due ambasciatori. Il fedelissimo Gianluca Pini, deputato del Carroccio. E l’amico-avversario Daniele Marantelli, parlamentare varesino del Pd, da tanti anni «ponte» tra il Pds-Ds-Pd e l’ex titolare del Viminale, che nel frattempo del Carroccio è diventato segretario.”

Redditometro, il Fisco utilizzerà soltanto dati certi. L’articolo a firma di Mario Sensini:

“Atteso come l’arma letale della lotta contro l’evasione fiscale, il nuovo redditometro entra da oggi nell’arsenale dell’Agenzia delle Entrate. Con la circolare operativa diffusa ieri, il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, ha dato istruzioni agli uffici che da subito potranno avviare la selezione dei contribuenti a maggior rischio di evasione, partendo dai redditi del 2009. Il redditometro è un meccanismo presuntivo di determinazione del reddito basato sulla ricostruzione delle spese sostenute dai contribuenti, gran parte delle quali sono già note all’amministrazione fiscale. In pratica gli ispettori tributari saranno in grado di comparare i redditi dichiarati da ciascun contribuente con le spese ed il tenore di vita effettivo, ricostruito in buona parte, ma non solo, sulla base di elementi certi. E quando questo scostamento tra i redditi denunciati al fisco e la spesa effettuata in un determinato anno eccede il 20%, scatterà l’accertamento vero e proprio.”

Argento vivo. La Pellegrini seconda nei «suoi» 200 stile «Sono allibita e felice. Le bastonate ti fanno crescere…». L’articolo a firma di Roberto Perrone:

“«Sono allibita». Sorride il nostro giunco da combattimento, Federica il fiore più bello e quello più pericoloso: se ti morde, lascia il segno. Mannaggia a queste piscine, le fanno di 50 metri, ai 200 metri stile libero che se fossero stati 201 staremmo a parlare di un oro incredibile invece di un argento, altrettanto incredibile, eccezionale. Peccato per quel metro mancante. «Guardate che il distacco che a voi sembra poco, in acqua è tanto, e poi io sono contenta. È una grande sorpresa, non credevo che fosse possibile scendere così tanto sotto il tempo della semifinale. Contenta del tempo, di questa medaglia, di essermi riscattata dopo l’Olimpiade e in un anno dove non ho allenato i 200 sl. Per cui non c’è rimpianto, non c’è ripensamento, ma solo gioia. Ringrazio Philippe (Lucas), Matteo (Giunta), Marco (Morelli) e Filippo (Magnini), che c’è sempre stato, e con loro tutti la mia famiglia, quelli che mi vogliono bene e mi sono vicini». Non ci sono ex, in questa giornata. Ancora una volta è lei, la Divina, a emergere da una spedizione arrancante, a renderci ebbri e sbandati, molto più allibiti di lei, fresca ed elegante come se fosse reduce da un matrimonio, proprio quello a cui l’ha invitata Philippe Lucas, subito dopo il riscaldamento, prima di entrare, con i cuffioni che le sparano Lady Gaga nelle orecchie, nella camera di chiamata: «Serena, vai come se ti andassi a sposare». Questo Lucas, che personaggio, con quella faccia da straniero, alla Georges Moustaki, «metà pirata, metà artista», ma allenatore vero, alla Castagnetti, perché ogni volta che si rimette a dirigere Federica succedono meraviglie come questa.”

 

 

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