Profughi chiedono asilo: più di un anno di attesa e costi accoglienza aumentano

Migranti, profughi a carico dello Stato finché la pratica non viene esaminata
Migranti

ROMA – Nel 2015 l’Italia spenderà più di un miliardo di euro per accogliere i migranti. Sono 400 milioni più dello scorso anno, 500 rispetto al 2013. Il boom è figlio certamente del maggior numero di sbarchi e dunque di persone di accogliere. Ma non è solo questo.

Come riportano Giuliano Foschini e Fabio Tonacci su Repubblica,

a causare l’incremento di spese è anche la lentezza dello Stato, che non riesce a dare in tempi ragionevoli risposte sulle richieste di asilo. I profughi dovrebbero aspettare tre settimane, secondo la legge, e invece gli esiti non arrivano prima di sei mesi. Un’attesa che crea un danno doppio. Danneggia gli uomini e le donne fuggiti dai loro paesi in guerra, che vengono lasciati in attesa, privati di un destino garantito loro dall’Onu. Danneggia le casse pubbliche che continuano a pagarne l’accoglienza — in media 40 euro al giorno per persona — anche quando non dovrebbero.

Questo cortocircuito all’italiana è scritto nei numeri, continuano Giuliano Foschini e Fabio Tonacci.

Oggi in Italia sono 81mila i migranti che si trovano in strutture d’accoglienza. Sessantacinquemila hanno presentato domanda di asilo politico, mentre gli altri o hanno status particolari (i bambini per esempio) oppure non hanno ancora fatto domanda. Chi deve decidere se hanno diritto o no — sulla base di una serie di requisiti, primo tra tutti le condizioni del paese di provenienza — sono le 40 commissioni territoriali nominate dal ministero dell’Interno che dipendono dalle Prefetture. Secondo la legge l’attesa dovrebbe essere di 21 giorni e, per alcuni casi particolari, 90 giorni al massimo. «Ma il tempo medio — spiega Valentina Brinis, ricercatrice della Onlus “A buon diritto”, in prima linea sul tema accoglienza — varia in realtà dai sei a nove mesi. Con casi limite di ragazzi che aspettano anche un anno e mezzo prima di avere una risposta». In tutto questo periodo i profughi hanno tre possibilità. Possono essere sistemati nei Cara, i grossi centri per richiedenti asilo, oppure entrare nel circuito del sistema Sprar (sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati). Oppure, terza ipotesi, essere ospitati nei Cas, i centri di primissima accoglienza. In media ciascun migrante costa allo Stato al giorno dai 35 ai 40 euro. Soldi che, chiaramente, non finiscono nelle loro tasche (a loro va il pocket money di 2 euro per le spese quotidiane) ma nelle casse delle cooperative e strutture di accoglienza attorno alle quali — come hanno dimostrato le inchieste delle procure italiane da Mafia Capitale alle Grandi Opere — si sono scatenati gli appetiti delle mafie e di associazioni criminali. Insomma, sono gli stessi ritardi dello Stato a implementare il “grande business dell’accoglienza”.

I conti sono semplici: dati i tempi di attesa, ciascun migrante costa circa cinquemila euro di più di quello che avrebbe dovuto se il sistema fosse più agile. E così le spese impazziscono. Lo scorso anno in Italia l’accoglienza è costata 630 milioni di euro. Per il 2015 era stata immaginata una cifra minore: 200 per i Cara, 187 per il progetto Sprar, e 32,5 per i progetti per i minori non accompagnati. Si pensava di non superare i 500 milioni dunque. Ma alla fine dell’anno — prevedono gli analisti del Viminale — quella cifra raddoppierà. Servono più sol- di, dunque. E vanno trovati (…)

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