ROMA – In palio, ormai da nove mesi, ci sono 100 posti da precario in Rai. E le domande, dal 24 aprile scorso, data in cui scadeva il bando, sono novemila. Se al termine di un’attesa infinita si supererà la selezione si finirà infatti in un bacino dal quale l’azienda potrà pescare per future esigenze. Alla fine si verrà assunti, ma solo con un contratto a tempo determinato.
Le domande, come riporta Claudio Marincola sul Messaggero,
sono talmente tante che l’Ufficio risorse umane, sopraffatto dai faldoni, ha emanato un secondo bando per affidare ad una società esterna l’esame delle candidature. Altri costi, altro tempo, altri problemi. Perché trattandosi di gara europea l’iter non si concluderà prima di febbraio. Così che il primo mese utile, se tutto va bene e se non ci saranno altri intoppi, sarà marzo. E sarà solo la prima “estrazione” del terno al lotto: lo svolgimento dei multiple choice test. Al termine della selezione verrà formata una graduatoria valida per 3 anni. La Rai potrà attingervi per le sostituzioni e il turn over.
L’accordo siglato tra azienda e sindacato interno dei giornalisti (Usigrai) è mirato alla trasparenza.
Vuole evitare che tra servizio pubblico televisivo e Palazzo continuino a esserci porte comunicanti, lottizzazioni, lobbies. L’impegno sottoscritto tra le parti prevede che tutto si concluda entro il settembre 2015, cosa che al momento sembra difficile. Entro gennaio verrà formata la commissione composta da membri esteri e interni. Alla fine di febbraio verranno valutati i requisiti di ammissibilità. Dopo la prima scrematura resteranno in corsa 400 candidati chiamati a svolgere una prova scritta, un testo per la tv o per la radio. Ci sarà poi la prova in inglese, quindi il colloquio conoscitivo e l’eventuale test sulla seconda lingua straniera scelta dal concorrente. Bisognerà ovviamente saper utilizzare il web, avere familiarità con i social net work, redarre un tweet di 140 caratteri (…)