Rassegna stampa. Legge di stabilità, Usa 2012 e primarie Pd

Il Corriere della Sera 17-10-12

ROMA – La rassegna stampa di Blitz Quotidiano. Legge di stabilità, Usa 2012 e primarie Pd. Questi i principali temi affrontati nei giornali di mercoledì 17 ottobre 2012.

Così cambiano le tasse. Il Corriere della Sera: “Cantieri più veloci, meno tutele per le zone vincolate”.

E di semplice non restò nulla. Editoriale di Michele Ainis:

“Questa legislatura si era consegnata al mondo sventolando una bandiera: semplificazione. Cinque soli partiti in Parlamento, quando il governo Prodi ne riuniva 11 attorno al proprio desco. Fuori le estreme, dalla Destra di Storace a Rifondazione comunista, ghigliottinate dalla soglia di sbarramento. Fusione in un unico cartello di An e Forza Italia (il Pdl), Ds e Margherita (il Pd). Un’idea di riforma costituzionale condivisa, per sfoltire i ranghi (mille parlamentari), per recidere i doppioni (due Camere gemelle). All’epoca venne persino inventato un ministro per la Semplificazione: Calderoli, buonanima.
Forse non dovremmo mai voltarci indietro, perché la vita è un treno che corre dritto sul binario. Ma sta di fatto che adesso la locomotiva attraversa un paesaggio di città fortificate, l’una contro l’altra. L’unità del Pdl è come un ricordo dell’infanzia: bene che vada, gli subentrerà una federazione con due gambe, o magari con tre. Nel Pd Renzi e Bersani non incarnano una sfida tra diverse esecuzioni d’uno stesso spartito; no, suonano musiche opposte, ilrock and roll e il liscio romagnolo. C’è insomma lo spartito, non c’è più il partito. O meglio ce ne sono troppi, dalla sinistra di Vendola al movimento di Grillo, che ovviamente non ha nessuna voglia di mescolare le sue truppe con quelle guidate da Di Pietro. E senza contare i nuovi commensali: Italia futura, la lista dei sindaci, quella di Giannino”.

Più Iva meno Irpef, ecco le nuove tasse. Articolo di Mario Sensini:

“Il governo salva le pensioni di invalidità dalla scure fiscale. Il testo definitivo del disegno di legge di Stabilità del 2013, consegnato ieri alla Camera, cancella l’assoggettamento degli assegni previdenziali e di accompagnamento per gli invalidi dall’Irpef, così come alleggerisce la manovra sulle detrazioni e le deduzioni fiscali per i disabili, i ciechi e i sordomuti. 
Vengono confermate, invece la penalizzazione per le pensioni di guerra e soprattutto la retroattività per tutti del taglio delle agevolazioni fiscali che si applicherà ai redditi del 2012, mentre gli sgravi sull’Irpef entreranno in vigore solo dal prossimo anno. Uno sfasamento che non piace affatto ai partiti che sostengono il governo e che si sono già impegnati a cambiare il provvedimento in Parlamento. Anche se per rinviare di un anno i tagli alle agevolazioni fiscali e farli coincidere con gli sgravi Irpef bisognerà trovare un miliardo e 100 milioni di risorse alternative per il 2013″.

Cantieri veloci, via il silenzio-rifiuto meno. Tutele per le zone vincolate. Approfondimento di Lorenzo Salvia:

“Cancellata la regola del silenzio-rifiuto, se l’amministrazione non risponde la risposta è quindi «sì», per le autorizzazioni a costruire in caso di vincoli ambientali o paesaggistici. Allungato l’orario di apertura delle dogane, 300 uffici in maggior parte operativi dalle 6 alle 18, che almeno in teoria potranno lavorare 24 ore su 24. E poi l’alleggerimento di una serie di adempimenti formali che riguardano la sicurezza sul lavoro, le notifiche e le certificazioni.
Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo disegno di legge sulle Semplificazioni, seconda tranche delle misure già prese a febbraio sotto forma di decreto legge. Per il «cittadino semplice» ci sono la possibilità di ottenere i certificati universitari in inglese e l’unificazione del cambio di residenza con la dichiarazione per la tassa sui rifiuti, una misura che servirà anche a trovare più facilmente gli evasori, come spiega il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. A differenza di quanto deciso a febbraio, però, l’intervento riguarda soprattutto le imprese. Il pacchetto, dice il governo, inciderà su una serie di costi per le aziende che oggi ammontano a 3,7 miliardi di euro, solo una parte di quei 26 miliardi stimati come peso totale della burocrazia. Ma ci sono diversi nodi da sciogliere e anche qualche critica”.

La prima pagina de La Repubblica 17-10-12

La Repubblica: “Formigoni, un altro scandalo”. Una legge vera contro i corrotti. Editoriale di Barbara Spinelli:

“Se gravità inaudita vuol dire qualcosa – inaudito è ciò di cui prima non s’era udito parlare, mai esistito – serve un’azione che sia all’altezza del responso: anch’essa inaudita, ha da essere un farmaco senza precedenti. Non devono più esistere un Parlamento, un Consiglio regionale, una Provincia nei quali nuotino squali: politici navigati e novizi, anziani e giovani, uomini di partito o d’affari, che si arricchiscono togliendo soldi a un’Italia impoverita. Che addirittura, come a Milano, negoziano con la ’ndrangheta prebende, voti, posti, spartendo con lei i beni e il dominio della pòlis”.

Bersani strappa con D’Alema “Non gli domando di candidarsi se vuole chieda la deroga”. Articolo di Goffredo De Marchis:

“A fine giornata, la sedia vuota di Massimo D’Alema all’assemblea in sostegno di Bersani convocata dai parlamentari, è la “foto” della rottura conclamata tra lui e il segretario. Ma altri segnali fanno ancora più male. Da giorni Bersani li tiene sotto osservazione. E li teme. Un esempio? In Puglia, feudo dalemiano, si fatica terribilmente a organizzare i comitati pro Bersani per le primarie. L’80 per cento del partito, lì, è in mano al presidente del Copasir e se i voti pugliesi dovessero essere dirottati su Nichi Vendola allora sarebbero dolori per il candidato Pier Luigi. In tutto il Sud infatti la corrente di D’Alema è in grado di orientare e ostacolare la vittoria al primo turno.
Sono “messaggi” chiari ma Bersani decide di affrontarli a viso aperto. Lo ha fatto ieri nel videoforum condotto da Massimo Giannini suRepubblica Tv con parole che hanno il sapore se non di una sfida sicuramente di una mancata difesa, questo sì. «Io non chiederò a D’Alema di candidarsi. Non chiedo a nessuno di candidarsi. Non sono io quello che nomina i deputati”.

Precari under 35 raddoppiati in 8 anni e la laurea vale come il diploma tecnico. Il dossier di Agnese Ananasso:

“Costruire una società non incardinata sul posto fisso e sulle raccomandazioni, ma orientata alla flessibilità e al rinnovamento. Questo è il mondo del lavoro preferito dal premier Mario Monti, come ha spiegato in un’intervista sul blog dell’esperto di politiche giovanili Michele Karaboue. Un mondo del lavoro migliore di quello di oggi, dove flessibile fa rima con precario e non con dinamico. Pieno di lavoratori a termine “involontari”, partite Iva e collaborazioni fittizie, inquadramenti part time (per far risparmiare il datore). In una parola: giovani. Che tentano di inserirsi in un contesto dove si urla «largo ai giovani» ma si sussurra «io il mio posto me lo tengo stretto finché campo». Secondo un’indagine condotta dal centro studi Datagiovani, in esclusiva per Repubblica, che analizza l’andamento del precariato giovanile negli ultimi otto anni, nel 2009 è avvenuto il sorpasso tra percentuale di occupati adulti rispetto ai giovani, con un divario che nel primo trimestre del 2012 si attesta intorno ai 5 punti percentuali”.

La prima pagina de Il Giornale 17-10-12

Il Giornale: “La casta dei politici ricondanna Sallusti”. Editoriale di Alessandro Sallusti:

Per approfondire: Alessandro Sallusti, Berselli: “Accordo sul ddl, voteremo domani o giovedì”

“Primadovevaessereunde­creto legge immediata­mente esecutivo, ma Monti e Napolitano han­no detto no. Poi si è passati alla via mediana di un provvedimento ap­provato dalle commissioni di Sena­to e Camera saltando le lungaggini dell’aula. Adesso neppure quello. La legge che cancella la vergogna del carcere per i reati di opinione è stata di fatto affossata ieri da una politica incapace ormai di tutto, anche di mettere in pratica ciò che a parole di­ce di voler fare. Non è una novità. E non ne faccio un caso personale, an­che se questo vorrà dire andare pre­sto in carcere per quattordici mesi. Così come difendo la libertà di noi giornalisti di fare ciò che in coscien­za sentiamo, altrettanto riconosco ai politici, che devono rispondere non a noi ma agli elettori. Se così fos­se avrebbero tutto il mio rispetto. Il fatto è che così non è, lo dicono i fatti. Da un minuto dopo la condanna, il presidente della Camera Gianfran­co Fini e la sua avvocatessa Giulia Bongiorno, presidente della com­missione Giustizia, hanno brigato dietro le quinte per affossare la legge salva Sallusti come vendetta perso­nale per il caso Montecarlo ( rimasto tutt’ora senza colpevoli). Di Pietro idem, nonostante a parole garantis­sepersonalmenteilcontrario. Larot­tamanda Finocchiaro, capessa sac­cente dei senatori Pd ( quella che si fa fare la spesa dalla scorta di Stato), non ha neppure avuto il coraggio di dichiarare la sua contrarietà, nel Pdl è stato un fuggi fuggi di colonnelli e colonnelle allo sbando che non ve­dono l’ora di liberarsi di me”.

Il Fatto Quotidiano: “Bersani rottama D’Alema”. Il Flavio nella manica. Editoriale di Marco Travaglio:

“Noi che seguiamo con trepidante apprensione le mosse disperate del nostro amato Silvio accogliamo con sollievo ed esultanza l’ultimo retroscena svelato da La Stampa: “Il Cav progetta di candidare una folla di imprenditori” e “pare abbia già strappato la disponibilità di Flavio Briatore”, anche lui “contagiato dalla voglia di dedicarsi alla cosa pubblica”. Era ora. Briatore è proprio quel che ci vuole, anche in vista del “rinnovamento morale” auspicato tanto da B. quanto da Dell’Utri. Preveniamo l’obiezione dei soliti malpensanti: ma Briatore è lo stesso che è indagato a Genova per contrabbando e violazione delle accise sul carburante del suo yacht, ovviamente sequestrato? Certo. Ma proprio qui sta il rinnovamento: nessun politico finora era stato inquisito per contrabbando e violazione delle accise”.

Bersani scarica D’Alema “Non gli chiederò di candidarsi”. L’ex premier: decide il partito. La Stampa: “Lombardia, Formigoni: prima giunta tecnica, poi il voto. E ferma la corsa a governatore di Maroni”.

Viaggio nella Mogadiscio che fa le prove di pace. Il reportage di Domenico Quirico:

“Nelle case, sulla strada, su ogni cosa si posavano i segni della violenza, le immondizie e il sudiciume dell’odio, i rifiuti. Anche gli uomini si disfacevano, giorno per giorno, dentro di loro si accumulava il marciume, trasudava dai pori della pelle, logorava l’anima. Il somalo, vittima o aguzzino, era soltanto dolore, una forma di esistenza oscura e terribile. Lo Stato non esisteva più, tutto sembrava diventato fluido, in certi giorni ogni cosa pareva disfarsi in una vita brigantesca, senza leggi, senza speranza”.

L’Avana, svolta dopo 50 anni Cubani quasi liberi di viaggiare. Articolo di Paolo Mastrolilli:

“Icubani non dovranno più chiedere il permesso al governo per uscire dall’isola. Dal 14 gennaio, secondo il giornale di stato «Granma», basterà presentare il passaporto con il visto del paese dove si vuole andare, per poter partire. Un nuovo passo nel prudente cammino di riforma avviato da Raul Castro, che però è ancora tutto da verificare. «Ho le valige pronte – ha scritto la blogger Yoani Sánchez – per viaggiare. Vediamo se riesco a prendere un volo il 14 gennaio per provare la nuova legge». Finora, i cubani che volevano andare all’estero dovevano fare domanda per un visto di uscita”.

“Nulla di incisivo per ripartire”. Il Sole 24 Ore: “Per il presidente di Confindustria mancano provvedimenti efficaci su ricerca, innovazione e infrastrutture”.

I tempi del coraggio. Editoriale di Alberto Orioli:

“Non costa, se non qualche rendita di potere parassitario e di interposizione burocratica. Non costa, ma crea ricchezza perché mobilita investimenti. È assurdo quindi che il pacchetto sulle semplificazioni non abbia trovato la forza di un decreto. Un “semplifica Italia 2″ con effetto immediato avrebbe aiutato a irrobustire quel clima di fiducia indicato ancora ieri dalla Banca d’Italia come precondizione fondamentale per «un rapido ritorno alla crescita». Così come sarebbe stato importante ricavare risorse e misure per favorire la ricerca e l’innovazione (con crediti di imposta generalizzati, non solo con un bonus limitato ai supercervelli) e per aumentare la produttività. Le parti sociali stanno facendo il massimo per arrivare a un’intesa sulle regole della flessibilità, sull’uso ottimale del fattore lavoro e per non perdere le somme promesse come detassazione dei premi aziendali”.

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