Renzi, cerchio magico Delrio, Boschi …Scalfari: romperlo salverà il Governo

Renzi, cerchio magico Delrio, Boschi ...Scalfari: romperlo salverà il Governo
Mario Draghi: secondo Eugenio Scalfari, sarà lui l’aiuto decisivo per Matteo Renzi in Europa

ROMA – Eugenio Scalfari continua a distillare la sua poco fiducia nei confronti di Matteo Renzi. Anche quando gli fa una apertura di credito, in realtà glielo condiziona. L’editoriale di domenica 6 luglio 2014 gli ha offerto l’ultima, in ordine di tempo, occasione: una specie di uno-due, in cui attacca il cerchio magico costituito da gente come Graziano Delrio e Maria Elena Boschi e poi sembra correggersi, riconoscendo che Matteo Renzi è bravissimo nel trattare con i partner europei. Alla fine però vien fuori che se Renzi riuscirà a ottenere qualcosa, questo dipenderà dalla forza e dal prestigio di cui gode Mario Draghi, oggi presidente della Banca centrale europea:

“Non mi sembra che per il governo italiano le cose vadano così bene come ci si aspettava e come Renzi e la banda di musicanti che accompagnano il suo piffero ci avevano fatto intendere. Non sembra a Bruxelles e neppure a Roma, tanto che lo stesso nostro presidente del Consiglio ha detto: «Attenzione. O le riforme andranno a buon fine nel tempo e nei modi giusti oppure io me ne andrò».
Non è un bel modo di ragionare perché potrebbe darsi che sia la tempistica che le riforme volute da Renzi siano sbagliate e in quel caso sarebbe positivo avere qualcuno che le corregga nel modo più appropriato. Dopodiché Renzi può ringraziare e restare dov’è oppure ringraziare e andarsene; un sostituto si trova sempre e non è una catastrofe.
Le riforme cui pensano sia Renzi sia Berlusconi sono due, tutt’e due in materia elettorale ed una di essa anche in materia costituzionale: quella del Senato e quella della Camera dei deputati. Nessuna delle due si occupa né di crescita economica né di sviluppo né di coesione territoriale, di investimenti, di occupazione giovanile e no, di equità sociale. Niente di simile. Per di più riguardano eventi che si produrranno alla fine della legislatura che avviene nell’aprile del 2018, cioè tra quattro anni.
Perciò — questo è certo — gli italiani e gli europei se ne infischiano totalmente sia che si facciano sia che non si facciano. Le prossime elezioni europee ci saranno nel maggio del 2019, perciò campa cavallo che l’erba cresce.
Ma interessano Renzi e i suoi musicanti, quelli sì.
Quelle riforme, imposte agli altri più che volute, sarebbero un segnale forte della autorevolezza di Renzi, di Delrio, della Serracchiani, della Boschi e quant’altri; un nuovo cerchio magico, il primo dei tempi repubblicani fu quello di Fanfani, poi di Andreotti, poi di Antonio Segni, di Craxi, di Cossiga, di Forlani, infine di Bossi e soprattutto di Berlusconi a cominciare da Dell’Utri e da Galan. Quando nasce un cerchio magico in un partito, il partito muore oppure si esprime. Bisogna che gli italiani lo capiscano ma non mi pare cosa molto facile”.
Ci sono poi i problemi dei rapporti gli il resto dell’Europa. Qui Scalfari è ottimista:
“Matteo è bravissimo, personalmente confido che risolverà ogni cosa nel modo migliore rispetto agli obiettivi da ottenere.
Il problema non è tanto quello degli impegni con l’Europa: è pacifico che dovremo rispettarli e lo faremo. Il problema è quello dei tempi. La Germania vuole che la flessibilità non vada oltre il 2015 il che significa che la seminagione dovrebbe avvenire con la legge di stabilità all’esame del Parlamento nell’autunno del 2014. Il significato di questa tempistica è pessimo e pessimo è l’effetto che inevitabilmente avrebbe non solo e non tanto sui mercati quanto sulle istituzioni coinvolte e sui loro movimenti di capitale. Il vero obiettivo da realizzare sarebbe se la Germania accettasse la flessibilità fino al 2016 o meglio ancora al 2017.
È un compito che coinvolge in gran parte (e per nostra fortuna) le operazioni che Mario Draghi sta effettuando non certo nell’interesse italiano ma in quello europeo. Renzi secondo me è capace di utilizzare quell’appoggio e soprattutto di esercitare le pressioni dovute su Angela Merkel e sui suoi alleati i quali, del resto, di agevolazioni di questo genere hanno già in passato più e più volte usufruito. Se queste cose le dico io, che non sono certo un membro del cerchio magico di nessun partito e meno che mai di quello renzista, qualche significato forse l’avrà. Io ci credo e penso che possa realizzarsi”.
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