Renzi, riforma del lavoro, F35: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Aprile 2014 - 08:24 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Acquisti e viaggi, i dati del Fisco”. Quel corteo per l’illegalità. Editoriale di Antonio Polito:

Racconta la cronaca di Roma del Corriere che i cosiddetti «movimenti» si preparano a sfidare già nelle prossime settimane la polizia. In palio c’è il controllo — un tempo a sinistra si diceva «agibilità politica», ma poi l’espressione è passata di mano — della Capitale. Si sentono sfidati dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno Alfano, che ha minacciato di chiudere piazze e vie del centro storico di Roma ai cortei a rischio di violenza, e vogliono fargliela vedere. 
Uno dei prossimi cortei del Maggio romano è contro un decreto legge del ministro Lupi. Contiene un articolo che statuisce l’ovvio, e cioè che «chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento ai pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo, e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge». Dunque i promotori hanno indetto una manifestazione in difesa dell’illegalità; e questo, in un Paese libero e democratico, è perfettamente nel loro diritto. Ma il punto è: hanno diritto a manifestare in difesa dell’illegalità anche illegalmente, cioè trasformando il corteo in guerriglia, al fine di saldare i conti con i poliziotti? Secondo noi no. 
Si cita spesso il diritto costituzionale per opporsi a ogni ipotesi di divieti e regole più stringenti. Ma la nostra Costituzione in materia è chiarissima.

La vigilessa, Renzi e quella vecchia inchiesta. Articolo di Marco Gasperetti:

Che un processo (finito due anni fa con una raffica di assoluzioni) e un pronunciamento della Corte dei conti diventassero un caso politico e un attacco al premier Matteo Renzi in pochi lo avrebbero pensato. E invece, dopo tante chiacchiere, qualche articolo sui fogli locali e soprattutto una pagina intera del Giornale dedicata alla vicenda, ecco «esplodere» a Firenze e in Versilia il «caso della vigilessa, del giudice e del sindaco». 
La vigilessa è il comandante della polizia municipale di Firenze, Antonella Manzione, già alla guida dei vigili di Pietrasanta, Verona, Livorno e Lucca e appena chiamata da Renzi a dirigere il Dipartimento affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, ma «bocciata» dalla Corte dei conti per mancanza di requisiti. Il giudice, ormai ex, è il fratello di Antonella, Domenico Manzione, già sostituto procuratore e oggi sottosegretario agli Interni (nominato da Letta è stato riconfermato da Renzi). Il sindaco, infine, è Massimo Mallegni, ex socialista, berlusconiano di ferro e dominatore per anni della politica di Pietrasanta, la capitale culturale della Versilia. Mallegni, che qualcuno si diverte a chiamare con ironico affetto il «Massimo della pena», è stato assolto insieme ad altri imputati due anni fa da accuse pesantissime (51 capi d’imputazione tra i quali corruzione, estorsione, truffa, associazione per delinquere) che gli sono costate nel 2006 39 giorni di galera, 120 di arresti domiciliari e la fine di una carriera politica brillante. Mallegniè stato poi condannato a 13 mesi per reati minori (in seguito caduti in prescrizione).

La prima pagina di Repubblica: “Ecco il piano segreto per tagliare gli F35. Via metà degli aerei”.

La Stampa: “Test-lavoro per Renzi. Sfida sulla flessibilità”.

Così Monti rifiutò il commissariamento dell’Italia in crisi. Articolo di Alessandro Barbera:

Sin da novembre, negli incontri internazionali e nelle chiacchierate con gli amici di vecchia data, molti chiedono a Monti – o gli suggeriscono – se è intenzionato a chiedere un pacchetto di aiuti internazionali. […] «Soprattutto all’inizio la pressione è forte» racconta l’ex premier. «In uno dei tanti incontri che abbiamo nelle prime settimane me ne parla il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Mi chiede se non penso che questo possa contribuire a far scendere la pressione sull’intera eurozona.»
Cancellerie, banche e grandi investitori diventano il partito trasversale degli aiuti: sono convinti che nel caso in cui il Paese venisse messo sotto tutela – dal Fondo monetario o dalla Troika europea – si ridurrà l’incertezza sui mercati, si guadagnerà tempo per diminuire l’esposizione verso i Paesi più instabili e, soprattutto, si apriranno buone opportunità di affari con le privatizzazioni imposte in cambio dei prestiti di emergenza. C’è anche un altro aspetto. […] Accettando la Troika, l’Italia sceglierebbe la strada dei tagli di spesa e della riduzione del perimetro dello Stato, i creditori sarebbero pazienti perché avrebbero la certezza che il Paese non può sottrarsi ai suoi impegni e si porrebbero le basi per una maggiore crescita futura, almeno nell’ipotesi (contestata) che ridimensionare la spesa pubblica sia sempre meglio che aumentare il carico fiscale. Invece Monti resiste alle pressioni, pur sapendo che questo comporterà concentrare tutto il risanamento di cui l’Italia ha bisogno in poco più di un anno.

Il Giornale: “Paghiamo gli sbarchi 300mila euro al giorno”. Di sinistra e anti-impresa. Editoriale di Vittorio Feltri:

Pasqua è alle nostre spalle, davanti ab­biamo subito – oggi stesso – il decreto sul lavoro, che è al centro di polemiche destinate ancora una volta a creare di­sagi nella maggioranza renziana. Il provvedi­mento probabilmente passerà, ma chissà con quanta fatica e, forse, con troppi cambiamenti ri­spetto al testo originario. Bisogna sapere che su questa delicata materia i pareri sono contrappo­sti anche nell’ambito dei singoli partiti. Il commento scatologico più calzante sarebbe il seguente: siamo nel casino più totale. Poiché, tuttavia, il premier vanta virtù taumaturgiche, non ce la sentiamo di escludere a priori che acca­da un miracolo, magari col ricorso alla solita fidu­cia da tutte le forze politiche detestata e da tutte praticata,e cioè che all’ultimo si trovi un accordo in grado di appianare ogni ostacolo. Ci rendia­mo conto: prevale in noi un vago ottimismo. Se dovessimo però attenerci alla realtà che abbia­mo sotto gli occhi, diremmo che quella di cui trat­tiamo sia una legge destinata a complicare ulte­riormente la soluzione del problema principale del nostro Paese: la disoccupazione. 

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