Repubblica: “Il manifesto degli ambasciatori gay che scuote la diplomazia italiana”

Repubblica: "Il manifesto degli ambasciatori gay che scuote la diplomazia italiana"
Repubblica: “Il manifesto degli ambasciatori gay che scuote la diplomazia italiana”

ROMA – “Più tutele per i nostri compagni”, è questo il manifesto degli ambasciatori gay che “sta scuotendo la diplomazia italiana”.

Scrive Vincenzo Nigro su Repubblica:

Gli ambasciatori italiani vogliono che i loro diritti vengano rispettati. Anche quelli dei diplomatici omosessuali. E se le leggi non sono aggiornate rispetto ai diritti, o magari anche solo alle pretese di un mondo che cambia, orami anche loro premono perché il vecchio, magico mondo incantato della Farnesina si dia una bella risvegliata.
Proprio in questi giorni, in coincidenza con la “conferenza degli ambasciatori”, un gruppo di diplomatici italiani ha scritto una lettera al ministro degli Esteri Emma Bonino e al segretario generale Michele Valensise chiedendo tutela e diritti per i diplomatici omosessuali, gay o lesbiche che siano. Vogliono un aggiornamento soprattutto nel campo delle tutele dei loro compagni e del ruolo che possono rivestire, delle protezioni e prerogative di cui devono godere soprattuttoquando sono in missione all’estero.
In Italia la vita privata dei vari funzionari pubblici non necessariamente incontra in maniera critica le amministrazioni di cui fanno parte. Ma agli Esteri c’è un momento in cui il “coniuge” ha un suo status: gli ambasciatori in giro per il mondo sono accompagnati da moglie o marito, che hanno un passaporto diplomatico e soprattutto godono delle tutele che unnormale coniuge eterosessuale si vede riconosciute dalla leggi della Repubblica. «Con serenità ma anche con chiarezza abbiamo chiesto che anche chi fra noi ha un compagno omosessuale possa veder riconosciute tutele che ormai molti ritengono legittime e soprattutto né scandalose e tantomeno illegittime », dice uno dei diplomatici che ha firmato la lettera agli alti gradi del ministero.
La Farnesina, la “casa” come la chiamano loro, ha sempre accolto funzionari omosessuali senza nessun altro problema che non fosse quello dei pettegolezzi degli ignoranti (o semplicemente dei rivali interni). In passato oltre a ministri degli Esteri e sottosegretari, alla Farnesina anche segretari generali e grandi ambasciatori sono stati e sono omosessuali. Alcuni fra i migliori inviati italiani in Europa o Medio Oriente. «Il problema è trovare il modo giusto per uscire da una fase di tolleranza silenziosa che registriamo anche nelle capitali in cui siamo accreditati, per arrivare a una fase di serena ma pubblicaconsapevolezza», dice il nostro diplomatico che parla (con linguaggio diplomaticissimo), chiedendo l’anonimato.
Emma Bonino, che da quando è ministro si dovuta occupare più di diplomazia economica di un paese in crisi che di diritti umani, ha fatto rispondere agli appellanti che «ha ben chiaro il problema e si impegnerà per migliorare la condizione dei funzionari interessati ». Sceglie una strada di discrezione per provare a risolvere concretamente la cosa, e lo stesso fanno i diplomatici coinvolti. Della lettera era informato neppure il segretario del Sindmae, il sindacato dei diplomatici, Enrico De Agostini: «Non lo sapevo, ma sono a favore della tutela dei coniugi, dei compagni di ogni tipo che seguono i nostri colleghi in giroper il mondo e che oggi non hanno tutele da parte dell’amministrazione ».
Nel suo discorso alla Conferenza di qualche giorno fa la Bonino ha citato il caso davvero imbarazzante delle «promozioni bianche», ovvero dei diplomatici promossi di grado che però sono costretti a rimanere allo stipendio precedente. Ha ricevuto un applauso quando ha chiesto a Enrico Letta che questo taglio allo stipendio dei diplomatici venga cancellato. Per ora non ha voluto parlare dei diplomatici gay: prima o poi lo farà.

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