I sindaci della Sicilia contro la Boldrini: dalla Tunisia “terroristi, jihadisti e delinquenti”

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I sindaci della Sicilia contro la Boldrini: dalla Tunisia “terroristi, jihadisti e delinquenti” (foto d’archivio Ansa)

ROMA – I clandestini povenienti dalla Tunisia dilagano in Sicilia e scatta l’allarme terrorismo. Repubblica ridicolizza le parole in libertà della presidentessa della Camera Laura Boldrini, in piena crisi buonista pre elettorale.

L’articolo di Fabio Tonacci su Repubblica non concede margini.

“Anis Amri, il terrorista della strage di Berlino passato dall’Italia, era tunisino. Ahmed Hannachi, il killer delle due donne a Marsiglia che si è sposato ad Aprilia con un’italiana, era tunisino. Triki Mohamed, Abdelkader Rehemi, Moez Guidaoui, Alhaabi Hisham, espulsi nell’ultimo anno e mezzo dall’Agro Pontino, erano tunisini. Ora il sindaco di Pozzallo scrive al ministro Minniti perché è preoccupato dal fenomeno migratorio che parte dalla Tunisia «per le possibili infiltrazioni di soggetti appartenenti alle cellule jihadiste ». Lette tutte insieme, queste circostanze bastano a definire l’esistenza di un “problema tunisino” per l’Italia. C’è stato di recente in Tunisia un indulto. Molti cercano di passare in Italia. Magari al solo scopo di ricominciare daccapo. Con un lavoro onesto o ricominciando a delinquere?

Alessandra Ziniti, sempre su Repubblica, conferma sul campo:

“Dopo settimane passate a bivaccare tra i padiglioni dell’hotspot e a razziare bottiglie di alcolici e contanti in negozi e hotel dell’isola di Lampedusa, alla vigilia delle celebrazioni del 3 ottobre li hanno stipati sulla nave norvegese Olympic Commander e li hanno sbarcati al porto di Messina. Con un foglio di via ma liberi. I più intraprendenti sono scesi tra due ali di polizia facendo il segno di vittoria per essere riusciti ad evitare il rimpatrio e si sono diretti verso la stazione. Hanno sette giorni di tempo per lasciare l’Italia ma, va da sé, nessuno lo farà e andranno ad ingrossare quell’ormai non più piccolo esercito di nuovi irregolari tunisini che, da due mesi a questa parte, sbarcano a ritmo quotidiano sulle coste della Sicilia. Almeno quattromila, numero per difetto, se si considera che più della metà di chi arriva sulla rotta Tunisia-Sicilia sparisce senza essere intercettato né a mare né a terra, non ha diritto a chiedere la protezione internazionale, è destinato all’espulsione ma sa di avere buone chance di non essere rimpatriato”.

Il titoli sono da brividi:
1. Il terrorista di Berlino, il killer di Marsiglia, un terzo degli irregolari espulsi: tutti tunisini. I numeri che preoccupano il Viminale, Espulsioni, foreign fighter e detenuti radicalizzati ecco i segnali del pericolo
2. Migranti, allarme sbarchi dalla Tunisia: “Non riusciamo a rimpatriarli”Migranti, allarme sbarchi dalla Tunisia: “Non riusciamo a rimpatriarli”. Quasi azzerato il traffico dalla Libia, si è riaperta la rotta dal Paese vicino. Impossibile spedirli indietro: ricevono un foglio di via e spariscono”.
Un nuovo canale nel traffico dei clandestini dall’Africa all’Italia si è aperto, quello che passa per la Tunisia.

L’allarme è alto, scrive Alessandra Ziniti: il sindaco di Lampedusa Martello è stato convocato per martedì al Viminale da Minniti, quello di Pozzallo Ammatuna ha scritto una lettera al ministro dell’Interno: “Manifesto i miei timori sugli ultimi sbarchi avvenuti che sembrano evidenziare l’arrivo non solo di persone che fuggono dalla guerra e dalla miseria, ma anche di delinquenti. Il fenomeno migratorio che parte dalla Tunisia desta preoccupazioni per possibili infiltrazioni di potenziali soggetti appartenenti a cellule jihadiste. Proprio tra quelli arrivati con l’ultimo sbarco di oltre 150 tunisini in dieci hanno tentato la fuga, successivamente ricondotti all’hotspot dalle forze di polizia”.

Un allarme condiviso dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che ha chiesto a polizia e carabinieri di monitorare con estrema attenzione un fenomeno che ritiene “pericoloso” proprio per il rischio che “tra questi migranti possano arrivare soggetti legati al terrorismo internazionale”.

Dietro l’allarme si nasconde una preoccupazione: quella che, tra le file di queste centinaia di tunisini tornati improvvisamente a sbarcare sulle nostre coste come accadde nei mesi della Primavera araba del 2011, possano nascondersi soggetti in contatto con il terrorismo internazionale. Al Viminale c’è la piena consapevolezza che dalla Tunisia arriva il maggior numero di foreign fighters in Europa, da qui la decisione di accendere un riflettore su questi “sbarchi fantasma” che rischiano, per numeri e frequenza, di far saltare il collaudatissimo meccanismo dei controlli negli hotspot. Negli ultimi dieci giorni di tunisini ne sono sbarcati più di 500.

Fabio Tonacci si basa sui numeri. “Nella lista delle espulsioni decise dal Viminale per motivi di pericolosità sociale legata all’estremismo islamista — 213 casi dal gennaio 2015 ad oggi — effettivamente la componente dei tunisini è assai folta: ne sono stati allontanati 64, quota che vale poco meno di un terzo del totale. L’ultimo ad essere rimpatriato con volo diretto per Tunisi, lo scorso 8 settembre, è stato un imam di 44 anni che viveva a Milano, più volte arrestato per reati comuni e spaccio: secondo un report del nostro servizio di intelligence aveva aderito all’ideologia del Califfato e stava cercando proseliti anche tra piccoli criminali italiani residenti nel suo stesso quartiere.

“È un fatto, poi, che la Tunisia dopo la Rivoluzione dei Gelsomini sia diventata il paese africano da cui è partito il numero più consistente di foreign fighter per andare a combattere nelle file dello Stato Islamico in Siria, Iraq, Yemen, Mali e Libia: secondo una stima dell’Onu risalente al 2015 sarebbero almeno 5.000, in maggioranza di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Neanche l’Arabia Saudita wahabita ne ha esportati tanti.

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