ROMA – Con l’arrivo del 2015 cambieranno “testa” molti degli uffici giudiziari italiani. Col nuovo anno, infatti, scatta il nuovo limite massimo di età pensionabile per le toghe italiane, che scende da 75 a 70 anni. Nell’arco di pochi mesi il Csm dovrà provvedere a sostituire 500 magistrati, quasi tutti ai vertici della magistratura, capi e vice di procure e tribunali.
Come scrive Sara Menafra sul Messaggero,
il calcolo tiene conto di diverse voci. Entro il 31 dicembre del 2015 vanno in pensione 308 magistrati, ma a questi si sommano altri 137 che potrebbero scegliere di seguire la stessa strada perché, compiuti i 68 anni, non hanno più diritto a chiedere un incarico direttivo o semidirettivo (della durata di 4 anni). Infine, ci sono le posizioni scadute che devono essere nuovamente conferite. Il risultato è che nell’elenco degli uffici da cambiare ci sono 284 direttivi e 199 semi direttivi. Fatti due conti, vuol dire che palazzo dei Marescialli dovrà nominare 43 posti di vertice al mese, ovvero 14 alla settimana.
Tra gli uffici che cambieranno in modo più clamoroso c’è quello di Milano, che perde il presidente del tribunale, Livia Pomodoro, il pg, Manlio Minale, il presidente della corte di appello Giovanni Canzio e il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati.
Nell’elenco dei primi a lasciare l’incarico nel corso del 2015 il procuratore del caso Concordia, Francesco Verusio, e il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani. Ma diranno addio alla toga anche molti capi degli uffici requirenti di appello a cominciare da Roma (Luigi Ciampoli), Venezia (Pietro Calogero), Torino (Marcello Maddalena) e Catania (Giovanni Tinebra).
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