Roma Fiumicino. “Valigia selvaggia e finte malattie per difendere il lavoro”

(foto Ansa)
(foto Ansa)

ROMA – Valigia selvaggia a Roma Fiumicino.Perché gli addetti ai bagagli dell’aeroporto di Roma Fiumicino sono in rivolta e bloccano centinaia di passeggeri alla volta, con lo sciopero bianco, ormai al quinto giorno, e l’assenteismo di massa mascherato da una pioggia di certificati di malattia?

Nell’azzeccata definizione di Luciano Costantini del Messaggero, siamo passati dalla “aquila selvaggia” dello sciopero dei piloti di qualche anno fa alla “valigia selvaggia” di questi giorni.

Venerdì si preannuncia come un altro giorno di passione all’aeroporto di Fiumicino. L’Alitalia, in attesa del nuovo padrone, ha messo le mani avanti e ha avvisato il Garante degli Scioperi che a sua volta ha avvisato il mondo:

“Sarà un fine settimana ad alto rischio per chi viaggia”.

Per capire qualcosa di più sulle motivazioni del caos, Federica Angeli e Flaminia Savelli di Repubblica lo hanno chiesto a uno dei capi della rivolta, anonimo per timore di rappresaglie:

“Stiamo solo applicando alla lettera, insieme ai miei colleghi, il contratto. Siamo soli, anche i sindacati ci hanno voltato le spalle”.

Come quasi sempre, la motivazione è personale, il suo nome è nella lista degli esuberi, anzi, precisa,

“con questo accordo con Ethiad sono finito in cima alla lista degli esuberi, ingiustamente. Sono stato assunto nel 1995, molto prima dell’accordo tra Alitalia e Cai. Con i successivi passaggi non mi sono stati riconosciuti anni di anzianità. Ho 45 anni, sono l’unico lavoratore in famiglia e ho due bambini”.

Domanda: paralizzare così un aeroporto le sembra giusto?

“Noi non volevamo paralizzarlo, ma far capire ad Alitalia che non devono tagliare noi che svolgiamo il servizio a terra e siamo le braccia della compagnia. Il punto è che noi addetti ai bagagli siamo i meno raccomandati e meno tutelati. E ora paghiamo il prezzo più alto, in Italia funziona così”.

Ha già inviato anche lei il certificato di malattia?

“Ancora no, ma è una misura estrema. Sappiamo che ieri sera è arrivata una nota ufficiale in cui Alitalia ci garantiva che sarebbero state rispettate tutte le garanzie sul lavoro. Ma è solo una manovra per tranquillizzarci e non farci andare avanti, mentre noi siamo decisi a continuare e a farci ascoltare. Ieri avevamo chiesto un incontro con i vertici Enac e ci hanno ignorati. Dovremo applicare lo stesso rigore alle regole. Ad oltranza”.

Il rischio caos a Fiumicino è anticipato dal Messaggero, che riporta un comunicato del Garante degli Scioperi, costoso ente in questo caso finora inutile pagato per fare comunicati preoccupati quanto, sembra, inutili:

“Nel prossimo fine settimana, vi sarebbe l’altissimo rischio che gran parte del personale tecnico di Alitalia, in servizio presso l’Aeroporto di Fiumicino, possa astenersi, in massa, dal lavoro, presentando certificati medici. Si tratterebbe di un vero eproprio attentato ai diritti dei cittadini-utenti, in sfregio alla legge che disciplina l’esercizio del diritto di sciopero”.

La nota del Garante degli Scioperi prosegue:

“Non sarebbe, infatti, tollerabile che, al solo fine di aggirare norme perfettamente conosciute dai lavoratori, mi riferisco, in particolare, alle franchigie nel periodo estivo, le quali garantiscono a tutti la mobilità nel mese di agosto, si ricorresse ad uno strumento potenzialmente fraudolento”.

Al riguardo, sottolinea l’Autorità,

“si ricorda che esistono precedenti casi in cui l’Autorità di garanzia è efficacemente intervenuta per sanzionare pesantemente queste anomale forme di protesta, non riconducibili alle fattispecie previste dalla legge 146 del 1990. Infine, si fa presente che l’Autorità, di fronte ad un’eccezionale assenza per malattia, segnalerà ogni abuso alla Procura della Repubblica per gli eventuali seguiti di competenza”.

Luciano Costantini sul Messaggero descrive l’apocalisse aerportuale:

“In principio fu ”Aquila selvaggia”. Ora ”selvaggia” è la valigia. Dai piloti al personale di terra. Dopo circa quaranta anni le piste di Fiumicino tornano ad essere terreno di scontro con un’unico, immutato e probabilmente immutabile ostaggio: il passeggero lasciato senza assistenza e senza bagaglio in uno dei momenti più caldi dell’estate.

“L’offensiva di terra è scattata lunedì, quasi in sordina, ed è salita di intensità con il trascorrere dei giorni. Potrebbe raggiungere il top nel week end: una marea di certificati medici per malattia sta inondando gli uffici del personale della compagnia che teme un’autentico collasso dei voli e, dunque, dell’operatività dello scalo romano. Tutti a terra”.

Il rischio, denunciato dalla Alitalia, è stato

“confermato e irrobustito dalle ammissioni delle organizzazioni sindacali: «In effetti stanno cominciando a circolare le liste con i nomi dei dipendenti messi in mobilità, nella stragrande maggioranza addetti alle operazioni di terra». Una sorta di tam tam che si diffonde dagli hangar della manutenzione ai reparti di smistamento bagagli, agli uffici periferici dello scalo.

«Gli elenchi non ci sono ancora – spiegano i sindacati – ma è chiaro coloro che rischiano di andare in mobilità sono stati già avvertiti, non fosse altro perché dovranno decidere se lasciare l’azienda volontariamente (a fronte di 10.000 euro lordi di buonuscita; n.d.r) oppure optare per la difesa a oltranza del posto di lavoro».

Nei prossimi giorni la battaglia si combatterà sulle piste e dintorni. I dipendenti sotto l’ombra della scure sono determinati a proseguire nella protesta [mentre…] cresce la preoccupazione, se non l’allarme, sulla capacità del sindacato di arginare la forza d’urto della base”.

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