Roma, il piano del Pd: Sel fuori dalla giunta Marino

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2015 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Marino (foto Ansa)

Ignazio Marino (foto Ansa)

ROMA – Tra Pd e Sel è aria di resa dei conti a Roma, dove sarebbe in programma l’estromissione del partito di Nichi Vendola dalla giunta comunale. Molti a Roma saranno contenti. A questa coalizione, voluta da Pierluigi Bersani, mai abbastanza biasimato ex segretario del Pd, Roma deve un bel po’ del suo degrado: invasione di zingari, accattoni, artisti di strada ovunque, ambulanti che invadono le strade, il traffico strozzato dalla stupidaggine di chiudere via dei Fori Imperiali alle auto private ma non a quelle blu.

L’articolo di Simone Canettieri del Messaggero:

(…) Al Nazareno aspettano a muovere guerre a sinistra, ma i dubbi sulla tenuta della maggioranza di Marino «sono sempre forti». La resa dei conti è dietro l’angolo: il risultato delle elezioni regionali a cascata potrebbe influire sugli equilibri del Campidoglio. Se Renzi uscirà rafforzato dal test – soprattutto in Liguria – anche «Marino dovrà porsi qualche domanda: perché così non si va avanti fino al 2018», è il ragionamento di molti renziani. «Sel non può continuare ad avere i piedi in un due staffe: o dentro o fuori». Anche il sindaco lo sa bene, ma è consapevole che aprire una crisi potrebbe essere letale per i fragili equilibri della sua coalizione. Fabrizio Panecaldo, capogruppo del Pd ritorna sulla manifestazione di sabato: «Forse i sindacati vorrebbero che ritornassero i tempi delle assunzioni pilotate nelle municipalizzate, che noi abbiamo stoppato». Sul ruolo di Sel, il renziano dell’Aula Giulio Cesare glissa: «E’ una situazione delicata, va fatta chiarezza una volta per tutte». E perché è complicata? Perché Luigi Nieri, vicesindaco vendoliano, è stanco di vedere i consiglieri del suo gruppo attaccarlo un giorno sì e l’altro pure. Al punto che sabato Nieri ha perso l’aplomb definendo «una buffonata» la manifestazione di Peciola e compagni. Confidando che sarebbe stata «l’ultima volta che mi strumentalizzano: a questo punto esco dalla giunta e loro vanno all’opposizione» (…).