Roma, intercettazioni con la “Cupola” inguaiano anche il Pd

Roma, intercettazioni con la "Cupola" inguaiano anche il Pd
Roma, intercettazioni con la “Cupola” inguaiano anche il Pd

ROMA – Dietro la cupola mafiosa sgominata a Roma non c’era solo una rete nera, le intercettazioni inguaiano anche il centrosinistra e il Partito democratico. “La terra di mezzo decantata nelle intercettazioni da Massimo Carminati non temeva niente. Nemmeno le urne – scrivono Simone Canettieri e Sara Menafra del Messaggero – Ecco perché nel giugno 2013 appena il centrosinistra riconquista il Comune di Roma con Ignazio Marino, il capo della Mafia Capitale dà un consiglio molto pratico a Salvatore Buzzi, suo braccio destro con delega alla mala politica: «Allora mettiti la minigonna e vai a battere con questi, amico mio. Bisogna vendere il prodotto. C’è da pija le misure a Marino». Per pilotare nomine, sbloccare gare d’appalto, scegliere i dirigenti”.

Le intercettazioni pubblicate dal Messaggero:

Buzzi, alla vigilia delle elezioni spiega ai suoi che la partita è complessa, ma gli appoggi bipartisan consentono all’organizzaizone di lavorare con tutti. «E se sbagli investimento, c’ho quattro cavalli che corrono col Pd, poi con la Pdl ce ne ho tre». Il giorno delle elezioni comunali, si fa presto a fare i conti. Buzzi: «E mo vedemo Marino, ce pigliamo e misure con Marino». Il suo collaboratore: «Va bè mò Marino tramite Luigi Nieri … » Buzzi: «Noi c’avevo Ozzimo, Duranti, Pastore e Nigro».
L’amicizia col pd Ozzimo è sicuramente stretta. Al punto che c’è almeno l’ipotesi di sostenerlo con un voto disgiunto. Alla vigilia delle elezioni, Buzzi chiama Alemanno. Alemanno: «Allora? Ma è vera ‘sta storia del disgiunto?» Buzzi: «Facciamo il disgiunto, facciamo. Ozzimo ed Alemanno. (ride)» Alemanno: «Eh, questo … questo mi onora molto». Buzzi: «No, ma non se fa più …». Proprio Ozzimo otterrà di lì a poco la nomina ad assessore alla casa. Ieri ha scelto di dimettersi.
Nieri, vicesindaco in quota Sel, resta un punto di riferimento quando si tratta di discutere della nomina di direttori di dipartimento a settori cruciali, come le politiche sociali. Quando l’appalto non viene concesso, chiedono comunque aiuto. Buzzi: «Dacce una mano perché stamo veramente messi male» Nieri: «Come no? Assolutamente va bene? Poi ce vediamo pure ». Nell’elenco, con un finanziamento di 5mila euro al mese, c’è anche Luca Odevaine, incaricato di facilitare un appalto a Castelnuovo di Porto.
GIUNTELLA E COSENTINO
Del resto, il gruppo si organizza praticamente per ogni occasione. Al momento delle elezioni primarie dell’ottobre 2013 del Pd, quelle che incoronano Renzi, la Mafia romana ha due candidati. E’ sempre Buzzi ad occuparsene. E spiega: «Stiamo a sostene’ tutti e due … avemo dato centoquaranta voti a Giuntella (Tommaso Giuntella, ndr) e 80 a Cosentino (Lionello, senatore pd, ndr) ». Puntualizzando: «Cosentino è proprio amico nostro».
«ME SO COMPRATO CORATTI»
Non è poi così difficile farsi spazio nella nuova maggioranza. Il 23 gennaio 2014, Buzzi, registrato dai microfoni del Ros, racconta ad un collega di aver incassato un appoggio decisivo. Buzzi: «Me so’ comprato Coratti, lui sta con me … gioca con me ormai»; Caldarelli: «Quindi io stasera…»; Buzzi: «Gli ho detto ”guarda lo stesso rapporto che abbiamo con Giordano lo possiamo avere con te”… m’ha capito subito!»; Caldarelli: «Perché il capo segreteria suo ha rapporto con quell’altro»; Buzzi: «Al capo stipendio suo noi gli diamo 1000 euro al mese… so tutti a stipendio Claaa… Io solo per metteme a sede a parlà con Coratti 10mila gli ho portato». Il segretario di Coratti, Figurelli, chiede per il suo aiuto uno stipendio fisso. Spiega l’ordinanza: «Figurelli veniva retribuito con 1.000 euro mensili, oltre a 10.000 euro pagati per poter incontrare il Presidente Coratti, mentre a quest’ultimo venivano promessi 150.000 euro qualora fosse intervenuto per sbloccare un pagamento di 3 milioni sul sociale», per la raccolta multimateriale con Ama. Per la stessa gara, chiedono aiuto anche ad Eugenio Patané sempre del Pd, che chiede 150mila euro ma si deve accontentare. «Abbiamo deciso che comunque a Patané gli abbiamo dato 10.000 euro per carinerie e li finisce, non gli diamo più una lira ».

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie