Roma. Rapinata in casa, bavaglio, legata: finti corrieri cappuccio, napoletani?

Roma. Rapinata in casa, bavaglio, legata: finti corrieri cappuccio, napoletani?
Roma. Rapinata in casa, bavaglio, legata: finti corrieri cappuccio, napoletani?

ROMA – In pieno giorno due uomini hanno sequestrato nel suo appartamento una donna di 62 anni, l’hanno trascinata in cucina dove l’hanno imbavagliata e legata ad una sedia. La signora abitava sola in un quartiere centrale di Roma e molto frequentato, via Candia in Prati, a ridosso del Vaticano. L’aggressione è avvenuta sabato 19 luglio 2014. I due rapinatori parlavano con accento napoletano ma erano incappucciati e indossavano i guanti per non lasciare impronte.

Tanta violenza, nota Marco De Risi sul Messaggero,

“per un bottino di qualche migliaio di euro: qualche anello e collane in oro. E’ molto probabile che i rapinatori abbiano scelto la loro preda a caso, forse avendola adocchiata per strada, sola e indifesa, e dopo un rapido appostamento per andare a colpo sicuro”.

Dopo il colpo, i rapinatori sono fuggiti, mentre la donna è rimasta per mezz’ora con il nastro adesivo sulla bocca e con i polsi e le caviglie legati alla sedia. Dopo molti sforzi la donna è riuscita a togliersi il bavaglio, ha gridato attirando l’attenzione dei vicini. La donna era in stato di choc: è svenuta colpita da un malore e il personale di un’ambulanza l’ha assistita fino a quando si è ripresa.

La vittima della aggressione e rapina ha detto agli agenti di Polizia:

“Non pensavo di finire in un incubo del genere. Non sono ricca. Mi hanno portato via quei pochi gioielli che avevo e che credo possano tenere in casa tante altre persone. Erano circa le tre del pomeriggio. Hanno suonato al citofono, ho pensato fossero quelli della pubblicità. Poco dopo ho sentito il campanello di casa. Una voce mi ha detto che era un corriere, che aveva un pacco per me”.

Invece, aperta la porta, la donna è stata travolta. Gli aggressiri non le hanno permesso nemmeno di respirare:

“Mi hanno trascinato in cucina e mi hanno legato ad una sedia usando dei legacci di plastica. Quando mi hanno messo il nastro adesivo sulla bocca ho creduto di morire. Non riuscivo a respirare”.

Da una prima ricostruzione, riferisce Marco De Risi,

“i due incappucciati, durante le fasi del sequestro, si sarebbero espressi in dialetto campano. Non è la prima rapina messa a segno da pendolari del crimine napoletani. I banditi hanno agito indossando dei guanti. Quindi, sarà difficile individuarli: volto coperto e nessuna impronta digitale. Si indaga sulle similitudini con altre recenti rapine in abitazione”.

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