Roma, zingari impuniti. Sicurezza a Termini, Fs contro il sistema giudiziario

Roma, zingari impuniti. Sicurezza a Termini, Fs contro il sistema giudiziario
Zingari davanti le biglietterie della metro

ROMA – Arrivare alla stazione Termini è un po’ come calpestare un campo minato, perché si ha sempre l’impressione di diventare vittime di qualche reato: dal pizzo sui biglietti della metro, passando per i quotidiani scippi e furti fino ad arrivare alle rapine.

Lo sanno ormai per tradizione i romani, se ne accorgono ben presto i turisti e le Ferrovie dello Stato puntano il dito contro la magistratura. Perché non è normale vedere sempre le stesse facce compiere gli stessi reati. Fermati, denunciati e poi subito fuori, perché gli strumenti giudiziari sono deboli. Così deboli che un dipendente delle Ferrovie, massacrato di botte da un malvivente, appena tornato a lavoro dopo una dolorosa operazione al setto nasale, si è trovato davanti il suo aggressore, già rilasciato, già libero di terrorizzare i passeggeri.

Scrive Laura Bogliolo sul Messaggero:

Il responsabile di Protezione aziendale del Gruppo FS Italiane, Franco Fiumara, parla chiaro: «È come se il nostro ordinamento giuridico si mostrasse incapace di produrre effetti concreti, tanto da aver ingenerato in queste persone la convinzione, forse corretta, di poter continuare ad agire impunemente. Non si percepisce, invece, la frustrazione di tutti quelli che, nelle stazioni e sui treni, provano a far rispettare le regole del vivere civile e a prevenire e reprimere i reati con strumenti che appaiono però spuntati». Le Ferrovie chiedono un sistema giudiziario con la certezza della pena. Tradotto: le forze dell’ordine, la Polfer in particolare, fanno il proprio lavoro, ma poco dopo i malfattori vengono rilasciati e tornano in stazione con la consapevolezza dell’impunità. Così come accade per chi viene identificato mentre chiede soldi alle biglietterie della metro, un fenomeno preoccupante che si è ormai trasformato in racket per il quale i pm applicano solo le norme per i reati comuni. La “pena”, in pratica, è una multa da 51 euro. Il Prefetto di Roma, intanto, ha convocato il 30 luglio il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica proprio sulla situazione nella stazione Termini.

Le Ferrovie dello Stato sottolineano lo sforzo delle forze dell’ordine, che però viene vanificato nel momento in cui vengono rilasciate. «Dentro Roma Termini si alternano un centinaio di persone, tra questuanti, “gente allo sbando” e malfattori, tutte più volte identificate, denunciate innumerevoli volte anche per aggressioni fisiche al personale FS – si legge in una nota di Fs – destinatarie di misure di allontanamento, quali il “foglio di via”, che continuano nonostante tutto a frequentare gli stessi ambienti, a reiterare gli stessi comportamenti, concedendosi atteggiamenti sempre più spavaldi, irridenti e aggressivi nei confronti di chi tenta di contenerne le azioni». Le forze dell’ordine ci sono, pattugliano la stazione più grande d’Europa, ma alla fine la sua vigilanza non è sufficiente e i malviventi tornano a terrorizzare. «Dentro la stazione operano costantemente agenti della Polizia Ferroviaria, Carabinieri e personale di Protezione Aziendale di RFI e Trenitalia, pronti a intervenire in ogni circostanza» si legge nella nota di Fs. Fermati, denunciati e poi rilasciati. L’esempio più eclatante lo fa proprio Fiumara : «È accaduto che un nostro dipendente sia stato malmenato fino a subire un intervento chirurgico per frattura al naso e, appena rientrato in servizio, ha di nuovo incontrato, in stazione, proprio il suo aggressore che, pur se denunciato, era di nuovo lì pronto a replicare l’aggressione».

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