ROMA – “Michelle Bonev ha provato a ricattare anche me. Si è montata la testa”, Agostino Saccà, ex dg della Rai, confessa a Libero: “La Bonev era un’attrice baciata dalla fortuna, ma nel momento in cui ha preteso di diventare produttrice l’ho mandata a cagare perché nessuno mi può ricattare. E avevo ragione io: infatti quando si èmessa aprodurre per Mediaset ha fatto l’8 per cento. Uno non si può inventare gli asini che volano”.
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Ecco l’intervista:
Quindi la Bonev ha provato a ricattarla?
«Il tono era ricattatorio. Eper me è stata una delusione grandissima. La Bonev era un’attrice baciata dalla fortuna, ma nel momento in cui ha preteso di diventare produttrice l’ho mandata a cagare perché nessuno mi può ricattare. E avevo ragione io: infatti quando si èmessa aprodurre per Mediaset ha fatto l’8 per cento. Uno non si può inventare gli asini che volano».
Ma neppure come attrice era una fuoriclasse. L’avete fatta doppiare.
«Non era un’attrice eccezionale, però con il carisma suppliva alle non straordinarie doti di recitazione. Mica potevo scherzare con i soldi della Rai. Io ho valorizzato i soldi dell’aziendacon questa povera donna».
Povera donna? «
Per me è tale una che si mette in questi casini, che cerca le scorciatoie. La vita è fatica, dolore, serietà. Non è che puoi conquistare il proscenio dicendo certe cose su Francesca Pascale».
Non ha paura che la Bonev possa tirare fuori qualcosa su di lei?
«Faccia quello che vuole. Non ho mai avuto paura neppure quando facevo politica da ragazzo in Calabria o quando ho consigliato ai miei nipoti di denunciare un tentativo di estorsione. Io non ho scheletri nell’armadio. I magistrati di Napoli hanno passato la mia vita ai raggi x e sa che cosa ha scritto un gip di Roma amico di Marco Travaglio? Che non solo non ho mai commesso reati,ma anche che non sono mai venuto meno ai miei doveri d’ufficio. I finanzieri quando sono venuti a casamia sonorimasti stupitiche l’ex direttore generale della Rai vivesse in 60 metri quadrati».
Insomma non ha nulla da nascondere.
«L’ex direttore generale della Rai Claudio Cappon che ce l’aveva con me mise cinque persone a lavorare sul mio conto per provare a incastrarmi e non ha trovato nulla, neanche una nota spese sbagliata Quindi figuriamoci se io potevo subire un ricatto della signora Bonev».
Il suo amico ed ex assistente in Rai Carmelo Messina sostiene che la Bonev fosse la sua amante.
«Lo nego assolutamente. La Bonev era la fidanzata del direttore generale del Milan. La prova che non stesse con me è il fatto che io abbia potuto mandarla a quel paese. L’ho aiutata perché mi aveva commosso con la sua storia: pensavo fosse una piccola fiammiferaia uscita dall’inferno comunista; sapevo che era finita in giri orribili, faceva l’entraineu – se in un piano bar. Messina ha organizzato un cena a casa sua in cui c’erano diverse persone e lì ho visto che la Bonev aveva presenza scenica.Una cosache non s’impara in nessuna scuola e lei ce l’aveva».
Sgarbi ha detto che era la sua raccomandata bulgara.
«Quell’anno il Dopo festival doveva farlo Vittorio, non so perché l’abbiano fatto fuori. Per questo ce l’hacon me.Comunque dopo ho fatto fare l’attrice alla Bonev per dimostrare che non era una mia raccomandata e per questo ho scommesso su di lei. Per me non aveva talento di attrice, ma aveva carisma. Nel cinema bastano un ottimo regista e uno straordinario direttore della fotografia. Con i dieci milioni di telespettatori e il 39 per cento di share della miniserieL’uomo che sognava con le aquile ho dimostrato che non era la mia cocca. E anche gli altri suoi lavori non hannomaifatto meno del 23per cento. Per questo quando mi ha chiamatoil suo agente con quella lettera mi sono infuriato». Ma lei ha imposto la Bonev a Baudo? «Non ho imposto niente a nessuno. Ho detto a Baudo che c’era questa ragazza con una storia toccante. Baudo che è un signore ed è intelligente ha accettato di impiegarla, l’ha utilizzata per fare disegni, parlare un po’ dell’America, dove era stata per fare un corso di sceneggiatura, insomma per fare spettacolo. Però ora non mi faccia aggiungere altro».