Scacchi, Magnus Carlsen verso il mondiale: in Norvegia preparano festeggiamenti

scacchiROMA – Tra tutti i match di scacchi per il titolo mondiale, quello giocato tra il norvegese Magnus Carlsen e l’indiano Viswanathan Anand, può considerarsi il più breve nella storia degli scacchi, e anche il più deludente a livello agonistico e spettacolare.

Scrive Paolo Maurensig sul Corriere della Sera:

(…) È vero che le previsioni davano Carlsen per favorito, ma il risultato è andato al di là di ogni aspettativa. Dopo nove turni di gioco, infatti, Carlsen si trova in vantaggio di tre punti, con sole tre partite ancora da giocare. Ciò vuol dire che gli basta una patta soltanto per aggiudicarsi il titolo. La disparità di forze tra i due avversari è apparsa evidente: per quanto i secondi di Anand abbiano tentato in tutti i modi di opporgli qualche variante inedita, il giovane norvegese — appena 22 anni — non si è lasciato intimorire né sorprendere, e ha saputo sfruttare le pur minime inesattezze dell’indiano. Ciò che mi conforta è il fatto che le varianti vincenti escogitate da Carlsen non sono state neppure prese in considerazione dai vari super potenziati programmi di scacchi. Ciò significa che la mente umana non è ancora del tutto superata dai circuiti al silicio.

Il match ha avuto un suo inizio in sordina, le prime due partite sono finite alla pari per scacco perpetuo, con soddisfazione di entrambi. Dopo un giorno di riposo, ci sono state altre due patte, questa volta più combattute. Alla ripresa, dopo un’altra giornata di riposo, Carlsen ha ottenuto la prima vittoria, raddoppiando il punteggio subito dopo. A questo punto molti davano già per scontata la vittoria del campione norvegese, il cui gioco, sottoposto alle analisi dei vari programmi di analisi scacchistica, non ha mostrato la benché minima debolezza; mentre altrettanto non si può dire del suo avversario, che ha fatto qualche mossa debole, soprattutto nei finali, in cui Carlsen sembra essere Capablanca redivivo (la partita che segue, commentata dal GM Mogranzini, ne è un esempio).

A questo punto Anand aveva il dovere morale di tentare una rimonta, e nella partita odierna ha sferrato un attacco all’arma bianca verso l’arrocco nemico, scoprendosi però troppo i fianchi, fino a subire un contrattacco decisivo da parte di Carlsen, sempre in grado di prevedere una mossa in più del suo avversario. È risaputo che non c’è nulla di più pericoloso che giocare per vincere a tutti i costi. A detta di tutti, Anand avrebbe dovuto pensarci prima, soprattutto nelle prime due partite, quando aveva ancora la freschezza mentale necessaria per poter forzare una vittoria (…)

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