Scambismo, il “Flirt” di Bracciano: riservato, introvabile e…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Dicembre 2013 - 16:49| Aggiornato il 10 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Scambismo, il Flirt di Bracciano: riservato, introvabile e...

Scambismo, il Flirt di Bracciano: riservato, introvabile e…

ROMA – Si chiama Flirt, è a Bracciano ma solo gli “eletti” sanno esattamente dove. Ed è un luogo cult per gli scambisti. Riservato come richiede la pratica, a metà tra una grande villa privata e un locale a tutti gli effetti. A scovarlo e a raccontarlo, sul Fatto Quotidiano, è Alessandro Ferrucci in un pezzo ripreso e pubblicato integralmente da Dagospia. Tutto parlando con chi il “Flirt” lo ha pensato, realizzato e lo gestisce, la coppia Genni e Alice.

Prima di tutto come si arriva al Flirt. Semplicemente, senza invito non ci si arriva. Spiega Ferrucci:

Nascosta tra i colli, è impossibile arrivarci in maniera diretta, è normale perdersi nel bosco, tra una buca, fogliame autunnale, assenza di asfalto. Buio. Silenzio. Si ha tutto il tempo per pensare: aiuto, dove sono finito, cosa accadrà. Poi all’improvviso un cancello, nessuna insegna, un vialetto laterale, il citofono, manca la parola d’ordine, ma ci siamo vicini.

“Perché da noi non può, non deve arrivare chiunque, prima di ottenere le indicazioni, gli ospiti o aspiranti tali, devono passare una selezione molto seria. Chi valuta i partecipanti? Io e Alice” . La lei ha 27 anni, mora, labbra e seno non passano inosservati, da un anno è la compagna di Genni (con la “i” finale e non con la “y”, ci tiene), eletta “miss Flirt” nel 2012, protagonista della villa “dopo averne sentito parlare in una cena con amici”.

Già, gli inviti. Perché i criteri di ammissione al Flirt sono severi. E assolutamente soggettivi:

I due ricevono decine e decine di e-mail ogni giorno e da tutte le parti del mondo, leggono, discutono, valutano: no è un bluff, sì va bene, per carità troppo volgare, troppo anziani, troppo brutti, e via così. Hanno uno standard. Dai diciotto ai cinquanta, di un certo ceto sociale (dal medio verso l’alto), non troppo aggressivi nell’aspetto “in modo da ottenere una base comune per mettere tutti a proprio agio”, spiega Genni.

Il risultato è una borghesia, borghesia imprenditoriale, contorniata da qualche attore, personaggi conosciuti, altri non conosciuti ai più, ma non meno interessanti. Possono spendere 70 euro per la tessera, altrettanti per entrare, quindi il conto della cena e dei drink. Vige il segreto sui frequentatori: “È la nostra cifra. Ma arrivano da ovunque, questa sera c’è anche una coppia israeliana e un’altra canadese. Solo dopo aver accettato i soci, riveliamo l’indirizzo. E ancora nessuno lo ha svelato”.

Al Flirt è facile riconoscere vecchi e nuovi. Tutto sempre nella massima riservatezza:

Saluti, abbracci, un bacio sulla guancia, sembra una festa di Capodanno, in molti si conoscono, nessun ammiccamento su esperienze intime precedenti, non si chiede di altre coppie, meglio restare sul vago. Arrivano due nuovi, facili da riconoscere, si aggirano vaghi, tra lo sperduto, l’impaurito, l’inadatto e l’incuriosito, la lei ha sbagliator abbigliamento, indossa stivali improbabili, rispetto ai tacchi audaci delle altre donne. La guardano con disattenzione, non fa ancora parte del clima.

Tutti a tavola! invita la cuoca. È ora di parlare. Stile matrimonio, fiori al centro, chi non si conosce si presenta, camerieri cingalesi servono, guardano senza guardare, sguardo fisso verso un punto imprecisato della loro mente. Un primo, un secondo. Un brindisi. Tutto a regola, ammiccamenti pochi, al di sotto della comune media, segnali forse, ma sono impercettibili. Eppure molto si gioca nelle due ore (sì, due ore) della cena, quando chi è presente si valuta, si inizia a fantasticare, si aspetta la fine per poi cominciare. Due ragazze inscenano uno spettacolo di danza del ventre, passa il tempo.

Una cena e poi…

Finalmente qualcosa accade, sempre con calma, per carità. Si balla, c’è chi si struscia, accennano passi pseudo-sexy, altri restano sui divani a guardare.

Chi comanda sono le donne. Sono loro a dare il via all’approccio, sono loro a decidere come, dove e quando. Sono loro a baciarsi, con gli uomini ai margini, pronti a scendere in campo previo accenno, altrimenti soffrono ai margini, “perché la regola base è: ‘Se la donna è rilassata, l’uomo si diverte'”, specifica Genni. Due coppie si buttano sul divano, si aggrovigliano, altre tre si allontanano verso una sala più riservata, se la riservatezza è possibile e voluta. Alice non partecipa, questa sera no.

I camerieri continuano a guardare nel vuoto. Una ragazza bionda, alta, con i tacchi altissima, la più ambita della serata, stile Nicole Kidman in Eyes Wide Shut, convince il suo fidanzato ad andare via: l’influenza ha colpito. La coppia che aveva puntato su di loro si consola con altri nella torretta della villa, scambio incrociato. Fazzoletti pronti.

Sono le tre passate, qualche viso arrossato torna nella sale principale. Altri abbandonano. Alcuni si buttano in piscina per rilassare i muscoli, così dicono. Fuori fa freddo, molto, tira vento. Si chiude la porta della villa, oltre al fruscio delle foglie, dai muri si sente qualcuno che ha ricominciato a giocare. La notte non è ancora finita.