Selex, Finmeccanica, appalti truccati: “fondi neri, manager e politici corrotti”

Selex, Finmeccanica, appalti truccati: "fondi neri, manager e politici corrotti"
Selex, Finmeccanica, appalti truccati: “fondi neri, manager e politici corrotti” (Foto LaPresse)

ROMA – “Manager e politici corrotti con fondi neri”, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.  A riverlarlo sarebbe Sabatino Stornelli, ex amministratore della Selex service management, società controllata da Finmeccanica arrestato la scorsa primavera nell’ambito dell’inchiesta su monitoraggio dei rifiuti.

Le procure di Roma e di Napoli, scrive la Sarzanini, hanno collaborato e potrebbero portare a “nuovi e clamorosi sviluppi”. Nel mirino le dichiarazioni di Sabatino Stornelli e del fratello Maurizio, entrambi indagati e arrestati lo scorso 18 aprile:

“Rivelano quali ditte abbiano accettato la sovrafatturazione per creare le provviste illecite e tra gli altri indicano «le società che fanno capo a Nicola Lobriglio». Indicano i nomi dei politici destinatari delle tangenti e forniscono elementi e dettagli per consentire agli inquirenti di far scattare gli accertamenti sull’effettivo passaggio di denaro. E svelano come «per l’affare Sistri c’era l’interesse della “Gsp Holding” gestita da Giovanni Sabetti che in realtà è un uomo legato al senatore Sergio De Gregorio»”.

Nel sistema di assegnazione degli appalti, riporta la Sarzanini, la Italgo di Anselmo Galbusera sarebbe una delle aziende più tenute in considerazione:

“«La videosorveglianza delle discariche – si legge in uno dei nuovi verbali – è stata subappaltata ad una società di Elsag Datamat gestita da Francesco Subbioni che a sua volta l’ha affidata ad Anselmo Galbusera con la Italgo. Italgo mi venne imposta da Lorenzo Borgogni e Luigi Bisignani. La società è gestita da Galbusera che fa capo a Bisignani»”.

Uno schema già utilizzato nel 2012, secondo l’accusa, per assegnare un appalto a Palazzo chigi:

“la Italgo associata alla Selex service Management, grazie alla mediazione di Bisignani, se lo sarebbe aggiudicato illecitamente in cambio di favori al capo dipartimento della Presidenza del Consiglio, il generale Antonio Ragusa. In particolare «l’assunzione del figlio in Finmeccanica e la concessione di alcuni subappalti a ditte che a lui facevano capo»”.

Anche la Micheli Associati spa, scrive la Sarzanini, sarebbe comparsa nell’ambito delle indagini:

“Tra le società che compaiono nell’indagine c’è anche la Micheli Associati spa che fa capo al finanziere Francesco Micheli, attuale vicepresidente dell’Abi. L’azienda figura infatti tra i soci della Italgo e secondo l’ex presidente del Poligrafico Roberto Mazzei, che di Bisignani è stato socio e amico, «Micheli è molto legato a Bisignani ed è socio di maggioranza di Italgo»”.

Nel mirino degli inquirenti anche la gestione degli appalti al Ministero dell’Ambiente:

“Secondo Stornelli alcune ditte da far lavorare «mi furono imposte dal direttore generale Luigi Pelaggi», già comparso anche nell’inchiesta sull’Ilva per i suoi rapporti con la famiglia. Anche su questo il manager ha fornito nomi e circostanze che vengono adesso esaminate, soprattutto tenendo conto che il dicastero doveva essere il supervisore del progetto Sistri, assicurandone il funzionamento. Nel 2009 si decise che il sistema dovesse essere protetto apponendo il segreto di Stato”.

Gli Stornelli, scrive la Saranini, sarebbero poi stati accusati di aver avuto numerose case di Propaganda Fide a “prezzi stracciati”:

“Affitti che in alcuni casi non raggiungevano gli 80 euro mensili per dimore da sogno nei quartieri più esclusivi di Roma che erano stati assegnati a loro oppure a alle loro amanti. Ma su questo non hanno voluto fornire alcun elemento avvalendosi della facoltà di non rispondere”.

 

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