La Lucarelli però la pensa diversamente, ecco cosa scrive su Libero:
Certo che se gli arrivassero sulla scrivania le foto di Marina Berlusconi con le culotte de cheval o della Pascale con gli avvallamenti post-nubifragio sulle cosce, darebbe ordine di ripulire l’ufficio col napalm. Ma parliamoci chiaramente, tutti i direttori di tutte le riviste di gossip e non solo, hanno amici, amiche, padroni, equilibri, compromessi e in alcuni casi anche parenti con cui fare i conti. E molti di questi compromessi sono di natura politica, non nascondiamoci dietro a un dito.
Perciò io voglio dire una cosa alla signora Lario. Rompere la sua proverbiale (e apprezzabile) riservatezza perdifendersi da qualche innocua foto in cui si documentano i suoi cinque chili di troppo (anche quando è evidente che ildirettorenonleha riservato le stesse attenzioni che allaPascale),èunsegnodidebolezza. É il segno che questo legittimo diritto che lei rivendica -quello di invecchiare come le pare- non è vissuto con quella cosa che tutte le donne non dovrebbero mai perdere, quando cominciano a perdere di elasticità: l’autoironia.
Anche la sua reazione nei confronti dei consigli del chirurgo su Chi mi pare spropositata. Sicurachedalchirurgo lei proprio non ci abbia maimesso piede? Sicura che due scemenze sucome evitare dimetter su pancia dopo i cinquanta siano un pessimo esempio per le sedicenni? Non è chemagari è un esempio peggiore per le sedicenni una copertina di Vanity Fair in cui sua figlia Barbara sembra Miranda Kerr anziché la ragazza carina e un po’paffuta che tutti conosciamo? Leimi piace signora Lario. E mi piace molto. Ma mi dia retta: non scopra il fianco in questomodo.E non perché il fianco non è più quello dei vent’anni,ma perché l’ironia, non il livore,è il modo migliore per invecchiare sereni. E per liquidare chipensa di farle un dispetto pubblicando le sue foto peggiori. Detto questo, smetta di occuparsi della macchina del fango, si faccia due fanghi Guam e sorrida, che io ci metterei la firma ad arrivare ai sessanta col suo girovita.