ROMA – “Sarà un triumvirato di banchieri a sedersi al tavolo con la Cir della famiglia De Benedetti per chiudere la partita Sorgenia”, scrive il Corriere della Sera.
I vertici delle banche più esposte — Fabrizio Viola di Mps, Federico Ghizzoni di Unicredit e Gaetano Micciché di Banca Imi (Intesa Sanpaolo) — sono stati incaricati dalle 26 banche creditrici di incontrare i vertici di Cir, abbandonando così la formula dell’incontro con i primi 6 top banker. Un summit tuttavia non sembra sia ancora stato fissato.
Martedì dovrebbero incontrarsi gli advisor di Sorgenia (Lazard) e delle banche (Rothschild) e il ceo di Sorgenia, Andrea Mangoni, per discutere delle condizioni del prestito convertendo da 200 milioni e delle fideiussioni. Mercoledì altro incontro, ma senza i vertici.Le banche puntano a convertire 400 milioni di crediti in nuove azioni. «Forse siamo al dunque», ha detto lunedì il ceo del Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti. Tra gli istituti c’è ancora chi pensa che alla fine Cir possa sottoscrivere 150 milioni, secondo la vecchia proposta dei creditori, ma fonti vicine a Cir lo escludono.
L’incontro di mercoledì era stato annunciato venerdì dalla agenzia di stampa Radiocor e da Cheo Condina sul Sole 24 Ore,
“dopo lo scambio di lettere delle ultime due settimane tra gli istituti e gli azionisti, che vorrebbero rivedere alcuni punti della proposta bancaria per il salvataggio in bonis di Sorgenia, a partire dal livello del patrimonio netto, ipotizzato pari a zero dalle banche stesse. I soci sono inoltre perplessi riguardo i termini dell’aumento di capitale da 400 milioni (a servizio della conversione del debito) che si presenta iperdiluitivo e penalizzante per chi ha sostenuto fino ad oggi importanti investimenti nella società energetica.
Mercoledì sarebbe dunque previsto il primo confronto su questi temi, confronto che potrebbe dare il via alla fase finale della trattativa per il salvataggio in bonis di Sorgenia, con le banche che salirebbero in maggioranza ma con gli attuali soci – Cir e Verbund detengono rispettivamente il 53% e il 46% – che puntano a conservare più del 3% complessivo previsto dall’ipotesi di lavoro messa a punto dal sistema creditizio. In parallelo, procede anche la trattativa tra la stessa Sorgenia e le banche per approfondire alcuni punti del piano di salvataggio, che prevede anche un convertendo da 200 milioni e nuova finanza per 256 milioni.
Venerdì ha parlato di Sorgenia anche il presidente onorario di Cir, Carlo De Benedetti, il quale si augura «che possa continuare a operare perché sarebbe uno spreco enorme avere centrali nuove utilizzate poco più del 20%». Per spiegare la crisi del gruppo, ha poi aggiunto: «C’è un fattore che risale agli errori che abbiamo potuto fare (in termini di investimenti sbagliati) e c’è una rivoluzione del mercato elettrico nel mondo».