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Stefano Esposito si autosospende dal Pd: “Partito degenerato”

di Elisa D'Alto |9 Novembre 2013 18:36

Guglielmo Epifani

ROMA – Stefano Esposito, senatore Pd, si è autosospeso dal partito con una lettera al segretario Epifani. La vicenda delle tessere e soprattutto la contestata elezione del neosegretario provinciale di Torino sono state “la goccia” di troppo. Ecco cosa racconta intervistato dal Fatto Quotidiano:

A Torino, per votare il neosegretario provinciale Fabrizio Morri, ex ds riciclatosi renziano sotto l’ombrello del sindaco Fassino, è successo di tutto. L’apice è stata l’elezione a segretario di circolo di un ex carcerato, Vincenzo Iatì. Reati come furto e ricettazione.

Morri e Morgando, il segretario regionale, dicono che lei sta esagerando.

Fanno come quelli che decenni fa sostenevano che a parlare di mafia si danneggiava la Sicilia. Sono paragoni pesantissimi. Ho visto cose che non avrei mai immaginato di vedere. E non mi impressiono facilmente. In tanti anni, ho perso e vinto congressi, ma ora basta, qui siamo alla mutazione genetica del partito, con questa degenerazione ci facciamo male sul serio.

Lei sta con Cuperlo, Morri con Renzi.

Mi creda, qui non c’entrano Cuperlo o Renzi o Civati o Pittella. Il problema sono quelli che sono saliti sul carro del vincitore e si sono scatenati a fare tessere.

Cosa ha visto?

Al mio circolo ben 111 iscritti in più. Gente che investe soldi. Quindici euro a tessera, se la cavano con 1.600, 1.700 euro. Quindicimila euro per mille tessere, il doppio per duemila. Non abbiamo più anticorpi. La diversità perduta. Ci sono compagni come me che hanno detto basta, anziani che ogni giorno alzano la saracinesca della sezione.

I signori delle tessere.

Sono vecchi socialisti come questo Gallo, che ha fatto eleggere Iatì nella città di Gian Carlo Caselli e dell’operazione Minotauro.

Morri ha detto che Iatì è stato riabilitato.

Questo dimostra che non ha nemmeno la libertà di fare una cosa. Se toglie un mattoncino crolla tutto l’edificio, del resto ha vinto con poco più del 50 per cento.

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