Stefano Folli sul Sole 24 Ore: Le larghe intese salveranno la Cancellieri

Stefano Folli sul Sole 24 Ore: Le larghe intese salveranno la Cancellieri
Stefano Folli sul Sole 24 Ore: Le larghe intese salveranno la Cancellieri

ROMA – “Percorso obbligato” scrive Stefano Folli sul Sole 24 Ore, quello della Cancellieri è un percorso obbligato: è chiaro che le “larghe intese” parlamentari – scrive Folli – “si dispongono a prendere molto sul serio le spiegazioni del ministro e ad accordargli una sorta di perdono politico per le sue leggerezze”.

Ecco il punto sul Sole 24 Ore:

Leggerezze che ovviamente ci sono state e non sono irrilevanti, anzi è singolare che il ministro nella sua autodifesa non veda l’inopportunità di certi suoi comportamenti. Tuttavia il titolare della Giustizia è, ricordiamolo, un ministro di serie A, la cui caduta non può non indebolire gravemente l’esecutivo. In altri termini, un conto è la vicenda della povera Iosefa Idem e un altro è la questione di cui si discute in queste ore. Nessuno nella maggioranza ha interesse a gettare la Cancellieri in pasto ai Cinque Stelle, gli unici le cui artiglierie continuano a bersagliare gli spalti della “grande coalizione”. Ma si tratta, appunto, di un confronto tutto politico. A Grillo non pare vero di costruirsi un pezzo di campagna elettorale grazie al passo falso della Cancellieri. Per ragioni uguali e contrarie, gli altri non possono lasciargli campo libero. S’intende, questa logica regge fino a quando non emergono irregolarità o abusi commessi dalla Cancellieri a causa dell’amicizia con la famiglia Ligresti. E tuttavia il supporto di Letta al suo ministro dimostra proprio che tali irregolarità non sono state riscontrate (altrimenti per il premier sarebbe un suicidio politico). Ieri è giunta l’ennesima e circostanziata smentita del procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, sul punto di fondo: non c’è stato alcun intervento esterno a favore di Giulia Ligresti, la cui scarcerazione era stata disposta dal magistrato dopo il patteggiamento concordato fra i magistrati e l’imputata.

Certo, c’è chi contesta anche la ricostruzione di Caselli e attacca in blocco la “casta” in tutte le sue articolazioni. Il caso Cancellieri diventa allora un semplice episodio della lotta permanente fra il “palazzo” e il “popolo”, rappresentato dai Cinque Stelle. È esattamente per questo che Letta ha deciso di fare da scudo al suo ministro: perché ormai la faccenda è andata al di là dell’incidente che l’ha provocata. E oggi in Parlamento si dovrà tornare a valutare il merito, la sostanza del caso. Se è vero che l’insistenza della Cancellieri sul proprio “senso umanitario” rischia di risultare stucchevole, è altrettanto vero che i fautori delle dimissioni devono portare un minimo di evidenza che da quella fatidica telefonata, certo disdicevole, sono discese conseguenze improprie. In mancanza di ciò, il governo dovrà tornare ad occuparsi d’altro. Ad esempio del perché la ripresa italiana è sempre più stenta, mentre la competitività dei nostri prodotti diventa sempre più insoddisfacente.

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