Stipendi manager pubblici, deciderà il governo sui tetti per Poste e Ferrovie

Stipendi manager pubblici, deciderà il governo sui tetti per Poste e Ferrovie
Stipendi manager pubblici, deciderà il governo sui tetti per Poste e Ferrovie

ROMA – Spunta ancora una volta il tentativo di far saltare il tetto per gli stipendi dei manager pubblici, da poco abbassato a 240 mila euro lordi l’anno. Un emendamento al decreto legge sulla Competitività, approvato in commissione al Senato, stabiliva che il limite non si applica a società che “emettono strumenti finanziari quotati o che rilasciano titoli scambiati nei mercati regolamentati”.

Scrive Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera:

Secondo la modifica — proposta da due senatori Ncd, Bruno Mancuso e Antonio Caridi, più il Pd, Salvatore Tomaselli — si sarebbero salvate società come Ferrovie e Poste e anche aziende pubbliche locali che emettono i semplici Boc, i buoni comunali. L’emendamento aveva un costo di un milione di euro, da trovare tagliando il fondo per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione.

Nel testo approvato poi dall’Aula e trasmesso alla Camera, però, la misura è stata cambiata. Dice il maxiemendamento presentato dal governo, e sul quale è stata votata la fiducia, che sarà lo stesso esecutivo a indicare quali sono le società pubbliche che rientrano nel tetto e quelle che invece restano fuori. Il governo avrà 90 giorni di tempo per preparare la lista, in modo da non lasciare spazio ai dubbi interpretativi che ancora oggi avvolgono la questione. Resta aperta, però, la possibilità di allargare il numero delle società «salvate». «Se non cambia questo punto — dice il capo gruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto — siamo pronti alle barricate».

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