Sarkozy umiliato in Francia, ma non ancora sconfitto; il Governo dà i numeri sui tagli alla spesa pubblica; morto a 80 anni, con 3 ragazze, cocaina e viagra: scegliete la notizia più interessante.
Cominceremo dalla Francia, dove i risultati del voto per il nuovo presidente della Repubblica sono, decimali a parte: François Hollande, socialista, 28,5%, Nicolas Sarkozy, uscente e di destra, 27%, Marine Le Pen, destra estrema, 18%. I titoli dei giornali sono forzatamente gli stessi. Da segnalare la lettura che dà il Giornale di Berlusconi: “Sberla all’Europa di Monti. Sarkozy paga l’alleanza con la Merkel. Bocciati i diktat e gli amici della Germania”. Abbiamo la memoria corta, ma dovremmo ricordarci che, a metà dei ’90, dopo recessione e austerity made in Amato-Ciampi (che peraltro furono molto più bravi e efficaci di Monti e salvarono davvero l’Italia dal baratro) arrivò e stravinse Berlusconi, con il suo campionario di sogni.
La partita si chiuderà tra due domeniche, con il ballottaggio e Massimo Nava spiega bene sul Corriere della Sera che i giochi sono ancora tutti aperti. Magistrale lo scenario disegnato da Bernardo Valli su Repubblica, il quale sembra però attribuire il successo di Marine Le Pen soprattutto alla abilità nello sfruttare le emozioni della strage di Tolosa. In realtà i francesi sono razzisti anzi xenofobi e anche antisemiti proprio dentro e i due milioni di voti che Sarkozy ha perso, secondo il calcolo di Valli, a favore della Le Pen, si sono accumulati in due anni di deriva moderata dell’estremista in doppio petto Sarkozy, del suo giocare all’intellettuale con Carla Bruni, del suo tentativo di conquistare consensi a sinistra per far dimenticare le sue indecenti e indegne parole durante la campagna elettorale del 2007. C’è da prevedere, a leggere Valli, che ci sarà un ritorno al futuro.
Altra cosa che Valli nota è il limitato successo dell’estrema sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon che può anche costituire un monito ai nostri Vendola e Grillo: un conto, fa capire Valli, sono le piazze affollate, un conto sono i milioni di voti da mettere in fila.
Passiamo all’Italia, dove, scopre il Sole 24 Ore, “la crisi ci ha cambiato la vita: imposte a rate, servizi low-cost, meno cinema e ristoranti”, e anche, c’è da dire, meno auto, meno scarpe, meno tutto. Siamo stritolati dal fisco, cosa che, secondo gli economisti, è la ricetta sicura per aggravare le crisi. I blitz della Finanza ci hanno messo del loro per deprimere i consumi, tranne quello dei rotoli di carta per scontrini fiscali che, informa il Corriere della Sera, ha avuto una impennata.
Per ammansirci un po’, alla luce anche del risultato francese e dopo l’ultima notizia della tassa sulla spazzatura in aumento, da più parti del Governo sono partite le promesse di fantasmagorici quanto fantasiosi tagli. Ha bruciato tutti sul tempo Corrado Passera, ministro per uno Sviluppo che sembra essere un po’ elusivo, annunciando domenica: “Ripresa già nel 2012. Ridurre ancora le spese [è l’ancora che sembra fuori di luogo], c’è margine per crescere”, scrive la Stampa. Lo strumento di Passera saebbero “le riforme e nuove risorse, che il ministro quantifica in 100 miliardi”.
Lo ha inseguito Monti, che ha mandato avanti il sottosegretario Antonio Catricalà e il ministro Piero Giarda, per assicurarci che la spending review sta per partire, anzi è già partita, proprio come nel coro dell’Aida, e che “basta voli di Stato e consulenze, a palazzo Chigi regna l’austerità per dare l’esempio ai ministri”. Dice che ora i ministri andranno in treno o su voli di linea. Chi vuole controllare, si piazzi davanti all’aeroporto romano di Ciampino, da dove partono i voli vip. Ricordiamo che proprio ieri il Corriere della Sera aveva pubblicato il contrario: che alcuni dei più importanti ministeri si oppongono decisamente ai tagli.
Il Messaggero proclama: “Costi in calo per statali e acquisti”. A parte la modestia dei risparmi, a Monti e i suoi vanno pochi meriti. Sono misure, riconosce il Messaggero, decise nel 2010.
Sembra più credibile il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che peraltro finora è apparsa il ministro più serio e misurato, sembra quasi una Angela Merkel che parla italiano. Ma appunto parla italiano e il senso di tutto il suo discorso sembra il topolino partorito dalla montagna. Intervistata da Mario Ascione per il Corriere della Sera espone un piano, da presentare venerdì in Consiglio del ministri, che sembra serio e credibile di riorganizzazione del suo Ministero a Roma e nel territorio italiano, accorpando scuole e prefetture, fondendo e sopprimendo direzioni ministeriali romane che dovrebbe portare a risparmi di 17 milioni di euro [dura definirlo “una battaglia epocale” come fa la Cancellieri] attraverso un taglio del 10 per cento del personale civile. senza traumi, con scivolo e prepensionamenti.
Qui forse il piano si infrangerà contro il muro esondante di esodati e esondandi del Ministero del lavoro, la cui capa, Elsa Fornero, ha ormai rotto gli argini, a quanto scrive su Repubblica Alberto Custodero: “Elsa chiede una tregua: Troppe proteste, voglio serenità”. Forse l’ha esaltata l’applauso degli alpini ieri a Torino, ma gli alpini sono militari e quindi rispettosi dell’autorità costituita, quale che sia e sono anche uomini ben educati. Forse l’ha esaltata la prospettiva dell’incontro con gli operai dell’Alenia, previsto per oggi. Ma perché qualcuno non le dice di stare calma, che lei non ha nessuna legittimità a pontificare, nessuno l’ha eletta e il titolo professorale non fa premio in democrazia.
La democrazia avrà tanti difetti, ma è l’unico sistema che garantisca il bene di tutti. Anche le pseudo democrazie post sovietiche non funzionano. In Russia, dopo la vittoria elettorale di Vladimir Putin, la gente con i soldi teme un giro di vite e, informa la Stampa, ci sono “80 miliardi di dollari sulla via dell’estero”. Se qualcuno facesse il calcolo di quanti ne ha fatto scappare Monti…
Una notizia che riguarda un terzo degli italiani, quanti sono gli over 65 si trova sul Corriere della Sera: “Amore e morte ai tempi del Viagra” è il titolo. La storia può apparire triste, squallida, malinconica o eroica, a seconda dell’età, del sesso e della morale. Un ricco veneziano di 80 anni è morto in un albergo di lusso di Milano, al culmine di una notte a base, si dice, di Viagra, cocaina e chissà che d’altro, nel letto che divideva con tre donne di 30 anni (l’albergo, non nominato, riduce a una ragazza, ma gli inquirenti confermerebbero al Corriere il numero perfetto). C’è una morte migliore?
Lo sport è dominato dalla vittoria della Juventus sulla Roma per 4-0 e dalla indignazione per un gesto degli ultrà del Genoa, che hanno costretto i loro calciatori a togliersi la maglia, al grido “non se siete degni”. Sulla Gazzetta dello Sport si segnala l’editoriale del direttore Andrea Monti: “Duri contro la gogna”, che comincia così: “Nel vergognoso spettacolo di Genova c’è qualcosa di medievale e di osceno che non dimenticheremo facilmente”. Eh la la Monti, non esageriamo con le parole. Il Medioevo ci ha dato Dante Alighieri e Giotto e anche i portuali, che fino a poco tempo fa erano eroi per tanti.
Lo scatto moralista non sorprende chi ha un’idea dell’ipocrisia del mondo. Ma come, un sistema calcio squassato dalle combine non fa una piega, ma tanti moralisti scattano per un gesto un po’ estremo di un gruppo di tifosi esasperati. Sono persone che dalla vita non hanno molto altro che la passione per la loro squadra, dalla quale negli ultimi tempi hanno avuto solo amarezze. Non hanno invaso il campo, hanno solo intimato ai calciatori di levarsi quelle gloriose maglie, vecchie di 120 anni, perché li ritenevano indegni. Perché la società Genoa spa ha acconsentito? Perché i calciatori, codone di paglia, se le sono tolte? Perché le forze dell’ordine non hanno reagito? Avevano certamente delle ovvie e valide ragioni. Ma allora perché prendersela con questi disciplinatissimi e educatissimi tifosi?
Le rassegne dei giorni e mesi scorsi.