Il Corriere della Sera: “Eni, Descalzi sotto inchiesta”. La solitudine al potere, editoriale di Michele Ainis:
La democrazia è un cantiere sempre aperto. Ogni giorno si forma e si trasforma, anche se per lo più non ci facciamo caso. La folla dei muratori nasconde l’opificio, la polvere di calcinacci ci impedisce di vedere. Eppure sta cambiando, qui, adesso. E la cifra della sua metamorfosi si riassume in una parola: solitudine. Dei leader, dei cittadini, delle istituzioni. Ne è prova il confronto tra l’uomo che ha segnato gli ultimi vent’anni e quello che forse dominerà il prossimo ventennio. Berlusconi inventò il partito personale, schiacciato e soggiogato dal suo capo. Ma un partito c’era, con i suoi gonfaloni, con i suoi colonnelli. Invece Renzi è un leader apartitico, senza partito. Ha successo nonostante il Pd, talvolta contro il Pd. Il suo colore è il bianco, come la camicia sfoggiata a Bologna insieme agli altri leader della sinistra europea. E il bianco è un non colore, non esprime alcuna appartenenza.
D’altronde tutti i soggetti associativi sono in crisi, perciò sarebbe folle legarsi mani e piedi alle loro sventure. La fiducia nei partiti vola rasoterra dagli anni Novanta; adesso è sottoterra, al 6,5%. Nelle associazioni degli imprenditori credono ancora 3 italiani su 10, e appena 2 nei sindacati. È in difficoltà pure la Chiesa, ma papa Francesco riscuote il 91% delle simpatie popolari. Come peraltro Renzi, che surclassa la popolarità del suo governo (64%). Perché contano i singoli, non gli organismi collettivi. Contano i sindaci, non i consigli comunali. Conta il governatore, non l’assemblea della Regione: se il primo inciampa, cadono tutti i consiglieri. Mentre il Parlamento nazionale è già caduto, è un fantasma senza linfa: per Eurispes, se ne fida il 16% degli italiani. Invece il presidente della Repubblica, sia pure in calo, rispetto al Parlamento triplica i consensi.
La Repubblica: “Sanità, al via i tagli. Ecco il piano italiano per la crescita Ue”.
La Stampa: “Barroso boccia l’Italia: Un paese in ritardo”.
Il Fatto Quotidiano: “Renzi mette le mani sul Csm. E Napolitano sulla Consulta”.