“Tassa alle prostitute: la Lombardia ci prova”, Il Giornale

L'articolo del Giornale
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ROMA – “Tassa alle prostitute: la Lombardia ci prova” scrive Giannino della Frattina del Giornale: “Tassare le «lucciole» per aiuta­re famiglie in difficoltà, imprese in crisi e abolire il bollo auto. Quella per rende­re legale e tassare la prostituzione è una delle battaglie della Lega che, per abro­gare la legge Merlin, sta raccogliendo le 500mila firme necessarie per indire un referendum”.

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Ma, contemporaneamen­te, in Regione Lombardia è partito l’iter per approvare una norma che istituisca un registro e tassi i guadagni. Aliquota già stabilita al 40 per cento e approdo ie­ri in commissione Bilancio dove il con­sigliere leghista Jari Colla è stato nomi­nato relatore del progetto di legge che ha come primi firmatari il capogruppo del Carroccio al Pirellone Massimilia­no Romeo e il vice presidente del consi­glio regionale Fabrizio Cecchetti.

«La commissione – ha spiegato Cec­chetti – ha adesso il tempo per far tutti gli opportuni approfondimenti e valu­tare la nostra proposta che rappresenta nel panorama legislativo nazionale una novità assoluta». Un progetto «che dà piena attuazione all’articolo 119 del­la Costituzione nella parte che garanti­sce autonomia di entrate alla Regione ». Già pronta la replica alle molte proteste che si sono già alzate anche all’interno della coalizione di centrodestra che so­stiene la giunta Maroni. Per i leghisti si tratta di «un progetto che ci avvicina ai Paesi e alle Regioni più avanzate del nord Europa, dove la prostituzione è un’attività come tutte le altre e come ta­le è soggetta a tassazione».

Per questo la Lega, ma con Forza Ita­lia e Fratelli d’Italia d’accordo, chiede di istituire il registro di chi esercita la prostituzione. Iscriversi sarà condizio­ne indispensa­bile per accedere ai servi­zi sociosanitari in cambio di un’aliquo­ta del 40 per cento sui guadagni. Undici i capitoli del progetto di legge che preve­de l’obbligo per «il soggetto esercente l’attività di meretricio»di tenere un regi­stro «sulle quietanze di pagamento che dovranno garantire l’anonimato del be­neficiario della prestazione sessuale». Per chi evaderà o pagherà in ritardo la tassa, sanzione dal 100 al 200 per cento del dovuto.Già stimato anche l’introito annuo per la Regione che potrebbe es­sere di almeno 300 milioni. «Soldi- sot­tolinea Cecchetti- che saranno destina­ti a un fondo per interventi a sostegno di disoccupati, delle famiglie che versano in particolare stato di necessità e per ac­celer­are la cancellazione di alcuni tribu­ti regionali, come ad esempio il bollo au­to ». Secondo alcune stime in Lombar­dia esercitano in case che di fatto sono «chiuse» oltre 4.500 «lucciole», metà delle quali sono a Milano e per l’80 per cento di origine straniera.
Pronti a far le barricate gli alfaniani. «Una proposta irrealizzabile – attacca il consigliere di Ncd Stefano Carugo -Esperienze già fallite. Dove ci hanno provato non ha funzionato, guardino la Germania. Voglio proprio vedere le pro­st­itute che staccano regolare fattura a fi­ne prestazione». Non solo. «Questo ­per Carugo – è il modo migliore per in­centivare il nero e lo sfruttamento». D’accordo, invece, l’assessore alle Pari opportunità Paola Bulbarelli in quota Forza Italia. «Sono loro stesse che chie­dono di essere regolarizzate. Tassarle significa riconoscere che il loro è un la­vo­ro ed è soprattutto un modo per tute­larle dal racket ». Ma chiede che almeno parte dei proventi vadano al sostegno di donne vittime di violenza.

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