Tasse, aliquota unica al 25%, Imu e Irap abolite. Nicola Rossi: “Così salviamo l’Italia dal Fisco”

Tasse, aliquota unica al 25%, Imu e Irap abolite. Nicola Rossi: "Così salviamo l'Italia dal Fisco"
Tasse, aliquota unica al 25%, Imu e Irap abolite. Nicola Rossi: “Così salviamo l’Italia dal Fisco”

ROMA – “Così salveremo l’Italia dal Fisco”. Nicola Rossi, politico ed economista, commenta così la proposta dell’istituto “Bruno Leoni di cui è ex presidente ed oggi consigliere di amministrazione. La proposta dell’istituto economico è semplice: una tassa unica al 25% temperata da interventi a sostegno delle famiglie; un reddito minimo di povertà; l’abolizione di Irap e Imu; l’incremento delle imposte indirette; una diversa fruizione dei servizi pubblici.

La proposta illustrata da Rossi ed elaborata dall’ Istituto Bruno Leoni si articola in quattro punti. Oltre alla flat tax, aliquota unica al 25% e alla abolizione di Imu e Irap, ne fanno parte altre due proposte che, tradotte in italiano, vogliono dire reddito di cittadinanza e riforma finanziaria della Sanità pubblica:

1. “un trasferimento monetario – il “minimo vitale” – differenziato geograficamente, indipendente dalla condizione professionale dei singoli ma non incondizionato e contestuale abolizione della vigente congerie di prestazioni assistenziali o prevalentemente assistenziali;

2. “ridefinizione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici (ed in particolare della sanità) mantenendo fermo il principio della gratuità del servizio per la gran parte dei cittadini ma imputandone, ai soli cittadini più abbienti, il costo (in termini assicurativi) e garantendo loro contestualmente il diritto di rivolgersi al mercato (opting out)”.

Intervistato da Gianfranco Summo per la Gazzetta del Mezzogiorno, Nicola Rossi, (passato comunista e oggi senatore del Gruppo Misto) spiega:

Prof. Rossi, cambiare radicalmente il sistema fiscale di un Paese come l’Italia non le sembra un azzardo?
«Il vero azzardo è continuare a mantenere l’attuale sistema, un mostro con aliquote da matti e che non aiuta chi ha bisogno, creato dai tentativi dei vari governi di mettere una pezza all’attuale sistema Irpef. La nostra è una alternativa basata su taglio della spesa pubblica, riduzione della pressione fiscale e sostegno a chi proprio non ce la fa».

Uno dei punti di partenza della vostra flat tax è considerare i redditi delle famiglie.
«Ci piaccia o no, l’Italia si regge in grande misura su base familiare, accettiamolo e mettiamo fine all’ipocrisia. Figli adulti che restano in casa dei genitori, pensioni degli anziani che fanno da integrazione al reddito dei giovani, welfare familiare. Allora valorizziamo questa realtà e sosteniamola».

Non ritiene ingiusto spostare il peso fiscale sulle imposte indirette?
«Bisogna valutare questa misura insieme alle altre, non facciamo l’errore di giudicare le proposte in astratto e autonomamente. Per il cittadino quello che conta è quanto gli rimane in tasca dopo aver pagato le tasse, non come vengono prelevate le tasse. Se le imposte sul reddito vengono drasticamente ridotte, i consumi saranno naturalmente incentivati e il riequilibrio con le imposte indirette innesca anche un sistema virtuoso sulla produzione».

E i servizi principali? Sanità e istruzione come si sostengono?
«Chiediamo che i più abbienti versino al sistema sanitario nazionale un contributo pari all’equivalente di una assicurazione privata. E gli abbienti che non vogliono versare la quota sanitaria nazionale, devono essere obbligati ad avere una polizza privata. Università: chi se lo può permettere, che paghi per intero. I meritevoli senza mezzi economici devono essere garantiti con borse di studio. Insomma, se sei ricco ti taglio le tasse ma ti faccio pagare i servizi».

Funzionerebbe in Italia?
«Funziona in Olanda e in altri Paesi d’Europa e del mondo. Funzionerebbe anche da noi».

 

 

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