Tav, per le sorti della Torino-Lione sarà una settimana decisiva. Ma il ministro Danilo Toninelli, che la vuole chiudere, manco si è fatto vedere in Piemonte, parola di Paolo Foietta, Commissario straordinario del Governo per l’asse ferroviario Torino – Lione. A Ottavia Giustetti, che lo ha intervistato per Repubblica, confida: “Costerà più lo stop che finire l’opera”.
Nei giorni scorsi fra Toninelli e Foietta c’erano state espressioni forti.
Toninelli via Twitter: “Foietta si rassereni e vada tranquillo verso la fine, imminente, del suo mandato”.
Foietta a Repubblica: “Il ministro Toninelli? Non l’ho incontrato neppure una volta. Credo che il governo abbia paura delle cose che potrei raccontare se mi ricevesse, perché minerebbero i loro pregiudizi. Il fatto è che sono così infarciti di preconcetti che la sola idea di sentire come davvero stanno le cose suscita nel governo una terribile preoccupazione”.
Il commissario che presiede l’Osservatorio sulla Torino-Lione è disposto ad arrivare alle denunce per omissione d’atti d’ufficio. Da qualche tempo, nel suo ruolo, si sente una specie di fantasma. Invia comunicazioni al ministero, sei o sette, via pec, negli ultimi mesi, “e mai nessuno che abbia risposto, nemmeno l’ultima segretaria. […Ma io] non mi faccio intimidire da quei tweet ministeriali che suonano tanto come processi di sopraffazione. Possono sfiduciarmi e chiedere la mia destituzione se mi considerano inadeguato per questo incarico. Ma ho persino il dubbio che conoscessero il mio nome prima di sabato, almeno adesso sono certo che lo sappiano”.
Foietta attacca anche la Lega: “Era già tutto scritto. Il blocco della Tav è il frutto di un accordo politico con la Lega che non vuole fermare Tap, Terzo valico e opere che interessano il Lombardo-Veneto”.
A differenza del gasdotto in Puglia, fermare la Torino-Lione sembra non comporti il prezzo di costose penali. Conferma Foietta:
“Penali non ce ne sono” ma ammonisce: “I costi per il Paese saranno oltre 4 miliardi. Anziché i 2,9 miliardi che ci servono per avere un’opera nuova, aggiornata, di rango europeo. Non c’è bisogno di una clausola, in questo caso, basta il diritto naturale. Se hai firmato un accordo e hai ricevuto dei fondi vincolati a quella destinazione, sei obbligato a restituirli se cambi idea”.
A che punto è l’opera?
“Fino a ora sono stati realizzati 25 chilometri di tunnel e altri 5 saranno presto conclusi. L’attuale linea di collegamento con la Francia è satura, e presto sarà considerata completamente fuori norma. Così, se questo governo del cambiamento vuole fermare la Tav dovrà spendere almeno un miliardo e mezzo per rinnovare la vecchia linea, che comunque non sarà mai in grado di ospitare treni di ultima generazione. Rinunceremo ad andare da Milano a Parigi in 4 ore e mezza, e fino a Barcellona in poco più di 5 ore».
Quale sarà l’impatto sulla mobilità in generale?
“Gli esperti dicono che il rapporto di degrado prodotto dai mezzi pesanti rispetto al trasporto su rotaie è di 1/36. Significa che gli effetti negativi prodotti dalle merci che viaggiano sulle autostrade sono 36 volte superiori. I dati delle Società concessionarie di autostrade e trafori (Aiscat) parla di 3,5 milioni di mezzi pesanti che transitano sui tre valichi ogni anno. E l’Italia si è impegnata a ridurli del 30% entro il 2030. Sono accordi sottoscritti per ottenere i finanziamenti. Salterà questo obiettivo, oltre a tutti i danni economici per il Paese”.