Terremoto in Emilia causato dall’uomo: studio indaga su estrazione petrolio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Aprile 2014 - 09:41 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto in Emilia causato da estrazione petrolio? "Science" non esclude legame

L’articolo sul Corriere della Sera

ROMA – Il terremoto in Emilia del 20 maggio potrebbe essere stato causato dall’uomo. Uno studio pubblicato l’11 aprile su Science punta il dito contro l’estrazione di petrolio, che potrebbe aver destabilizzato la zona e causato il violento sisma.

Sotto indagine da parte degli scienziati non ci sono però gli scavi a Rivara, ma il giacimento di Cavone, a 20 chilometri dall’epicentro della scossa del 20 maggio.

L’articolo apparso sulla rivista americana, scrive il Corriere della Sera, punta il dito sul sito di Cavone, che come Rivara è di proprietà della

“Gas Plus (società che attende di leggere il rapporto ufficiale prima di far conoscere la sua posizione)Di per sé i cambiamenti di pressione sulla crosta terrestre dovuti alla rimozione del greggio e all’iniezione di fluidi per facilitarne il flusso non sarebbero stati sufficienti per provocare la tragedia, sostiene il rapporto. Ma «non si può escludere» che la faglia fosse già vicina al punto di rottura e che l’attività estrattiva abbia funzionato da innesco per il primo evento sismico.

Dell’ipotesi di responsabilità a Rivara si parlò all’epoca, quando fu varata la commissione d’inchiesta sul terremoto in Emilia.

Questo a sua volta avrebbe scatenato il secondo nove giorni più tardi, il 29 maggio: La correlazione tra la quantità crescente di petrolio estratto da Cavone a partire dall’aprile del 2011 e l’aumentata sismicità dell’area prima del 20 maggio 2012 costituirebbe un indizio, anche se per rafforzare la tesi di un legame causale bisognerebbe sviluppare un modello fisico che tenga conto della dinamica nel serbatoio e nelle rocce circostanti.

Della storia c’è spazio anche su La Repubblica:

Il rapporto di Ichesa, prosegue Science, spiega anche che rimuovere e reiniettare liquidi non basta a causare un terremoto più intenso di quanto non sarebbe senza quell’attività. Ma è possibile che la faglia coinvolta nella sequenza sismica del maggio di due anni fa fosse sul punto di muoversi e che l’uomo abbia accelerato il processo. Non solo: le attività estrattive nel sito di Cavone erano state aumentate dall’aprile del 2011 e questo stabilirebbe un legame temporale. Però, conclude la rivista, manca ancora un modello fisico di sostegno: insomma, ipotizzato il nesso, non è ancora chiaro come e perché funzioni. Science spiega infine di non aver ricevuto risposte sul rapporto né da parte degli estensori né da parte delle compagnie che sarebbero implicate, ma riferisce di altri sismologi per i quali questi legami sarebbero molto deboli e tutto il rapporto poco chiaro: l’impianto di Cavone, del resto, è molto piccolo e si trova ad almeno venti chilometri dall’epicentro.