Torino-Borgaro, niente bus separati. Rom non ci salgono più grazie a controllori

Torino-Borgaro, niente bus separati. Rom non ci salgono più grazie a controllori
Torino-Borgaro, niente bus separati. Rom non ci salgono più grazie a controllori

ROMA – Viaggio sul 69, tra Torino e Borgaro, a due mesi dalla proposta del sindaco del Pd Claudio Gambino di usare un bus esclusivo per i rom della zona. I nomadi: “Non saliamo perché la Gtt salta le fermate e ci fanno multe con il massimo della sanzione”.

Come racconta Massimo Numa su La Stampa,

il viaggio verso Borgaro dura pochi minuti e quando il bus si avvicina alla fermata davanti al famigerato campo non c’è nessuno; eppure le baracche, le roulotte e i furgoni-camper sono intensamente popolati. Ci sono falò ovunque e una fitta coltre di fumo incombe sulla strada. Da qualche tempo, giusto dalla proposta choc della giunta di centro-sinistra, con quota Sel, il fenomeno dei bus-senza-rom accade sempre più spesso. Gli utenti rom sono diminuiti in modo molto sensibile, in certe fasce orarie il livello della loro presenza è vicino allo zero.

Tutto questo, scrive Numa, per la sorveglianza disposta da Gtt.

A bordo ci sono due controllori, sempre, e ieri anche due vigili urbani della sezione Nomadi di Torino. Seduti in fondo al bus, la pettorina della polizia urbana, più i due controllori, nervi saldi e pazienza infinita. È una misura ormai di routine ma ha avuto l’effetto immediato di eliminare alla radice il fenomeno di chi si ostinava a non pagare il biglietto o a trasformare i bus in una giostra. Alle fermate, spesso, ci sono i blindo dei carabinieri e le volanti della polizia. Seguono i mezzi pubblici durante la corsa, ogni tanto gli uomini in divisa salgono e bordo e fanno un controllo.

I rom osservano l’insolito andirivieni di auto e di divise e si inquietano. Salgono in gruppo dalla strada infangata e chiedono spiegazioni ai reporter: «Non potete fotografare niente, questa è proprietà privata». Poi: «Ah sì, siamo spariti? Non sapete perché? Chiedete a loro (indicando i controllori poco lontano, ndr), alla signora Gtt… Hanno avuto l’ordine di “saltare” le fermate, passano come missili, ci ignorano».

Poi l’attacco ai dipendenti della Gtt, l’azienda dei trasporti di Torino.

Dopo una pausa di riflessione, spuntano altre ragioni di questa forma inconsueta di sciopero bianco: «Ci perseguitano, sono razzisti. Guarda questa multa. Mio figlio tornava da scuola, non aveva il biglietto, ok, e gli hanno fatto il verbale. Si va da un minimo di 36 euro a un massimo di 90. Sai quanto dobbiamo pagare? 90 euro. E non è vero che non le paghiamo, le multe. Abbiamo molti mezzi, auto, con le ganasce fiscali, non ci fanno più lavorare». Immediata la replica di Gtt: «La multa di 90 euro è per le infrazioni avvenute nell’area urbana ed è ridotta a 36 sui percorsi extra-urbani. Nessun accanimento, niente razzismo.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie