Trovano cocaina in auto, assolto: Troppo ricco per spacciare

Trovano cocaina in auto, assolto: Troppo ricco per spacciare
Trovano cocaina in auto, assolto: Troppo ricco per spacciare

FIRENZE – Dodici dosi di cocaina per un totale di 597 grammi. Questa la droga trovata nella sua auto e per cui la Guardia di Finanza lo scorso 21 febbraio 2015 lo hanno accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti. La Cassazione però l’ha assolto perché “troppo ricco per essere uno spacciatore“. Nonostante la presenza di droga in auto a casa dell’uomo non erano state trovate né bilancine, né cellophane o sostanze di taglio, necessarie ad un eventuale pusher per preparare le dosi da rivendere.

Franca Selvatici su Repubblica spiega che nonostante l’uomo fosse in possesso di cocaina per un valore di 30mila euro, i giudici della Cassazione hanno ritenuto che la droga fosse per uso personale e hanno assolto l’uomo, processato col rito abbreviato:

” «Se si esclude l’elemento del quantitativo detenuto — ha scritto in sentenza il giudice Paola Belsito — assolutamente nulla negli atti di causa permette di affermare che detenesse per spacciare ». Non sono state trovate bilancine, né cellophane, né sostanze da taglio, né contatti telefonici con eventuali clienti.

Richiamandosi alla Cassazione, secondo cui il possesso di droga in quantità superiore ai limiti massimi consentiti non costituisce prova decisiva della destinazione della sostanza allo spaccio, il giudice ha ritenuto che l’imputato, 42 anni, forte consumatore di cocaina e molto benestante, avesse comprato quelle migliaia di dosi per farne una provvista per suo uso personale. Prima di decidere ha ascoltato uno psichiatra, un commercialista e il padre dell’imputato, come richiesto dai difensori Massimiliano Manzo ed Emilio Bettini.

Lo psichiatra ha spiegato che da giovane il suo paziente aveva fatto uso smodato di marijuana e poi era passato alla cocaina. Segnalato come consumatore nel 2014, non si era drogato per mesi. Nel febbraio 2015, pochi giorni prima del suo arresto, i controlli si erano conclusi in maniera positiva. Ma la lunga astinenza — secondo lo psichiatra — aveva scatenato in lui il craving, un bisogno incontenibile e urgente di droga. E poiché ha una personalità infantile e tende ad accumulare oggetti, cibo e denaro, probabilmente aveva deciso di accumulare anche cocaina. Per cui l’arresto era stato una “provvida disgrazia”, perché rischiava altrimenti di assumere droga in dosi tali da morirne.

Il commercialista ha illustrato le condizioni economiche della famiglia. Il padre, che gestisce una florida azienda, ha confermato che il figlio ha ricevuto doni in denaro ed eredità dai nonni, tanto che ora ha risparmi per 400mila euro. I genitori speravano che si comprasse casa e si facesse una sua vita, ma il figlio continua ad abitare con loro, a non spendere niente e ad avere un sacco di denaro. Conclusione del giudice: «L’imputato, grazie alla disponibilità economica, anche di denaro liquido, garantitagli dalla famiglia, e al fatto di essere un figlio e un nipote unico viziato oltre ogni limite, ha potuto coltivare il suo unico vizio pensando di farsi una consistente e smisurata scorta di droga risparmiando nell’acquisto». La procura generale ha impugnato la assoluzione”.

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