Valentina Col, Il Tirreno: “C’è inchiesta che incastra medici Orbetello. Ministero smentisce”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Dicembre 2013 - 11:36 OLTRE 6 MESI FA
valentina col

Valentina Col

ROMA – Valentina Col morì il 25 agosto di quest’anno, all’ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello. Aveva 17 anni ed era stata portata al pronto soccorso dopo una caduta, alcuni giorni prima.

Un decesso insolito, visto che l’autopsia indicò che la ragazza aveva un’infezione polmonare in corso di cui nessuno si era accorto, anche se la vera causa della morte è riferibile a una trombosi venosa. Un caso di malasanità per cui sono stati indagati 10 medici.

Scrive Chiara Giannini su Libero:

Ora una relazione degli ispettori ministeriali, incaricati di far luce sulla vicenda, attribuirebbe precise responsabilità, anche se – a tre giorni dall’uscita della notizia – con qualche ritardo, il ministero della Salute, con una nota, si è preoccupato di smentire quanto riportato sui giornali. «La relazione ispettiva non esprime alcuna valutazione specifica o giudizio di responsabilità dei singoli medici, né di altri operatori sanitari ». Eppure Il Tirreno di Grosseto, in un recente articolo, riporta: «La relazione segnala che comunque nell’ospedale era in atto una riorganizzazione e che l’esperienza clinica della struttura sarebbe stata decisamente limitata alla cura di anziani e malati cronici, con l’eccezione dei periodi estivi in cui le tipologie di pazienti cambiano molto. Secondo gli ispettori, poi, non sarebbe stato rispettato il protocollo standard ».

Ma non è tutto, perché «l’organizzazione del reparto di medicina generale prevede briefing mattutini sui singoli casi e l’assegnazione a ogni paziente di un medico. Oltretutto, non sarebbe stata compilata la prescritta scheda di valutazione del rischio tromboembolico, così come stabilito dalle procedure indicate dalla Regione Toscana». Sempre secondo Il Tirreno, nella relazione c’è un’inchiesta che incastra i medici di Orbetello. Dopo 3 giorni il ministero smentisce gli ispettori avrebbero parlato di una compilazione della scheda «routinaria e superficiale». La paziente, quindi, non sarebbe stata ascoltata adeguatamente da chi l’aveva in cura. Una storia di interventi sanitari andati male che si inserisce tra le tante che, nel 2013, ha fatto parlare negativamente del Granducato.

Eppure il presidente, Enrico Rossi e la sua giunta hanno esaltato più volte questo settore, nonostante gli oltre 480 milioni di buco alla Asl di Massa e 10 milioni a quella di Siena, nonostante i morti e il fatto che sia notizia recente che governo e conferenza delle Regioni abbiano bocciato la sanità toscana, escludendola dalla graduatoria delle regioni virtuose scelte come punto di riferimento per l’applicazione dei costi standard-benchmark (…)