Vaticano. Chaouqui disse a mons. Paglia: i conti a Terni…
Pubblicato il 6 Novembre 2015 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Nuova puntata della inchiesta su Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Vallejo Balda e le fughe di notizie dal Vaticano. Scrive Valentina Errante sul Messaggero di Roma che gli atti dell’inchiesta e la relativa competenza saranno passati alla procura della Repubblica di Roma
“e, con ogni probabilità, anche alle autorità vaticane. Le intercettazioni contenute nel fascicolo aperto a carico dell’ex pr, arrestata dalla gendarmeria della Santa sede per il furto e la diffusione di documenti riservati, e del marito Corrado Lanino, coinvolgono oltre a politici e imprenditori anche uomini vicini alla Santa Sede, da monsignor Vincenzo Paglia, ex vescovo e presidente del pontificio consiglio per la famiglia, ad Andrea Riccardi, numero uno della comunità di Sant’Egidio e ex ministro del governo Monti.Intanto emergono altri elementi sulle carte sparite e gli affari poco chiari poco chiari di alcuni conti Ior. A cominciare dal giro di soldi e mazzette pagati per promuovere le beatificazioni. E proprio su questo fronte spunta un nome già noto alle cronache, quello di don Evaldo Biasini, il cosiddetto ”don bancomat” dell’inchiesta sui Grandi Eventi e il G8 della Maddalena. E va avanti anche l’indagine del promotore di giustizia Vaticana ieri monsignor Vallejo Balda, arrestato con Chaouqui e ancora in carcere, ha cominciato a collaborare. Ma esattamente come la sua ex collaboratrice, che lo ha accusato davanti ai ”magistrati”, il religioso ha scaricato tutte le responsabilità dell’ultima fuga di notizie sulla donna.Sono tutti fatti avvenuti a Roma quelli contenuti nel fascicolo della procura di Terni, che indaga su Immacolata Francesca Chaouqui e sul marito Domenico Lanino per intrusione informatica ed estorsione. Ricatti, richieste di favori e pressioni anche su politici e imprenditori. Agli atti ci sono, oltre alle conversazioni con monsignor Vincenzo Paglia, anche quelle con Andrea Riccardi, numero uno della comunità di Sant’Egidio.A carico della pr finita misteriosamente nella commissione che doveva rivedere le finanze della Santa sede, c’è pure l’intrusione in uno studio legale dove la donna lavorava, lei e il marito, esperto di informatica, sarebbero stati ripresi dalle telecamere mentre tentavano di accedere al computer di un avvocato.Nella diocesi di Terni la Chaouqui aveva un ruolo preciso. Aveva proposto a monsignor Paglia di aiutarlo a rimettere in sesto i conti. E così aveva intrecciato un rapporto importante. Un tentativo di avvicinamento la Chaouqoui l’avrebbe fatto anche con Michele Briamonte, il giovane e rampante avvocato diventato legale dello Ior, con il quale, però non avrebbe avuto successo.