ROMA – Ora la posta in palio non è più solo il famoso istituto, al centro di tante trame anche romanzesche, ma l’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, ndr), ovvero il motore economico del Vaticano. O meglio, si è aperta ormai una partita complessa che riguarda le principali leve finanziarie della Santa Sede. E le due banche che hanno il loro quartier generale dentro le mura leonine: lo Ior e appunto l’Apsa, che è molto più grande anche se meno nota del turbolento Istituto per le opere di religione.
Scrive Stefano Zurlo sul Giornale:
Dunque, a quel che risulta al Giornale, lo scontro è esploso già martedì al C8 (di fatto C9 con l’ingresso del segretario di Stato Pietro Parolin), il consesso dei cardinali chiamati a dettare le linee guida su temi delicatissimi. Il decisionista Pell ha proposto la sua strategia: la nomina di Jean-Baptiste de Franssu alla guida dello Ior e una profonda revisione dell’Apsa che passerebbe in parte sotto il controllo del Consiglio per l’Economia, in cui lo stesso Pell è affiancato da alcuni laici emergenti, come l’onnipresente de Franssu. Così Pell, ribattezzato non senza ironia Pell Potter, si è trovato contro Giuseppe Bertello che manifesta una linea più prudente e chiede chiarezza. Va bene il cambiamento ed è giusto battere la strada della trasparenza purché non diventi l’alibi per manovre di potere. In particolare, c’è chi punta il dito contro l’attività frenetica della cosiddetta lobby maltese, così chiamata perché farebbe capo al finanziere maltese Joseph Zahra, autorevole membro e vicecoordinatore del Consiglio. La lobby brigherebbe per piazzare alla testa dello Ior de Franssu. Ora però i riflettori si accendono sull’Apsa e sul meeting del Consiglio atteso per sabato. Che cosa accadrà nel week end? Il progetto, secondo quel che trapela dai Sacri Palazzi, sarebbe articolato: verrebbe tolto di mezzo il board tecnico che assiste l’Apsa e in cui spicca la figura, assai influente, dell’inglese Peter Sutherland.
Eliminato il principale ostacolo, l’Apsa potrebbe essere spacchettata, o se si preferisce, divisa in due. L’Apsa cosiddetta ordinaria andrebbe sotto il controllo del Segretariato per l’economia, l’Apsa straordinaria finirebbe invece sotto l’ombrello del Consiglio per l’economia. E l’idea sarebbe quella di affidarne la gestione ad un Comitato per gli investimenti in cui fanno la parte del leone, guardacaso, i maltesi e i loro amici: insomma il solito Zahra, l’altrettanto onnipresente de Franssu, e l’avvocato messinese Franco Vermiglio, legato agli altri due da solidi interessi finanziari. Il terzetto si troverebbe a controllare un patrimonio enorme e avrebbe fra le mani tutte le operazioni immobiliari targate Apsa.
Ma, naturalmente, nel C8 e poi nel Consiglio per l’economia c’è chi la pensa in tutt’altro modo e non vuole smantellare gli assetti attuali ed eliminare figure prestigiose come quella di Sutherland. Lo scudo deve rimanere a tutela dell’indipendenza dell’Apsa. E così la partita coinvolge tutti e due i livelli: quello laico e quello ecclesiastico, con la contrapposizione fra cardinali. Bertello contro l’australiano Pell, grande sponsor dei maltesi (…)