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Virginio Merola, Italia Oggi: “In mobilitazione i sindaci Pd al loro secondo mandato”

di Gianluca Pace |13 Gennaio 2014 11:37

Virginio Merola

ROMA – Virginio Merola, il sindaco di Bologna protesta e dice: trattatemi come Matteo Renzi. Poi spiega: essendo sindaco uscente, niente primarie, mi spetta la riconferma a presentarmi agli elettori. Chi potrà dirgli di no dopo che il leader maximo fa la stessa cosa? E così per tutti gli altri sindaci pidiessini d’Italia che aspirano al secondo mandato.

L’articolo di Giorgio Ponziano su Italia Oggi:

Il sindaco ha ufficializzato la sua ricandidatura alla guida della città per le elezioni di maggio. Lo ha fatto inviando una lettera al segretario cittadino del Pd, Federico Gianassi, che ora dovrà riunire l’assemblea cittadina per la proclamazione della candidatura. Secondo il regolamento regionale se almeno il 60% dei partecipanti all’assemblea alzerà la mano si potrà fare a meno delle primarie. Perciò Gianassi già pronostica: «non penso che ci sarà bisogno delle primarie». Insomma, l’uomo della provvidenza non vuole ratifiche ed è più che mai deciso da accentrare i due incarichi, quello di sindaco e quello di segretario del partito. I critici la chiamano «strategia del paracadute», ovvero se gliene va male una, ha un’altra carica con cui continuare a fare politica (e a vivere). Qualcuno dei suoi supporter si spinge fino a sostenere che le primarie sono ormai diventate uno stanco rito e quindi è meglio riservarle solo alle principali occasioni nazionali, sindaci e classe dirigente locali dovrebbero invece essere filtrati dalle assemblee delle sezioni.

In ogni caso, a Firenze vengono cancellate. Con scorno per chi, in verità con nulle possibilità, voleva gareggiare con lui, a cominciare dal corista del Maggio musicale fiorentino, Claudio Fantoni, ex assessore della giunta Renzi, uscito in polemica su problemi di bilancio, che aveva annunciato la decisione di concorrere alle primarie. Scornato, dovrà tirare i remi in barca. C’era già la data: 23 febbraio. Sono state spostate al 9 marzo, ma tutti sanno che non si faranno. Comunque anche Fantoni ha mandato la lettera di candidatura al segretario Pd: «I tentativi di modificare le regole per impedire l’effettuazione delle primarie vanno collocati nella dimensione della improvvida ed episodica scompostezza del dibattito politico, quindi debbono essere saggiamente accantonati e superati».

Come spesso succede, chi è cacciato dalla porta rientra dalla finestra. E l’ex-assessore silurato darà ora del filo da torcere, almeno sul piano dell’immagine, al sindaco di Palazzo Vecchio. Così alcune decine di iscritti hanno presentato un formale ricorso alla commissione regionale di garanzia del Pd contro il regolamento per le primarie in Toscana, approvato il 16 dicembre dalla direzione regionale del partito, e in particolare per quella parte che esonera dalle primarie se l’assemblea vota all’unisono per la ripresentazione del sindaco in scadenza. Secondo i presentatori del ricorso «non si cambiano le regole in corsa» e «non è accettabile –è scritto nell’esposto- che solo 19 persone (numero esatto di coloro che hanno approvato il regolamento, 15 i contrari: in totale 34 voti rispetto ai 246 membri della direzione) possano alterare lo spirito e la natura del Pd».

L’esposto conclude: «La direzione ha cercato di ridurre la possibilità di ricorrere alle primarie in violazione sia dello statuto regionale che di quello nazionale che definiscono le primarie ‘elemento costitutivo della rappresentanza e della proposta politica’ del Pd».

Renzi è sistemato, sul piano degli adempimenti formali calpestati. Anche se tenta di giustificarsi: «C’è stato qualche caso raro in cui siamo andati alle primarie per il secondo mandato. E sono stati fatti grandi pasticci: penso a Genova, ma non solo».

Cos’è successo a Genova? Un candidato non pidiessino doc, Marco Doria, ha sbaragliato alle primarie i concorrenti, compreso il sindaco uscente Marta Vincenzi ed è diventato primo cittadino. Domanda: ma le primarie non dovrebbero servire proprio a innestare nel corpo del partito porzioni della cosiddetta società civile? E allora perché i rimbrotti del rottamatore, che però spiega: «È evidente che il giudizio sul sindaco che ha già fatto il primo mandato lo danno solitamente i cittadini, che dicono sì o no».

Però il suo potenziale antagonista, Claudio Fantoni, non ci sta: «Il problema non è formale ma sostanziale. Come si fa a gestire due incarichi di questa natura, sindaco e segretario, nell’attuale difficile momento?

Il buon senso dice che non è possibile. Se il sindaco non recupera questo buon senso allora facciamo una verifica attraverso le primarie, che Renzi ha sempre invocato quando gli servivano e le ha chieste anche quando i regolamenti non lo consentivano. Ricordo che Bersani fece una deroga al regolamento del Pd per fare le primarie come le voleva Renzi. Oggi a Firenze vediamo un film molto diverso».

Infine, un nemico giurato di Renzi è Alessandro Maiorano, dipendente del Comune di Firenze dal 1979, che ha presentato esposti alla Guardia di finanza, al ministero dell’Economia e alla Corte dei conti su presunti sprechi dell’era Renzi alla Provincia di Firenze. Un risultato l’ha già ottenuto: la Corte dei conti ha condannato l’ex-presidente della Provincia per danno erariale. «Sono solo un cittadino onesto- dice Maiorano-che vorrebbe una politica pulita. Il fatto è che la giustizia è troppo lenta, mentre Renzi corre».

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